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Rubrica per quelli che credono che i dettagli facciano la differenza, ma non hanno capito l'argomento principale.

05. DELLE SOLUZIONI

di:

“Che palle! È sempre la stessa cosa, ogni giorno le stesse cose. Che palle!”. Quante volte lo hai sentito dire? Quante volte lo hai detto? E non dirmi che non hai mai visto uno di quei film in cui il personaggio principale resta incastrato in un loop temporale e rivive la stessa giornata (Groundhog Day, di Harold Ramis, 1993).

“Che palle! È sempre la stessa cosa, ogni giorno le stesse cose. “Che palle!”. Quante volte lo hai sentito dire? Quante volte lo hai detto? E non dirmi che non hai mai visto uno di quei film in cui tizio resta incastrato in un loop temporale e rivive la stessa giornata provando a cambiare qualcosa per risolvere quella condizione (Russian Doll, serie tv Netflix). Ci hai mai pensato? Le soluzioni dovrebbero essere a portata di mano e in ogni caso avresti sempre la possibilità di rifarti. Domani. E vaffanculo Rossella O’Hara! “Dopotutto…” un cazzo! (Via col Vento, di Victor Fleming 1939). Ci penso e mi dico che l’argomento scottante sembrerebbe essere la confusione, come è giusto che sembri. Ma, se mi concentro, capisco che l’argomento fondamentale è “la soluzione”. E chi ci dice che la soluzione sia LA soluzione fin quando non sarà domani?

“Che palle! È sempre la stessa cosa, ogni giorno le stesse cose. Che palle!”. Quante volte lo hai sentito dire? Quante volte lo hai detto? E chi ci dice che, con sottile differenza di modi e tempi, a prescindere dai loop temporali (grande escamotage narrativo, lo ammetto), in realtà non ci troviamo dentro una maledetta routine che chiamiamo semplicemente “vita”, per venire in aiuto anche ai più scemi di noi che saranno anche scemi ma meritano una possibilità? E chi ce lo dice che, proviamo a essere per una volta oggettivi, la vita è sempre la stessa e ci propina di continuo le stesse problematiche e che non riusciamo a risolverle? “Produci, consuma, crepa. Sbattiti, fatti, crepa.”

E chi ci ricorda che quando pensiamo di averle risolte, queste problematiche, le problematiche si evolvono e si ripropongono vestite di nuovo? E chi ci crediamo di essere, noi, presuntuosi e presunti uomini evoluti del ventunesimo secolo, noi che stiamo sempre impantanati in un presente come se non ci fosse stato un ieri e come se non ci fosse mai un domani? Eh? STO SCHERZANDO! OK? Sto scherzando, ci siamo evoluti: certo che ci siamo evoluti! Non commettiamo mai lo stesso errore in ambito lavorativo, mai lo stesso errore alla guida, mai lo stesso errore nel prelavaggio in lavatrice, ma lo stesso errore con le persone alle quali vogliamo bene, mai lo stesso errore con le persone che amiamo, mai lo stesso errore che i nostri genitori fecero con noi, mai lo stesso errore in nessuno degli ambiti del quotidiano che ci riserva quotidianamente il piacere della sorpresa ad ogni domani percorribile.

Siamo fortunatissimi noi, che lo abbiamo capito e che dagli errori hanno imparato a sbloccare quotidianamente il loop temporale nel quale crediamo di essere intrappolati. Facciamo il nostro gioco e impariamo dai nostri errori. E se così non fosse, fosse anche per un solo giorno, facciamo come Phil Connors (un sempre grande Bill “fottuto” Murray): ci lanciamo con l’auto da un burrone; ci immergiamo nella vasca con il tostapane; ci facciamo investire da un camion; ci lanciamo a braccia aperta dalla torre dell’orologio. E ci guardiamo attorno e ci diciamo che c’è qualcosa di familiare in tutto questo. E alla domanda “e se non ci fosse un domani?” risponderemmo “oggi non c’è stato!”. Siamo bravi noi. Facciamo il nostro gioco e impariamo ogni giorno a definire i confini della nostra consapevolezza del nostro passaggio su questa Terra. Siamo bravi, noi, anche quando certe volte ci sottovalutiamo.

“Che palle! È sempre la stessa cosa, ogni giorno le stesse cose. Che palle!”. Quante volte lo hai odiato sentendolo dire? Quante volte lo hai pensato e ti sei convinto che non è possibile che possa essere così? Siamo bravi noi perché sappiamo che non esistono problemi irrisolvibili e sappiamo che non è lo stesso problema di ogni giorno a rendere ogni giorno lo stesso giorno. Siamo bravi noi, quando pensiamo che la soluzione sembrerebbe essere quella di morire anche se “La morte è insopportabile per chi non riesce a vivere / La morte è insopportabile per chi non deve vivere” (Morire, CCCP). O meglio, siamo bravi, noi, quando si prospetta in concreto l’ipotesi che la soluzione non sia nemmeno quella di morire. Siamo bravi perché siamo consapevoli che anche in quel caso la soluzione c’è. La soluzione è risorgere.

(P.S.: per la realizzazione di questo pezzo nessun Gesù Cristo e nessuna Araba Fenice hanno subito maltrattamenti da parte dell’autore)