EDITORIALE

Chissà, chissà domani

di:

Su che cosa metteremo le mani
Se si potrà contare ancora le onde del mare

E alzare la testa
Non esser così seria
Rimani

Si lo so, paragone azzardato. Lucio parlava della guerra fredda, ma la pandemia mica è stata una passeggiata, su. Dunque dunque, ci siamo ritrovati soli, chiusi in casa, impauriti, un abbraccio poteva costare caro, non parliamo dei baci, pure quelli dei parenti. Cose brutte. Ma adesso siamo arrivati al “domani” o almeno, si spera, al giorno dopo, al risveglio delle articolazioni che iniziano a sgambettare ai concerti, a teatro o semplicemente per strada, in spiaggia, tra la gente. Finalmente alziamo la testa e andiamo in giro con un bel sorriso stampato in faccia.


I russi, i russi, gli americani
No lacrime, non fermarti fino a domani
Sarà stato forse un tuono
Non mi meraviglio
È una notte di fuoco
Dove sono le tue mani
Nascerà e non avrà paura nostro figlio

Beh, proprio sorridere gratuitamente magari no, anche perché a poche miglia da qui è iniziata la 66^ guerra giornaliera, terreno fertile per prove di potere tra due grande big del mondo. E allora vedi che quegli abbracci di cui parlavamo diventano necessari? Lasciamoli sbocciare, a naso chiuso per carità, ma lasciamoli sbocciare.


E chissà come sarà lui domani
Su quali strade camminerà
Cosa avrà nelle sue mani, le sue mani
Si muoverà e potrà volare
Nuoterà su una stella
Come sei bella
E se è una femmina si chiamerà
Futura

Questo mese state leggendo un numero speciale di The Clerks, in collaborazione con le classi terze B e C del liceo artistico F.Arcangeli di Bologna. Abbiamo scelto un tema (“Cosa succederà adesso che ci stiamo lasciando la pandemia alle spalle?”) e loro hanno realizzato delle bellissime illustrazioni per accompagnare tutti gli articoli, incluso questo.

Diamo uno sguardo al futuro prossimo allora, chiediamo a loro cosa ne pensano di quello che è successo e che sta accadendo, come finirà e se finirà tutto. Noi speriamo si chiamerà Futura.


Il suo nome detto questa notte
Mette già paura
Sarà diversa bella come una stella
Sarai tu in miniatura
Ma non fermarti voglio ancora baciarti
Chiudi i tuoi occhi non voltarti indietro

Qui tutto il mondo sembra fatto di vetro
E sta cadendo a pezzi come un vecchio presepio

Si, la paura c’è ancora. I ragazzi ci hanno raccontato di quello che hanno passato, di come l’hanno vissuta e sinceramente non c’è molta differenza tra un ragazzo di 17 anni e uno di 70. Chiusi. Soli. In casa. Ma adesso loro non si voltano indietro, vanno avanti, dritti a prendersi quello che gli è stato tolto. Qualche strascico c’è, ma niente di insormontabile.


Di più, muoviti più in fretta di più, benedetta
Più su, nel silenzio tra le nuvole, più su
Che si arriva alla luna, sì la luna
Ma non è bella come te questa luna
È una sottana americana
Allora su mettendoci di fianco, più su
Guida tu che sono stanco, più su
In mezzo ai razzi e a un batticuore, più su
Son sicuro che c’e’ il sole
Ma che sole è un cappello di ghiaccio
Questo sole è una catena di ferro
Senza amore

Certo questo maggio non ci ha regalato molto in cui sperare, lo ammetto. Tra Benson, Ray Liotta, Fletcher, il figlio di Nick Cave, sparatorie varie in Texas, svastiche sulla tomba di Alfredino, l’Eurovision e lo screensaver della moglienonmoglie di Berlusconi viene voglia di girarsi dall’altra parte del letto e continuare a dormire. Magari aspettiamo che ritorni la luce. Manca poco, questione di smettere di aver paura di domani.

Lento, lento, adesso batte più lento
Ciao, come stai
Il tuo cuore lo sento
I tuoi occhi così belli non li ho visti mai
Ma adesso non voltarti
Voglio ancora guardarti
Non girare la testa
Dove sono le tue mani
Aspettiamo che ritorni la luce
Di sentire una voce

Aspettiamo senza avere paura domani (Lucio)

Illustrazione: Giulia Zanardi 3C