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Come molti viaggiatori ho visto più di quanto ricordi e ricordo più di quanto ho visto.
(Benjamin Disraeli)

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How I met Giummo.

di:

Volevo fare la travel blogger “da grande”, organizzare viaggi di gruppo con il supporto di agenzie grosse alle spalle e girare il mondo a scrocco.

Invece faccio un lavoro normalissimo e spesso maledico le 6 di mattina, quando la sveglia mi ricorda che non di solo pane vive l’uomo ma anche di caffè.

E io il caffè lo servo, per dire.

Detto questo facciamo come si fa nelle chat, vi dico tre cose di me così de’ botto, senza senso:

  • io lavoro e penso a viaggiare;
  • chiudo gli occhi e penso ai viaggi che ho fatto;
  • io non dormo perché penso a tutti i posti in cui vorrei andare almeno una volta nella vita e mi rendo conto che una vita non basta.

Non sono monotematica, è che mi disegnano così.

Battute di pessimo gusto a parte, quando le finanze e il tempo a disposizione me lo permettono, viaggio. 

Potrei iniziare a raccontarvi dei miei viaggi con qualche inutile sermone, raccontandovi di come viaggiare mi abbia salvato la vita e sia stato meno caro del lettino dello psicoterapeuta, o mi abbia curato da relazioni tossiche e di come sia bello viaggiare da sole in giro per il mondo con la sola compagnia di uno zaino e un cappello buffo di nome Giummo.

Vi parlerò del mio amore incondizionato per l’Irlanda, di come negli ultimi dieci anni sia stata la mia meta fissa ogni anno, della cartina appesa sopra la mia scrivania e delle x che aggiorno al ritorno da ogni viaggio.

E lo farò.

Ma non oggi.

Del resto bisogna conoscersi un po’ prima di diventare logorroici.