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CONFERENZA STAMPA TEATRO ASTRA

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Fantasmi Stagione 2024/25

Si è svolta il 19 giugno la conferenza stampa del Teatro Astra, per annunciare il programma della Stagione 2024/25 che sarà intitolata Fantasmi. Sul tavolo a parlare erano Maddalena Bumma, presidentessa del TPE (Teatro Piemonte Europa) e Andrea De Rosa, direttore dell’Astra. La fondazione TPE gode di ottima solidità economica e patrimoniale, ragion per cui si sono potute indirizzare le capacità gestionali sullo sviluppo delle attività di palcoscenico. C’è stata una crescita del 16% della biglietteria. Una preziosa fetta degli abbonati rientra nella fascia più giovane, questo è un segno molto positivo perché normalmente ci sono fasce di età più anziane. Eppure pare che il teatro stia iniziando a interessare una fetta anche più giovane dalla popolazione, stanca dell’imperante media audiovisivo e in cerca dell’arte autentica cui sono dal vivo è possibile assistere. Un altro segno positivo è l’incremento di contributi FUS. Matteo Bagnasco della compagnia di San Paolo è intervenuto per specificare meglio la collaborazione e i finanziamenti che hanno contribuito a questo.

Andrea De Rosa è al terzo anno della sua direzione all’Astra. Un percorso che lui stesso definisce unitario, come a tracciare una progettualità, mirata a affrontare l’argomento della Verità sotto diverse angolature affrontate gli anni passati, appunto: Buchi neri (rapporto con la verità scientifica), Cecità (verità che non vogliamo vedere, e qui l’Edipo re con la regia di De Rosa è stato emblematico) e questi nuovi Fantasmi. Andrea De Rosa ci spiega il contenuto della nuova stagione.

In che modo hanno a che fare i fantasmi con il teatro? Che rapporto hanno con la verità? Si tratta di verità difficili da afferrare, ossessioni che come tali è possibile solo inseguire. In più la questione riguarda i registi, come i menzionati Paola Rota e il vero fantasma del defunto Luca Ronconi. Ci sono diversi tipi di fantasmi, dunque, ma il principale è quello dell’identità.

Quello identitario è un argomento estremamente trattato, nei nostri tempi. Talvolta rischia di diventare una trappola, come nel caso del racconto teatrale Orlando, di Virginia Woolf che si trasforma da uomo a donna, senza disforia di genere. Si sveglia da un mattino all’altro e vede cambiare il proprio sesso.

A inaugurare la stagione sarà lo spettacolo di Pippo del Bono, intitolato Risveglio, che tratta l’attualissimo argomento del post-covid. Ci sarà Pinocchio della Compagnia del Carretto, e andrà in scena verso Natale. Come già spoilerato da Maddalena Bumma, tornerà Edipo re di Andrea De Rosa. La vegetariana di Daria Deflorian, spettacolo che spiega il processo di scomparsa di una donna. Thea Dellavalle, in Too late, farà rivivere Nora, il personaggio di Ibsen da Casa di Bambola (interessante che non si sia optato per Spettri, scelta non didascalica). La pulce nell’orecchio con la regia di Carmelo Rifici tratto da un’opera di Hans Kang. Fabio Condemi riporta in vita Casanova. Fabrizio Gifuni con i Fantasmi della nostra storia, dove ci si ispira a Pasolini e Moro. Polittico dell’infamia di Anagoor che tratterà delle vittime del colonialismo, e tanti altri spettacoli. In tutto ventidue, con quattordici produzioni e cinque prime nazionali. Alla domanda Chi sei tu? non sarà fornita una risposta, ma un’altra domanda. Perché il teatro pone degli interrogativi, raccoglie la comunità e porta nuovi quesiti, per fare crescere ed emergere la cultura, ponendo la cittadinanza nella condizione di conoscere sé stessa. Il lavoro che è stato svolto dal Teatro Astra in questi anni è molto prezioso, perché sembra di ritornare a quel raccoglimento che nell’antica civiltà serviva a raccogliersi, creare fondamenti di democrazia. Non più passivi davanti a un televisore, ma attivi, pronti per occupare i posti di questo meraviglioso luogo infestato, che sarà forse menzionato addirittura alla fermata della metro, occupando l’importanza istituzionale che gli spetta.