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Appunti sparsi su qualunque argomento che potresti aver scritto anche tu. Ma, purtroppo per me, li scrivo io e li dedico a chi affronta la vita con un White Russian in mano sognando un mondo migliore. Ma poi ci ripensa perchè tanto, alla fine, il mondo è di chi si fa la foto sorreggendo la Torre di Pisa. E va bene così.

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I racconti della Zia Pazza #3

di:

(La molecola phainoproteoglicano)

Un giorno come tanti altri giorni già passati, in una cittadina anonima, nella stanza numero 11/6, situata al ventiduesimo piano dell’enorme complesso sede dei Laboratori SCC (Sanctae Crucis Corvi), una succursale specializzata in Ricerca e Sviluppo della Megamultinazionale Chiesa del Sacro Cuore della Produttività. 

– Ehi, Etana, senti qua: “E così, quando le porte argentate del Regno della Fantasia si aprirono, Fulgenzio Anonimo sparì in compagnia del topino magico, mentre il resto dell’umanità si estingueva, sconfitta dai propri sogni stanchi. Rimasero solo i due che…”

Ma la lettura fu interrotta dall’improvviso cicaleccio di svariati BIP che presero a risuonare con la stessa insistenza di un procione affamato.

– Udama, che sta succedendo??

– Ma… non lo so, il disgregatore subatomico… il filtro multiviscolare… la centrifuga centripeta… qua suona un po’ tutto!

– Verifica il backup dei dati e stacca tutto!

– Si, ho riavviato il computer primario, ma… Etana, guarda questi dati!

– Incredibile! Scarica tutto, dobbiamo andare subito dal supervisore!

E così i due scienziati si avviarono, con le loro facce ancora incredule, dal Dottorissimo Annaliso, il Supervisore del ventiduesimo piano, che, dopo aver ascoltato i due scienziati e aver visionato i dati, scrisse una lettera, con la faccia incredula, e la inviò alla porta accanto, all’ufficio del Dottore al Cubo Tarcisio Tachimelli, il Responsabile dei Supervisori dei Laboratori SCC. Il tre volte dottore Tachimelli era un uomo generalmente dotato della virtù della calma e del piattume emozionale di stampo burocratico sovietico, di quella burocrazia come ormai non se ne fa più, ma quel giorno, quando lesse la lettera del Dottore Annaliso, addirittura imprecò e batté le mani ma, chiaramente, subito riprese il controllo della situazione e incise un messaggio vocale su di un vinile e lo inviò tramite corriere all’ultimo piano dell’edificio, stanza numero 0, ufficio dell’Abate Antimonio Vetusto, il cui titolo per esteso era quello di Umilissimo Primo Capo dei Laboratori SCC e, incidentalmente, discendente di quel famoso Amelio Vetusto di cui un giorno sarà forse narrata la storia; il corriere, intanto, portò il vinile con il messaggio al Sommo Papa Trinitario, Cletolino Vicedomini, capo della Chiesa del Sacro Cuore della Produttività che, ascoltato il messaggio, convocò i Dodici Alti Cardinali e i Dodici ArciCapitalisti del Consiglio di Amministrazione e dei Ministri del Regno di Ierocratica Santa Chiesa e Profittevole Produttiva Industria.

– Ordine, pregevolissimi Ministri e Cardinali, ordine! Siete stati convocati perché, come potete vedere dal dossier che ognuno di Voi ha ricevuto, stamani una scoperta di portata epocale è stata fatta dai nostri Laboratori SCC. Prego, Cardinale Agnosticus, dica.

– Grazie Santissima Santità, ecco, dai dati che qui vedo parrebbe che… cioè, pur se perfetti non siamo però scienziati, siamo sicuri che…

– Capisco le Sue preoccupazioni, Alto Cardinale Agnosticus, per questo ho provveduto a convocare chi, con competenza, ci potrà fornire tutte le giuste informazioni. Prego, Abate Vetusto, lascio a lei la parola.

– Oh, ecco, si, grazie Vostra Santa Santità. Ehm, dunque, due nostri scienziati durante un esperimento che avrebbe dovuto manipolare l’entanglement quantistico così da misurare il potenziale dei viaggi nel tem…

– Abate, non mettiamo in dubbio l’importanza dell’esperimento ma, come può immaginare, non è questo che ci interessa adesso.

– Ahm, si, certo. Vado subito al dunque. Durante l’esperimento qualcosa è andato storto, o ha funzionato, questo non lo abbiamo ancora realmente capito, comunque, è successo qualcosa e… e, insomma, abbiamo scoperto una sostanza in grado di produrre energia quasi infinita.

– Energia infinita??? Come?

– Ecco, si, c’è questa molecola che sottoposta a sollecitazioni minime restituisce un dieci elevato n quasi infinito l’energia ricevuta e…

– Si d’accordo ma quanto verrebbe a costare?

– Costi quasi nulli, energia quasi infinita e praticamente gratuita…

Dopo queste parole il Consiglio di Amministrazione e dei Ministri del Regno di Ierocratica Santa Chiesa e Profittevole Produttiva Industria proruppe in applausi e gridolini di giubilo e inni di lode al dio denaro.

– Signori, prego, calma! E ci dica, abate Vetusto, qual è questa sostanza prodigiosa?

– Ecco, la sostanza, un elemento che i due scienziati scopritori hanno  chiamato molecola phainoproteoglicano, è un componente estremamente raro in quanto abbiamo scoperto essere ottenibile solo tramite un complesso processo di raffinazione dei proteoglicani che compongono la dentina dei denti da latte.

Brusii e borbottii si diffusero nella Sala delle Decisioni del Consiglio di Amministrazione e dei Ministri del Regno di Ierocratica Santa Chiesa e Profittevole Produttiva Industria.

– Mi scusi, abate, ha detto… denti da latte?

– Si, Santo Sommo Papa Trinitario, dopo innumerevoli tentativi siamo giunti alla conclusione che solo i denti da latte contengono quel particolare tipo di proteoglicani in grado di fornire la molecola phainoproteoglicano.

E dica, Abate, questa molecola non possiamo produrla in laboratorio?

– Ci abbiamo provato, ma per un qualche motivo ancora ignoto, la molecola sintetica perde le capacità energetiche presenti nella molecola naturale.

– E dica, Abate, di quanti denti da latte abbiamo bisogno per poter alimentare tutto il Regno?

– Tanti, direi di tutti quelli che riusciamo a trovare perché, vede, Santità, la molecola phainoproteoglicano produce energia QUASI infinita, quindi servono scorte in grado di sostituire quelle molecole che man mano andranno ad esaurire il loro potenziale energetico.

– Capisco. Grazie, Abate Vetusto, è stato chiaro e illuminante, ora può andare. Adesso, Eccellenti Ministri e Cardinali, dobbiamo decidere come gestire la cosa.

E così, per tre giorni e tre notti, nella Sala delle Decisioni si ponderò, si soppesò, si valutò e, da ultimo, si legiferò, decretando che ogni dentino da latte caduto nel Regno di Ierocratica Santa Chiesa e Profittevole Produttiva Industria fosse consegnato dai cittadini presso appositi uffici presenti in ogni città e villaggio del regno, uffici che avrebbero provveduto quindi, grazie a uno speciale fondo stanziato in bilancio dal governo, all’acquisto del dentino consegnato. E la cosa funzionò. I bambini perdevano i denti da latte, i genitori li vendevano al governo, i laboratori statali ne ricavavano  la molecola phainoproteoglicano purissima, il regno otteneva energia quasi gratuita per le sue fabbriche, i capitalisti guadagnavano. Ma un giorno, là dove questa storia ha avuto inizio, nella stanza numero 11/6, situata al ventiduesimo piano dell’enorme complesso sede dei Laboratori SCC, mentre Etana e Udama provavano a estrarre tachioni dai sogni, improvvisamente, al centro della stanza, si aprì un piccolo varco fatto di nebbia luminosa e ne uscì fuori un grazioso topolino che camminava in posizione eretta e vestito da minatore.

– Ehi cosa… e tu chi sei? Da dove sei sbucato?

– Buongiorno, mi chiamo Harold e sono il capo dell’unità dei topini dei dentini, qui abbiamo un problema. Siete voi a capo di tutto?

– Un proble… che problema? No no, noi siamo solo scienziati…

– Signori, il tempo è poco e questo portale non resterà aperto a lungo, dovreste gentilmente condurmi dai vostri capi.

E così, con la solita trafila di capi, capi sezione, capi settore e sottocapi vari, alla fine il topino Harold giunse al cospetto del Sommo Papa Trinitario, Cletolino Vicedomini, e del suo consiglio di Dodici Alti Cardinali e Dodici ArciCapitalisti.

– Dicci, piccolo topo, chi saresti dunque e perché vieni a noi?

– Il mio nome e titolo completo, Santità, è Sir Harold de Mickey conte di Mouseton, sono il capo dei topini dei dentini e vengo dal Regno della Fantasia.

– E ci dica, conte di Mouseton, cosa la porta nel nostro regno?

– I denti da latte, Santità. I Bambini non li lasciano più al topino sotto il cuscino in cambio di poche monete, e senza denti da latte il mio mondo si sta impoverendo, e se il regno della fantasia muore, tutto muore.

– Ci dispiace per il suo mondo, conte, ma il nostro regno non può più fare a meno dei denti da latte, mandano avanti le nostre industrie e i nostri profitti, per la gloria di dio e del capitale.

– Ma non capite che se il mondo della fantasia muore allora anche il vostro è spacciato? È dal mio mondo che provengono le vostre canzoni, la vostra pizza con l’ananas, i vostri amori, le vostre risate, tutti i colori e i sapori e gli odori, ogni cosa che…

– Quindi, conte, cosa saremmo senza di voi?

– Senza speranza, rassegnati, grigi.

– Questo ci piace!

– Ma… Santità!

– La speranza fa immaginare un mondo dove le cose vanno diversamente dal presente, e l’immaginazione porta alle idee, e le idee fanno fare piani, e i piani portano alle rivoluzioni. La speranza è sovversiva e la fantasia è un terrorista agli occhi del potere. E il potere che io rappresento non può tollerare questa minaccia. Guardie, arrestate Sir Harold de Mickey conte di Mouseton. Alti Cardinali e Arcicapitalisti, giudicate voi questa pericolosa minaccia.

– Crucifige! Crucifige!

– Guardie, il Consiglio di Amministrazione e dei Ministri del Regno di Ierocratica Santa Chiesa e Profittevole Produttiva Industria ha parlato.

E un’ora dopo una croce svettava sul Monte del Profitto mentre la poca luce rimasta diventava grigia. 

– Santità, il topo del Regno della Fantasia è morto.

– Molto bene. Si dia l’ordine a tutte le industrie di produrre armi e odio, e che tutti i nostri scienziati cerchino il modo per aprire un passaggio sicuro verso questo regno della Fantasia, e appena trovate il modo, che si radunino le armate e si dia inizio all’invasione. 

E così tutte le fabbriche si misero a produrre e tutte le teste degli scienziati a pensare a pieno ritmo, ma per fare questo serviva tanta, tantissima energia, e il prezzo pagato per ogni singolo dentino divenne così alto che davanti agli uffici preposti al loro acquisto ogni giorno si formavano lunghissime code di cittadini. Anzi, la cosa, forse, funzionò pure troppo, perché ben presto, allettati dai facili ed enormi guadagni, tutti i genitori del regno smisero di attendere la naturale caduta dei denti da latte dei loro figli, e così tutti i bambini si ritrovarono anzitempo senza denti; con altrettanta rapidità si sviluppò un mercato nero dove, in un giro fatto di funzionari statali corrotti, bustarelle e malfattori, i singoli dentini venivano venduti e acquistati più e più volte; poi, quando i dentini da latte iniziarono a scarseggiare, il governo pensò bene di raddoppiare il prezzo offerto per ogni dentino consegnato, e poi di triplicarlo, e nel regno aumentarono le nascite, ma non bastava ancora, fino a quando qualcuno, e nelle società capitaliste c’è sempre qualcuno in grado di vedere oltre, pensò bene di creare la prima fabbrica di bambini, bambini generati in modo e in quantità industriale, geneticamente modificati per avere una dentatura più numerosa, allevati in ampie gabbie fino alla caduta dei denti da latte e dopo inviati nelle altre fabbriche del regno come manodopera a basso costo. E, lentamente, nel corso di lunghi secoli, la popolazione libera smise di esistere e tutti gli abitanti del regno nascevano in provetta, crescevano in piccole gabbie fino alla caduta dei primi denti e dopo finivano la loro vita come schiavi al servizio del profitto, e persero anche le fattezze umane, sempre più simili a dei topi, e persero anche la voglia di guardare il cielo; topi con spenti occhi soddisfatti, perché avevano perso la speranza.

Illustrazione di Greta Bengasi