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Maria Occhipinti: Una donna libera

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Esce in questi giorni per Sicilia Punto L il libro di Maria Occhipinti Una donna libera; con esso l’autrice continua il suo racconto autobiografico iniziato con Una donna di Ragusa. 

Siamo nel 1946, tornata dal carcere dopo quasi due anni, una parte dei quali trascorsi al confino nell’isola di Ustica, e ricongiuntasi con la bambina nata nell’isola sul Tirreno, Maria cerca di rifarsi una nuova vita nella sua città. Il marito l’ha abbandonata, e il Partito Comunista ha alimentato nei suoi confronti i pregiudizi e le diffidenze che già aveva nei confronti dei ribelli del “Non si parte”. Trova negli anarchici la dimensione politica ideale con cui portare avanti le proprie aspirazioni sia sociali che di donna che non vuole più sopportare la subalternità e le discriminazioni. Le difficoltà di sbarcare il lunario e di coltivare i propri affetti ben presto però hanno il sopravvento. E’ costretta a lasciare Ragusa e ad intraprendere un viaggio che durerà 30 anni: nel suo bagaglio il ricordo sempre vivo della rivolta del 6 gennaio 1945 contro il richiamo alle armi; una profonda coscienza libertaria; una volontà ferrea nell’affrontare ogni tipo di avversità e difficoltà. Il movimento anarchico rimarrà la sua bussola ovunque lei vada, pur non disdegnando di criticare atteggiamenti che non condivideva e figure con cui antipatizzava. Ovunque, l’ombra amica di Franco Leggio, l’anarchico ragusano con cui ha stretto una solida amicizia, la seguirà e le fornirà i supporti necessari.

In questo corposo volume, già uscito per l’editore Sellerio nel 2004, vengono ricostruire le tappe del suo “peregrinare per il Mondo”: Napoli, Roma, Milano, Parigi, il Marocco, l’Inghilterra, il Canada, New York, le Hawaii, Los Angeles, Roma e di nuovo Los Angeles e di nuovo, definitivamente, Roma. Nei primi anni, con la figlia Maria Lenina, che poi deciderà di rimanere a Montreal e di dedicarsi al canto, poi da sola, coltivando nuove amicizie, facendo svariate esperienze lavorative, la maggior parte come aiutante infermiera presso cliniche private, ma anche in fabbriche e laboratori di sartoria. Affrontando con straordinaria passione, con verace coerenze, ogni tipo di ostacolo. 

Nei suoi anni italiani, scrive Una donna di Ragusa, libro che esce nel 1957 presso l’editore Landi di Firenze, che la porterà a conoscere il meglio dell’intelligenzia culturale italiana del tempo: Carlo Levi, Paolo Alatri, Cesare Zavattini, Leonida Repaci, Ignazio Silone. Alberto Moravia pubblicherà tre capitoli del libro sulla sua rivista “Nuovi argomenti”, lo stesso faranno Jean Paul Sartre e Simone De Bouvoir sulla loro rivista “Les temps modernes”. Una donna di Ragusa sarà finalista al Premio Viareggio, e probabilmente non vincerà solo perché pubblicato da un piccolo editore.

I percorsi e le soste più o meno lunghe di Maria, i personaggi incontrati, le battaglie intraprese, tutto ciò che compone il suo mondo nomade, viene qui raccontato con passione e sincerità. 

Gli ultimi anni romani, caratterizzati anche dall’uscita della seconda edizione di Una donna di Ragusa presso Feltrinelli, nel 1976, la vedranno coinvolta nel mondo femminista e pacifista e in alcune importanti campagne a sostegno dell’innocenza degli anarchici Pino Pinelli e Giovanni Marini. Sarà intervistata da Enzo Forcella per la RAI, e avrà una vita frenetica, quasi una seconda giovinezza. Avrà anche delle delusioni sia nei pochi ritorni a Ragusa, che in un viaggio a Ustica, incontrando l’indifferenza delle persone che aveva conosciuto nel ’45-’46; nel capodanno del 1980 sarà protagonista di una solitaria protesta davanti al Quirinale, a difesa dei contadini ragusani proprietari di terreni in contrada Mugno, vittime di un progetto di espropriazione a costi irrisori, perché sui loro terreni, per i quali avevano fatto sacrifici intere generazioni, si doveva costruire – come infatti avvenne – la zona industriale di Ragusa.

Negli anni successivi si ammalerà del Morbo di Parkinson, e, nonostante una tenace resistenza, sarà costretta a cedere definitivamente, il 20 agosto del 1996.

Le pagine di Una donna libera ci permettono di apprezzare fino in fondo i suoi sentimenti e la sua personalità di donna libera, ribelle, indomita fino alla fine dei suoi giorni.

Maria Occhipinti, Una donna libera, seconda edizione, Sicilia Punto L, Ragusa 2021, pag. 384, euro 18. Per acquistarlo scrivi a info@sicilialibertaria.it