di: Stefano Meli
William Faulkner
Il Saggiatore 2017
Nel 1925, William Faulkner, ventisettenne, molla tutto e se ne va a New Orleans “per essere libero di guardare il colore della vita, prendere pipa e carta, sognare, scrivere e per non essere più schiavo dell’orologio”.
Prese in affitto una camera a Orleans Alley e iniziò a scrivere “New Orleans Sketches”. La trasformazione era in corso, dalla campagna ad una folle e velocissima industrializzazione delle anime, il proibizionismo, una povertà e una solitudine figlie di un’America contadina e atavica, il rumore della violenza unica via per il sopravvivere quotidiano.
Tra piccoli delinquenti, spacciatori di whisky illegale, marinai, contadini in malora e vecchie auto arrugginite e fumanti, i personaggi di Faulkner si muovono tra il vaneggiamento e il precario, dove tutto può diventare il contrario di tutto. E allora ecco un’idiota che sorride stingendo tra le mani sporche un narciso mentre suo fratello viene arrestato per contrabbando di whisky. O Johnny, quel piccolo gangster con la pistola in tasca, che sogna di superare il Siciliano e che finisce tra le braccia di Mary, ovvero la Sorellina Morte che lo prenderà per mano tra l’odore della benzina. Poi c’è il Bugiardo che si beccherà una pallottola per avere detto la verità, l’unica volta nella sua vita. E ancora la nave Diana con la sua ciurma di disperati e reietti dove il razzismo più bieco giustifica l’omicidio. La superstizione e il buio di una notte incerta illuminata fiocamente da un paio di fiammiferi copriranno quel carro vuoto all’interno del quale il cadavere di Yo Ho aspetta una improbabile sepoltura. Ma il carro è vuoto, il cadavere non c’è più e si sentono le parole di Yo Ho al di là degli alberi e la nave Diana è lì ferma ad aspettare la ciurma.
Sei racconti ipnotici, sei colpi di pistola. Faulkner cammina lungo un filo delicato che si può spezzare da un momento all’altro. “Drunken hearted man” di Robert Johnson riecheggia nell’aria di tutto il libro e pagina dopo pagina, nota dopo nota veniamo risucchiati in un punto di non ritorno.