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Roberto Guarducci

di:

Ha lavorato per la maison Fendi per oltre 20 anni.
Ha vestito celebrità da ogni parte del globo diventando un prezioso esponente nonché grande esperto del lusso Made in Italy.
Livornese di nascita ma Barese d’adozione, ha attraversato il Bel Paese, entrando in contatto con le maggiori personalità del settore come Luciano Soprani, le sorelle Fendi, Karl Lagerfeld e il costumista Piero Tosi, punto di riferimento per la colonna portante del Neorealismo italiano, Luchino Visconti.
È lo stilista Roberto Guarducci, e oggi The Clerks lo incontra per conoscerlo insieme a voi.

Sedetevi comodi nel nostro salotto virtuale (rigorosamente in stile liberty per l’occasione) e cominciamo:

Partendo dalle basi, meglio toni pastello o colori accesi?
La mia preferenza è sempre rivolta a dei colori decisi, purché trasmettano intense
emozioni visive.

Genere musicale preferito?
Musica classica e operistica.

Perle o Swarovski?
Swarovski, perché brillano riflettendo la luce.

Sarebbe meglio definirla “Alta Moda” oppure “Haute Couture”?
Naturalmente “Alta Moda”, perché a grande titolo amo l’alta moda italiana.

Il film che tutti dovremmo guardare almeno una volta nella vita?
Il Gattopardo di Luchino Visconti, perché la storia incontra l’Arte, la cultura e la
Bellezza in un connubio perfetto.

Il libro di maggiore impatto nella sua vita?
Come il film citato nella precedente risposta l’omonimo libro “Il Gattopardo”, scritto dal nobile autore siciliano Giuseppe Tomasi di Lampedusa, ha avuto un grande impatto estetico e culturale influenzando il mio percorso nel mondo del fashion.

Che cosa non può mancare nel guardaroba di una donna?
Le gonne di qualsiasi genere e forma, perché rappresentano la piena femminilità e sensualità.

Quale trend non dovrebbe mai tramontare?
Tutto ciò che comprende eleganza e classe non dovrebbe mai tramontare e dovrebbe essere la base di qualsiasi creazione.

Quale aspetto dei suoi abiti la rende più fiero?
La continua ricerca di una modernità di stile che non dimentica la tradizione.

Quale titolo darebbe alla sua Biografia?
Roberto Guarducci : Il Rinascimento dell’Alta Moda Italiana.

In Italia ci sono due grandi epicentri per il settore Moda, Roma e Milano, fra i due quale preferisce?
Tutti e due e nessuno in particolare, perché nella loro unicità hanno strategie
produttive, storiche e creative differenti ma ugualmente importanti.

Lei è stato docente presso l’Università di Bari e in seguito presso l’Accademia di Belle Arti di Bari. Mi dica cosa non deve mancare nei percorsi di studio offerti in Italia, prima dell’ingresso in ufficio stile.
Non può mancare la sensibilità e l’intuizione al senso della moda, oltre alla
conoscenza e l’esercizio pratico e creativo.

Il Covid-19 ha avuto un forte impatto sul settore Moda, ma da un punto di vista creativo, può aprire nuove finestre per reinventarsi?
Certamente può aprire nuove finestre creative e tecnologiche per reinventarsi, ma tutto questo è legato ad una crescita economica che ne possa supportare lo sviluppo.

Non solo Fashion Designer, ma anche direttore artistico di eventi di Alta Moda fra cui “La Magia Delle Muse”. Cosa dobbiamo aspettarci per la prossima edizione?
“La Magia delle Muse” è un evento di Alta Moda, con un target qualitativo unico nell’Italia meridionale, arrivato con grandi consensi e successi alla settima edizione.
Sicuramente ci saranno delle novità, con nuovi stilisti che non hanno mai partecipato alla manifestazione ma che hanno un livello creativo di grande spessore estetico; inoltre, è molto attesa la presentazione della mia nuova collezione che prende ispirazione dalle “atmosfere jazz degli anni venti del novecento” e che presenterò in quella speciale occasione.

Art Nouveau e Art Déco sono due grandi fonti di ispirazione del suo lavoro, quale corrente artistica non potrebbe mai combaciare con i suoi gusti?
Nella mia moda tutto ciò che è trasgressivo e rock non è contemplato dalle mie scelte di gusto che, al contrario, si ispira ad un’estetica donante alla continua ricerca della bellezza.

Il lato più difficile del suo lavoro come stilista?
La competitività e l’invidia da parte di chi non ha le qualità né professionali né di
livello creativo che possano essere paragonabili al mio brand.

Il pensiero che la risolleva nei momenti di difficoltà?
Poter pensare di avere la possibilità nel mio piccolo di rappresentare, attraverso la mia creatività, una ricerca estetica che abbia un valore creativo importante che possa essere d’esempio a chi avrà la sensibilità di percepirlo.

Qual’è il ricordo più bello legato alla sua carriera nella moda?
Quando ebbi la possibilità di far sfilare una mia creazione alla prima edizione del mio evento “La Magia delle Muse”, nella sala degli Specchi del Circolo Unione del Teatro Petruzzelli.

Con quale stilista avrebbe voluto collaborare?
Uno degli stilisti che ho sempre apprezzato particolarmente è stato Roberto Capucci, con il quale avrei voluto collaborare ma non ne è capitata l’opportunità.

Quale stilista considera invece come proprio idolo?
Grandi stilisti che, insieme a Capucci, hanno rappresentato con la loro arte la grande moda: Valentino Garavani, Fausto Sarli e Gianfranco Ferré.

Il consiglio migliore che lei abbia mai ricevuto?
L’umiltà come valore professionale, la consapevolezza delle proprie potenzialità e l’esperienza che arricchisce il bagaglio culturale.

Cosa ne pensa del recente approccio di unificazione delle collezioni uomo/donna che sta avvenendo sulle passerelle di tutto il mondo?
Ritengo che sia una strategia interessante perché rappresenta al meglio e in modo completo le collezioni, con una notevole riduzione in termini di costi agevolandone e anticipandone le produzioni.

«La moda è uno specchio che riflette la cultura» (Bill Cunningham)
Questo pensiero si può applicare anche all’Alta Moda o è unicamente valido per il prêt-à-porter?

La moda è una forma di immagine che contraddistingue le persone. La sua funzione non è soltanto coprente per il corpo, ma ne evidenzia il gusto e la cultura oltre che lo status di appartenenza. Pertanto, le scelte estetiche non sono mai casuale ma condizionate da una scelta psicologica e culturale. Quindi il pensiero di Bill Cunningham si può applicare anche all’Alta Moda.

Roberto Guarducci, la sua storia è un successo di grande ispirazione per i giovani che sono agli inizi della propria carriera. Quale consiglio darebbe a chi si approccia al meraviglioso mondo della moda?
Ai giovani che si approcciano al mondo del fashion direi prima di tutto che, oltre al talento individuale, è necessario fare esperienza sul campo per poter creare delle produzioni che abbiano un valore estetico e commerciale significativo all’interno di una fetta di mercato importante.

CREDITS:
FRANCESCO OTTOMANIELLO FOTOGRAFIA
MASSIMO RUVIO FOTOGRAFIA
SALVATORE LEONE PRESS OFFICE