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Trilogia delle religioni

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Jesuit Joe si muove silenzioso, solitario e vendicativo tra le vallate innevate del Canada. Killer spietato e crudele, apparentemente immorale, miete vittime su vittime durante il suo cammino e gli scalpi dei suoi nemici sono la sua firma. La scia di sangue la strada da seguire. Ma la sua anima anarchica e furiosa presto ci racconta e ci fa intuire la ferma volontà di Jesuit Joe di eversione, di ribellione, contro l’imposizione e i diktat dell’uomo bianco e della chiesa cattolica. L’avventura, nelle tavole di Hugo Pratt, diventa uno scandagliarsi dentro, diventa il cercare un motivo, un respiro, una solitudine folle e nichilista che abbraccia un concetto altissimo di libertà e umana giustizia. Indiavolato e rabbioso contro i predicatori della sofferenza, Jesuit Joe si inoltra sempre più tra i boschi freddi e imbiancati del Canada fino a quando non si vede più. Poi, si sente solo uno sparo.

Nel secondo racconto della trilogia, “La macumba del gringo”, Hugo Pratt ci accompagna all’interno di territori spinosi e visionari in un Brasile surreale dove le streghe dialogano con un futuro già morto e dove le promesse di vendetta diventano tradimento. Le vicende di Satanhia, di Gringo, di Sabino e di Corisco rappresentano  l’allucinazione, lo squilibrio, il fanatismo, il caos che porteranno inesorabilmente una sorella a uccidere il proprio fratello e dunque quel salto da quella rupe per incontrare “in fondo al cammino” quella pace tanto desiderata che si può trovare solo “finita la nostra vicenda umana”.

A ovest dell’Eden” la critica feroce al colonialismo britannico in Somalia, la bandiera inglese innalzata con due teschi, la totale incapacità dell’uomo bianco di vivere il deserto, il silenzio. La non comprensione dell’orizzonte lontano, della sabbia e della polvere, casa del Mad Mullah, dell’Innominabile, dell’Angelo Caduto, del Vendicatore. Un fantasma che evoca la figura di Caino, incarnazione del male e della sovversione, un combattente nel sogno e nella mistica tribale che farà scivolare il tenente Robinson, simbolo del colonialismo e della guerra per una presunta civiltà, in un incubo nel quale è inutile cercare di capire e dove l’unica possibilità di salvezza resta seguire la propria ombra. Lentamente la pazzia diventa padrona di chi non può capire, il deserto è la casa dei demoni e delle proprie paure, le porte dell’Eden sono proibite e alla fine nessuno riuscirà a tornare indietro.

“La trilogia delle religioni” è letteratura, tre racconti che sono un racconto che va lì, oltre la realtà, oltre l’immaginazione, oltre il sogno. Le note di “War Behind the sun” di Buck Curran, una perfetta colonna sonora a tutto questo e se non stiamo attenti veniamo trasportati lontano, molto lontano dove anche noi rischiamo grosso.

Trilogia delle religioni. Hugo Pratt. Rizzoli/Lizard 2021