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Appunti sparsi su qualunque argomento che potresti aver scritto anche tu. Ma, purtroppo per me, li scrivo io e li dedico a chi affronta la vita con un White Russian in mano sognando un mondo migliore. Ma poi ci ripensa perchè tanto, alla fine, il mondo è di chi si fa la foto sorreggendo la Torre di Pisa. E va bene così.

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Il colpo di fulmine

di:

  • Buongiorno signor Primo ministro, la situazione è grave.
  • Buongiorno signor Ministro dell’Arte bellica, mi dica, cos’è successo?
  • La guerra va avanti da troppo tempo, le nostre risorse sono al limite.
  • Cosa propone?
  • Urge un razionamento dell’energia elettrica per uso civile così da garantire la continuità alle industrie impegnate nel nobile sforzo bellico.
  • Mmh, se è proprio necessario, così sia. Ha già in mente qualcosa?
  • Si signor Primo ministro. Propongo la chiusura delle fabbriche dei colpi di fulmine.
  • Ma… non è mai stato fatto! 
  • Lo so signor Primo ministro, ma secondo i consulenti del ministero che mi onoro di dirigere questa misura comporterebbe un enorme risparmio energetico. L’alternativa sarebbe quella di lasciare al buio le città, gli ospedali, le scuole, le fabbriche di prodotti alimentari, i social… capisce bene che scoppierebbe il caos…
  • Si, capisco perfettamente… va bene, va bene, firmo subito il decreto. A partire dalla mezzanotte di oggi la produzione di colpi di fulmine cesserà. 
  • Grazie, signor Primo ministro. Buona giornata.
  • A lei.

E la gente smise di innamorarsi. E senza amore entrò anche in crisi il settore, prima fiorente, dell’industria dei sogni. Tonnellate invendute di sogni ogni giorno venivano mandate al macero. I prezzi crollarono, le fabbriche fallivano, si sviluppò il mercato nero dei sogni di plastica, ma i prezzi erano così elevati che solo pochi fortunati potevano permetterseli, ogni tanto. Il resto della popolazione sprofondò nell’apatia e nell’indolenza. 

  • Buongiorno signor Primo ministro, la situazione è grave.
  • Buongiorno signor Ministro dell’Arte bellica, mi dica, cos’è successo?
  • Il popolo è depresso, nessuno si arruola più. E i soldati al fronte non hanno più voglia di combattere. 
  • Grave, molto grave, gravissimo! Cosa propone?
  • Ci servono soldati. 
  • Giusto, molto giusto, giustissimo. Ma come fare?
  • Propongo, signor Primo ministro, di riconvertire le fabbriche di artisti in fabbriche di soldati e poi servirebbe anche un intervento in campo agricolo… sarebbe necessario che là dove si coltivano fiori e romanticisimo si iniziasse a piantare della sana propaganda nazionalista. E inoltre, signor Primo ministro, tutti gli allevatori della Nazione sarebbe utile che anziché buoni propositi allevassero carne da cannone. 
  • Si, capisco perfettamente… va bene, va bene, firmo subito il decreto. 
  • Grazie, signor Primo ministro. Buona giornata.
  • A lei.

E così sparirono le poesie, le canzoni, i film, i romanzi, la pittura, la scultura, i fumetti. Chiusero i teatri, i cinema, i musei, le scuole e le università e i conservatori. E i giornali divennero grigi elenchi di morti e feriti e dispersi, e le televisioni e le radio trasmisero solo discorsi del signor Primo ministro e inni patriottici e imperativi categorici inneggianti all’annientamento del nemico e dalle catene di montaggio uscirono milioni di soldati, anime morte alimentate a carne da cannone in scatola. 

  • Buongiorno signor Primo ministro, la situazione è grave.
  • Buongiorno signor Ministro dell’Arte bellica, mi dica, cos’è successo?
  • La guerra è vinta, il nemico è distrutto ma i soldati non smettono di combattere.
  • Grave, molto grave, gravissimo! Cosa propone?
  • Dobbiamo difenderci dai nostri soldati. Produciamo altri soldati che vadano a eliminare i nostri soldati. 
  • Giusto, molto giusto, giustissimo. Ma come fare?
  • Costruendo una diga in grado di chiudere il mare della compassione. Senza più affluenti evaporerebbe in poco tempo e potremmo così estrarre tonnellate di prezioso odio e scatenare la guerra totale. 
  • Si, capisco perfettamente… va bene, va bene, firmo subito il decreto. 
  • Grazie, signor Primo ministro. Buona giornata.
  • A lei.

E così si costruì la diga, e il mare della compassione evaporò lasciandosi dietro una sconfinata distesa disseminata di enormi cristalli marroni di odio purissimo. E le fabbriche di soldati produssero milioni di soldati alimentati a odio che andarono a combattere contro altri soldati alimentati a carne da cannone in scatola, e la guerra totale si diffuse con il fuoco e con la pioggia e con i gas e con enormi nuvole radioattive dalla bellissima e bizzarra forma, e le città furono spazzate via, e il governo fu polverizzato e il popolo apatico e depresso e indolente fu ridotto in infiniti singoli atomi inconsapevoli e milioni di soldati si annientarono senza battere ciglio. E andò avanti per settimane e mesi e anni e ancora avanti fino a quando, infine, contro un tramonto dal colore ormai malato, rimasero due soli soldati, con i fucili l’uno contro l’altro puntati. Insieme spararono e insieme caddero. Era finita. Per sempre. E subito dopo il mondo si dissolse in un bianco lattiginoso dalla consistenza acquosa.

Lo scienziato staccò gli occhi dal microscopio. Bevve un sorso di caffè e, rivolto verso il collega alla sua destra:

  • Non so davvero cosa dire. Mai visto un virus tanto aggressivo…
  • Cioè?
  • Prima il virus ha attaccato tutte le cellule estranee, quando non ha trovato più cellule sane da attaccare ha iniziato ad attaccare sé stesso… incredibile davvero… in sole 48 ore il virus ha distrutto l’organismo ospite e, infine anche sé stesso…
  • Incredibile davvero! Ma che virus stavi studiando?
  • Virus Uomo… lo catalogo immediatamente come “estremamente letale”.
  • “Estremamente letale” … quindi i campioni che sono conservati…
  • Vanno immediatamente distrutti. L’Uomo non è gestibile. Neanche da noi. 

Illustrazione in copertina a cura di Greta Bengasi.