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Errico Malatesta e l’avvento del fascismo

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L’uscita di un nuovo volume di questa meravigliosa raccolta delle opere complete di Errico Malatesta va considerata senz’altro un avvenimento. Grazie all’infaticabile impegno di Davide Turcato, 6 dei 10 tomi previsti hanno già visto la luce. L’ultimo arrivato, cronologicamente, tratta dell’impegno politico di Errico Malatesta negli ultimi anni di attività politica alla luce del sole (dal 1924 al 1926), fino a quelli che lo accompagnarono alla morte (avvenuta a Roma il 22 luglio 1932, a 79 anni, essendo nato a Santa Maria Capua Vetere il 4 dicembre del 1853). 

Ci eravamo lasciati, con la recensione del volume sul periodo 1919-1923, il cosiddetto “biennio rosso”, con un Malatesta rientrato dal lungo esilio londinese e subito coinvolto in prima fila nella mischia sociale italiana, quella che avrebbe potuto essere l’alba di una rivoluzione proletaria e cambiare le sorti del paese. La sconfitta, dovuta all’irruenza della reazione fascista e alla vigliacca ritirata del fronte politico socialista e sindacale, ebbe come conseguenza la consegna dell’Italia a Mussolini, e l’attuarsi di una vendetta politica di massa contro antifascisti e proletari che avevano osato sognare e lottare per un mondo migliore.

In questo nuovo volume ci troviamo ad attraversare gli ultimi anni di scontro con il nascente regime, periodo in cui la speranza di una vittoria sulle forze della reazione si mantenevano vive nelle forze più avanzate del movimento operaio, ed il progressivo affievolirsi di queste speranze, con l’affermarsi del fascismo sull’intera società. Il 1° gennaio 1924 esce a Roma il primo numero di Pensiero e Volontà, rivista che Errico Malatesta dirige, dopo la cessazione forzosa del quotidiano Umanità Nova, fino al 1926, quando la pubblicazione viene soppressa d’autorità insieme a tutta la stampa antifascista. In essa, come negli ulteriori scritti che riesce a pubblicare nella stampa anarchica fuori d’Italia – aggirando la morsa in cui il regime fascista lo stringe progressivamente attraverso censura postale, sorveglianza personale e sistematiche vessazioni a chiunque entri in contatto con lui – Malatesta dà corpo a quell’anarchismo “realizzabile e realizzatore” che aveva promesso a Luigi Fabbri in una lettera del 1925. E’ un Malatesta lucido e maturo, che non ha mai perso quel filo di ragionamento che gli ha permesso di stare sempre al passo coi tempi, perseguendo, con l’idea e con l’azione, la rivoluzione come possibilità concreta e soluzione radicale alla questione sociale, nonostante sia messo in condizione di non potere incontrare, scrivere, dibattere con i suoi compagni. Sviluppando i temi del gradualismo anarchico e del pluralismo post-rivoluzionario, chiarendo i rapporti dell’anarchismo col sindacalismo, il repubblicanesimo, la scienza e la fede e opponendosi alle derive autoritarie degli anarchici “pratici”, Malatesta elabora lucidamente i capisaldi dell’anarchismo come metodo della libertà che schiude la via a tutti i progressi sociali possibili, precludendo illusorie scorciatoie. 

Nella modesta casa romana di Malatesta si assiste così, negli ultimi anni della sua vita, a un “paradosso delle conseguenze”: nel vano tentativo di decretare la sua morte civile, isolandolo dalla realtà continente, il regime fascista pone invece Malatesta in condizione di produrre gemme del pensiero anarchico che valicano i limiti di spazio e di tempo per giungere intatte a noi in tutta la loro lucentezza.

Enrico Malatesta, “Anarchismo realizzabile e realizzatore”Pensiero e Volontà e ultimi scritti. 1924-1932. Saggio introduttivo di Roberto Carocci. Opere complete a cura di Davide Turcato. Zero in Condotta – La Fiaccola, pagg. 368, euro 30,00. Per info o acquisti clicca qui.