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Scorze dure e scorci diversi

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Succulento questo terzo numero di “Scorci”, la “rivista siciliana di varia umanità” di cui ci siamo occupati alcuni mesi fa. Corredato da alcune opere di Kevin A. Rausch, fra cui quella bellissima che appare in copertina, il numero, come i precedenti, ruota attorno a un tema, e stavolta la scoppiettante redazione ha scelto lo “spreco”, un termine/concetto che è possibile abbordare in maniera differente, scrutare da “scorci” diversi, e trarne una miscela di contributi molto interessanti, e soprattutto, molto stimolanti.

E’ la sezione di apertura, situazionisticamente chiamata  “Deviazioni”, a fornirci alcuni saggi brevi, a partire da quello di Emanuele Amodio intitolato L’involucro tatuato della vita. Contrappunto fra consumo, lusso e spreco, con cui l’antropologo vittoriese trapiantato in Venezuela sviscera temi ufficialmente più correlati tra di loro, non mancando di riservarci le sorprese derivanti dal suo particolare angolo di osservazione: un paese del Sud del Mondo avvinghiato in una paralizzante crisi politico-economica che lo ha fatto stramazzare sul terreno della realtà misera e arrangiata di tutti i Sud.

A seguire l’intervento del sottoscritto, che come per “The Clerks” funge da direttore responsabile anche per “Scorci”, il quale, adottando un punto di vista più nostrano, scrive di Sviluppo, sotto-sviluppo e spreco in Sicilia, parlando di industrie e industrializzazione, di inquinamento e devastazione del territorio, di miraggi sviluppisti e trappole ideologico-culturali dai quali la nostra terra se ne esce con un bilancio disastroso e triste, ma utile, se solo lo si volesse, a comprendere gli errori da non ripetere e le strade da percorrere per intraprendere un reale e positivo cambiamento.

E’ quindi la volta di Brunella Missorici, che torna a un tema a lei caro, scrivendo di Delizie del terzo Millennio: cibo, lavoro, ambiente, mentre Andrea Luigio Mazzola assume il punto di vista filosofico con A proposito di di spreco, reificazione e alienazione. Angelo Barberi, che di “Scorci” è l’anima, ci riporta alla realtà, quella dura della terra, con il suo In dialogo con Antonio D’Amico, contadino

Un piccolo contributo lo invia Goffredo Fofi, intitolandolo (sul superfluo), proprio così, tra le due parentesi.

Di spreco ed altre cose si continua a parlare dentro questo numero ricchissimo. La sezione “Illumin/azioni” ci offre infatti i contributi di Livio Marchese, Vite di scarto: sopravvivere allo sviluppo; sempre di Angelo Barberi, con le sue consuete incursioni in letteratura, è l’articolo La difficile sfida di Vincenzo Consolo, di Giovanna Lo Presti Lampedusa, di Giovanni Tesio Preliminari sul teatro in dialetto, di Sebastiano Pennisi La forma della città: omile e megamacchina o giardino terrestre?, di Alessandro Finocchiaro Piero Gruccione e il dolore del paesaggio, sempre di Livio Marchese, che stavolta ci offre un’intervista che i lettori di “The Clerks” sicuramente apprezzeranno, è: Automoribundia di un cantautore. Enrico Lanza racconta Mapuche.

“Scorci” è suddiviso in numerose sezioni, alcune in realtà sono delle vere e proprie rubriche, come “Cartoline siciliane”, dove ritroviamo ancora due autori citati in precedenza: Sebastiano Pennisi e Angelo Barberi, che scrivono di una figura che andrebbe ripresa e studiata e rilanciata da cima a fondo: Danilo Dolci.

Due gli articoli per la sezione “I nostri antenati – Storia/Storie”: quello di Natale Musata intitolato Incontri sciupati. Carlo Doglio a Partitico, che ritorna sull’esperienza travolgente di Danilo Dolci e dei suoi rapporti di collaborazione, poi diventati difficili, col grande architetto antiautoritario Doglio. E l’altro di Angela Gallina: La vita jazz di Dora Musumeci.

Nella sezione “Approdi”, dedicata a non siciliani che hanno avuto a che farecon la Sicilia, appare lo scritto di Giuseppe Iannello Pietro Zveteremich e il “mal di Russia”. A cent’anni dalla nascita

La sezione “Ceneri e Lapilli ci offre scritti e recensioni di Giuseppe Strazzulla,, Alessandro Finocchiaro, Brunella Missorici e Sebastiano Pennisi, Anna Tinebra, mentre chiude il fascicolo, come sempre la vignetta di Guglielmo Manenti.

Ho voluto fornire il menù di “Scorci” n. 3, sperando che chi mi legge si faccia venire la voglia di gustare le tante specialità che vi sono offerte. Ricordo quindi che la rivista è reperibile solo scrivendo o telefonando alla redazione: Contrada Santa Mariola s.n.c. – 94100 Enna, tel. 340 4990772, e-mail: scoricirivista@gmail.com.

Che esiste anche una pagina Facebook: @scorcirivista. Che una copia costa 10 euro, e che i più pigri potranno richiederla anche alla redazione di “The Clerks”, e, se sono della zona gliela potremo consegnare a mano, altrimenti la riceveranno direttamente a casa via posta.