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Livori quotidiani, quelli classici. Solo che dalla routine quotidiana noi ne parliamo in termini social-musicali. Si, tutti fenomeni di costume più o meno italici ma soprattutto tratti dai usi e costumi dei social che provocano allergie, fastidi, singulti, movimenti peristaltici, etc. Ma si parla anche di tutte quelle musiche che fatichiamo ad accettare o non abbiamo più l’età per ritenere speciali: una scena che scena non è mai stata da qualche parte remota o nella città in cui si fatica a vivere. Figurati quella indipendente, che è tipo il mainstream ma con meno zeri nei cachet!
Riflessioni poco ponderate (si, il controsenso certo, ovvio), scritte a raffica durante insonnie da weekend, farmaci per il reflusso/gastrite inerenti il mondo della musica italico, i (mal)costumi dei social che sembrano l’avanspettacolo da tv locale di tanti anni fa.
Mi correggo: il cabaret è meglio di questa farsa imprenditoriale moderna, che va bene eh, ma vi state portando i coglioni con le pari opportunità che vogliono i poppettari (o polpettari secondo la terminologia catanese)dal basso che vogliono essere manipolati, ma compiacendosi.
Vabbè, ne leggete uno al mese dei LIVORI QUOTIDIANI.
Se non gradite questa rubrica all’interno di questa - suppongo - rispettabile webzine, lamentatevi con il caporedattore.
Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, istituzioni, luoghi ed episodi sono frutto dell’immaginazione dell’autore e non sono da considerarsi reali. Qualsiasi somiglianza con fatti, scenari, organizzazioni o persone, viventi o defunte, veri o immaginari, è del tutto casuale.

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Livore Quotidiani – senza appendice romanzata

di:

Dei prestiti linguistici per idioti e del romanzo d’appendice con svolta.

“ABBIAMO DUE VITE, LA SECONDA INIZIA QUANDO CI RENDIAMO CONTO DI AVERNE UNA”. 

Confucio. Cioè, io che cito Confucio? Ma siamo seri? Sì.

Non avevo mai pensato di dover dare ragione a Confucio, ma d’altronde se le sue parole rimangono lì dopo i secoli un motivo ci sarà. Cioè, lui rimane. I vostri inutili selfie no. Voi non esistete, manco io esisto, figurarsi, ma lui si.

Sicuramente sarà più intelligente citare Confucio che vivere come  ritardati che votano Meloni e portate le unghie chilometriche o le barbe da Talebani mentre impennate con l’Sh in curva parlando al telefono.

Sono socialista, sì. Tranquilli voglio bene a tutti, è un mondo diverso che voglio, altro che storie.

Ma potrei anche essere classista sotto alcuni aspetti (o meglio ESIGENTE) e come quello lì penso ognuno dovrebbe stare a produrre dove si merita di stare. Un certo Owen, non mi aspetto qualcuno di voi si ricordi chi sia ovviamente, diceva che ognuno di noi dovrebbe occuparsi di ciò che sa fare meglio per dare funzionalità alla nostra società e meno frustrazione, quindi farei dei bei test psicoattitudinali a tutti, altrimenti a pulire le latrine se proprio non si è capaci di fare altro 

Ma questa è la solita vecchia storia, oggi vi voglio parlare dei laureati under 35, si, quelli che hanno i telefoni e non li sanno usare per la funzione per cui sono stati inventati: telefonare.

Comunicare in tempo reale. Troppo difficile? È una questione di opinioni.

No, non lo è. Se non riesci è perché hai un deficit.

Vivere ad minchiam senza capire cosa si fa, dire una cosa e subito dopo affermarne con i fatti un’altra, o meglio l’esatto opposto. Essere idioti, oggi ci stanno riuscendo sin troppe persone.

Non voglio vedere nessuno? -> Eccomi in mezzo alla gente!

Non voglio una relazione! Ecco che mi invento una parola come situashionship.

Orbiting. Ovvero controllare i social e le interazioni social di un’altra persona o giù di lì.

Ritardo Mentale Totale.

Io so solo una parola per questo: PRC MDN.

Si avete capito cosa intendo.

Dicevo, capire la frase di Confucio non è difficile, semplicemente passata l’arroganza e l’idiozia giovanile (che oggi non ha limiti di età a dire il vero) capisci che ne hai solo una di fottuta vita, normalmente lo dovresti capire quando ti rendi conto che forse hai vissuto più di quel che ti resta da vivere, ma nonzi: siamo immortali, dobbiamo credere in quello che facciamo.

Avevo trent’anni ma ero meno idiota dei trentenni di oggi.

Schiavi consapevoli del lavoro, schiavi inconsapevoli del fatto che si nasce da soli e si muore da soli, e nel mezzo puoi fare due cose: trovare degli amici, farti una famiglia.

Eh, il problema è che chi pensa e studia non la fa ‘na famiglia, lo lascia a fare a lady tamarindo e mister tuta givova. Idiocracy, ancora una volta.

Bombe sui quartieri popolari? No, rieducazione di massa, metodo Ludovico Van o alla Zamjatin, vivere in palazzi fatti di vetri. Per vedere cosi quanto sembra stupido guardare gli altri che si riprendono col telefono.

Si, idiocracy.

No, non è questione che non ci siano più valori, non ci sono idee.

C’è solo nichilismo e neanche consapevole, vivo sola, produco sola, crepo sola.

Vivere ad minchiam come dice una mia amica.

Senza prospettive, parlando di logica ma ignorando il significato stesso delle parole, che non dovrebbe neanche essere troppo rigido, ma c’è una differenza fondamentale tra significante e significato. Lacan, Deleuze, De Saussure, bla bla bla.

Max Weber. Beh, si lui aveva ragione.

Un noioso teatrino di gente che si rincorre, di vigliacchi che stanno in affitto e figli di coloro che hanno comprato almeno due case.

Poi sono finiti male e ti lasciano pieno debiti ma almeno ci hanno provato.

Come biasimarli?

Apostati della conversione lira/euro, alfieri del giusto e dello sbagliato, moralisti benpensanti che andavano a mignotte mentre i figli guardan la tivù. Sostenitori dell’identità linguistica.

Cioè fai la multa a chi usa parole inglesi nella pubblica amministrazione e poi proponi una legge che in inglese si chiama flat tax? Sei ritardato, vah.

Se mi vesto da messicano a chi offendo?

Ho visto ‘sto video, qualcuno si lamentava di stocazzo di culture appropriation, i messicani stessi invece si facevano una risata.

Parlano di culture appropriation, io rispondo che dobbiamo finirla con sta puttanata che preferisco i giapponesi a pizza mandolino e spaghetti, dio perché siete deficienti?

Cultural appropriation?

Certo se ti serve per stereotipi comici, ma pensa un po’ esiste un’altra cosa: la culture appreciation.

Quest’estate una musicista tedesca non voleva cantare un canto dei minatori delle cave di zolfo. PRC MDN se stiamo lavorando in un progetto di residenza d’artista internazionale che è basato sullo scambio culturale perché ti fai questi problemi? Io scopro e viceversa tu mi scopri, io  interpretando te e viceversa.

No, perché il potere non occulto, quello sfacciato proprio, senza complotto, ti vende questa retorica.

Come se PRC MDN il sentire cosmopolita non fosse la cosa più sana. Vuoi abbattere le barriere e allora conosci TUTTE le culture, magari senza le fottute sfumature religiose (islam e cattolicesimo la rovina del mondo). O i buddhisti senza sensi di colpa.

Mi fai schifo te lo posso dire?

Sono grasso, posso farti body shaming al contrario?

Non me ne fotte un cazzo di andare in palestra eppure scopo più di te, me ne posso fottere?

Cosa vinci se ti dai un tono?

Si nasce soli, si muore soli. Si muore.

La seconda vita arriva proprio qui, quando capisci che devi morire.

Non ti drogare, ti fa male.

Ma perché il capitalismo, che affama le persone, non fa male?!

Perché il problema è morale se fondamentalmente è un problema economico.

Non desiderare la donna/l’uomo d’altri.

Io desidero tutto quello che mi pare e piace, l’importante è che non ammazzo nessuno per ottenere quello che voglio, o perlomeno recare offesa.

Rispettare il prossimo? Sbagliato.

Amare e sentirsi amati? Baggianate.

Sono invincibile, io ho un posto nella società, sono un dottore! Dottore di cosa? Non servi a niente. Non servi a niente.

Nasci solo, muori da solo.

Ma devi vivere ad minchiam, tenerti accanto le persone senza esporti del tutto perché la viltà è la virtù del contemporaneo. Non c’è un altrimenti.

Chi è disagiato? Colui o colei che non si accorge di recare disagi al prossimo. 

Il disagiato per eccellenza è esattamente questo, una merda che si approfitta per non perdere il piccolo privilegio d’attenzione che ha nel rovesciare il proprio disagio sugli altri

Ho scoperto delle robe aberranti come dicevo.

Situashionship: in pratica una roba tipo che si sta insieme senza stare assieme, cioè si fanno cose tipiche da gente che sta assieme ma non lo si può dichiarare e non si può neanche scopare con chi si vuole visto quanto è collegato a questo tipo di rapporto.

Una delle paraculate più vili mai lette. Ma veramente vivete così? Pazzi.

Meglio litigare, meglio la mia ex che mi butta i cd e i vestiti nella spazzatura dopo che ho scopato con una tizia mentre ero in tour. Sì, era la promoter di un live della mia vecchia band. Sì, mi è successo anche questo, poi anche un divorzio, vabbè le solite cose di chi pensava di avere più di una vita.

Poi ti accorgi che di vita ne hai una e ti rendi conto che la prima è finita.

C’è chi ‘sta frase di Confucio la capisce, c’è chi non la capisce perché limitato.

Perchè sei limitato se non capisci che la convinzione è peggio della pazzia.

Nasci solo e poi muori da solo, l’unica cosa che conta è quello che fai prima di questi due punti fondamentali che si chiamano LA TUA VITA.

Che vita di merda che hai quando non lo capisci, ma non lo puoi capire perchè vivi ad minchiam nella paura di restare solo.

Altra cazzata, L’ORBITING: orbitare attorno una persona senza dare segni di vita, così giusto per capire che fa.

Disagiati che creano disagio, questo è un’idiota vero: qualcuno o qualcosa che reca disagio agli altri in quanto disadattato.

La teoria dell’estremo adattamento alle patologie da social network porta a questo.

Cristo almeno una volta si scopava, si  faceva all’amore. Manco questo.

Ehy, ma se non stiamo assieme posso scopare con altre?

Questo mi griderebbe una voce interiore se ne avessi una e se fossi immerso nella cloaca del contemporaneo. Ah, lo sono.Ah, ce l’ho la voce interiore: mi ripete che sono cretino e che non dovrei dare importanza al prossimo proprio come ho fatto nella vita precedente.

Sì, lo so, ma poi come dice Confucio ho capito che abbiamo due vite perché ho capito che ne ho solo una.

C’è un club per chi ha capito sta roba della vita? Facciamo una app di dating o un social network solo per questa categoria?

I disagiati sono esattamente coloro i quali non si accorgono del loro disagio.

Il disagiato nasce da solo e muore da solo, ma senza prima aver rotto i coglioni e trasposto il suo disagio nella società.

Il paradosso del disagiato: Il disagiato non dovrebbe mai nascere, ma come facciamo a riconoscere un disagio senza i disagiati?

Semplicemente non avremmo bisogno di riconoscerlo perché non avremmo questo disagio.

Il disagio giovanile ti rende a pezzi.

Avete rotto tutti il cazzo, state male e dovete rompere il cazzo a me.

No, PRC  MDN, devo fare tante cose, vi devo rompere i coglioni per farvi riflettere. Coniugarsi con chi non si ama potrebbe sistemare le cose. Amicizia col sesso la migliore relazione.

No, l’amore è irrazionale ma non è un disagio.

Il disagio sei tu col blocco emotivo.

Non servi a nulla perché ti ostini a darti ragione?

Tagliati la testa e sparisci.

Niente romanzo d’appendice sto mese, Ian ha mollato quella sgualdrina e si sta riprendendo con grosse sbronzo e pantagrueliche magnate, mi ha detto pure che vuole aspettare Godot.

Perché se Godot arriva allora tutto può succedere, ma questo tutti i rincoglioniti prima elencati non lo sanno, perchè non lo leggono più Beckett.

Non conoscono Vivaldi, non distinguono Coltrane da una playlist Chill Out.

PORC MDN questo non è non rompere i coglioni ed essere liberi, questo è essere ignoranti e l’ignoranza è nociva.

Peppe sei un narcisista! Mi disse un’attrice non attrice che si fotografava nuda ogni due, tre settimane.

Io narcisista? Certo, un minimo di sanità ci vuole se ti piace stare più sul palco a fare musica dal vivo che a casa a farti i video di te che suoni.

Il narcisismo è utile per chi lo deve utilizzare.

E l’ipocrita (ipocrisia viene dal greco e vuol dire attore) ti accusa di quel che in realtà è il suo disagio.

Disagiati, che non capiscono che hanno una sola vita , che rompono i coglioni per manifestare il loro disagio accusando gli altri di essere disagiati.

PRC MDN, il napalm emotivo ci vorrebbe e Giuseppe Stalin; oh sì, se avessi i poteri di Giuseppe Stalin che mondo logico che porterei su questa terra, roba che manco i Vulcaniani avrebbero da ridire.
Via, portatemi via, lontano da qui.

Immagine di copertina di Mirko Iannicelli.