di: admin
Riceviamo e pubblichiamo il racconto del nostro inviato dall’estero Turi Canzonieri che con la sua dolce metà è andato a vedere i Marlene Kuntz a Bruxelles. Ma come suonerà all’estero un gruppo nato nell’89 a Cuneo?
Arriviamo al pilar bar, spazio concerti accanto alla Vrije Universiteit Brussel, l’università fiamminga “di” – avrete già capito quale città. Il concerto é aperto da Daniele Napodano e le birrette sono a prezzi non troppo universitari ma comunque non esagerati per un posto che fa concerti tutto l’anno.
Bicchieri di plastica con una cauzione da 1 euro fanno da contorno ad una folla di italiani con età media dai 35 ai 50 anni che non vedono l’ora di rivivere sensazioni forti datate anni 90/2000. Comincia il concerto con la consueta suspence, i quattro entrano accompagnati da un più giovane che si occuperà di suoni, sintetizzatori e accessori vari nelle canzoni ai più conosciuti: il tutto é piacevole, chitarristicamente prorompente e passionale come ci si aspetterebbe da loro.
La voce sente il passare delle stagioni ma fa comunque vibrare le corde dei presenti accorsi per celebrare passioni giovanili e post-giovanili; il passaggio tra i vari album prodotti dall’ensemble celebra comunque un desiderio di rock che é espressione di un malessere della società e desiderio di riscossa dall’appiattimento liberal/borghese in cui tutti noi siamo invischiati.
Tra feste meste, piacere autoindotto e nuotate eteree le quasi 2 ore di concerto passano perlopiù gradevolmente, rimane un po’ di nostalgia nel costatare che un po’ di pogo non avrebbe guastato; ma i fisioterapisti costano e i fisici non sono più quelli del 1994, anno d’uscita di “Catartica”, ricorrenza che ha convinto i nostri a partire in tour e dedicare lo stesso a Luca Bergia, batterista e co-fondatore della band scomparso l’anno scorso.