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JAZZ:RE:FOUND 2024, UNA RINASCITA

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Il 2024 è stato un anno di rinascita per il festival Jazz:Re:Found, il format che dal 2009 ospita musicisti da tutto il mondo: artisti jazz ed esponenti della black music. Dico rinascita, perché quella del 2023 è stata, per questo festival, un’edizione particolarmente triste. Gli organizzatori commemoravano l’anno scorso infatti, Alessandra Vigna, morta a soli 46 anni e parte fondamentale della troupe. Quest’anno si respirava un festival rigenerato, proprio come Alessandra avrebbe voluto. Un’iniziativa che va avanti, continua e sopravvive, e si conserva degna. Quest’anno in particolare, un’edizione davvero riuscita.

Il festival si svolge a Cella Monte, grazioso paesino nella provincia di Alessandria, nel Monferrato. Splendido luogo naturale del Piemonte, tra paesaggi assolati nel verde. Strade ripide che hanno fatto risvegliare i muscoli delle cosce e i flessori, e per qualche giorno altro che cardio e squat. Si è trattato del periodo che andava da mercoledì 28 al 1 settembre. Provvisto di diverse aree:

Camping collocato negli abissi di un campo in una zona che si raggiungeva in discesa, e ca va sans dire da cui si usciva in salita. Una routine che diventava piacevole, in un contesto molto rilassato, di socializzazione e condivisione. Con il bar al mattino da cui venivano distribuite le briosce mentre il barista svolgeva il suo ruolo da speaker al microfono usando il finto tenero intercalare “cip cip”.

Poi il glamping che sarebbe una versione glam del camping. Una sorta di prima classe, una zona costosa e se vogliamo segnale di una scelta non proprio equa. Ad ogni modo la zona era molto accogliente perché i ragazzi di RAM e Mens ex machina hanno adibito l’area chill dove venivano proposte attività tra le più disparate, dagli sleeping concert, ai workshop di meditazione e di approfondimento delle piante apotropaiche. Insomma un vero paradiso dal sapore mistico e sensuale, che imprigionava al relax di quest’aristocratica comunità meditante.

La prima serata ho avuto l’onore di intervistare Nino Frassica dieci minuti prima della sua esibizione strutturata in vari botta e risposta con un intervistatore. Battute sagaci, talvolta riciclate e fredde, ma sempre stimolanti.

Riportiamo qui l’intervista.

Puo’ Raccontare Lo Spettacolo Di Stasera?

N: Non E’ Uno Spettacolo, La Parola Spettacolo Non Mi Piace, Sara’ Un Incontro Dove Rispondero’ Sinceramente, Cosa Che Raramente Faccio, Quindi Sara’ Un Talk, Un Talk Show, Dove Si Chiacchera., Lo Spettacolo E’ Quando Uno Si Esibisce, Stasera Alla Fine E’ Anche Esibizione, Ma Senza Copione, Senza Testo, Senza Niente, A Domanda Rispondero’

Siamo A Un Festival Musicale Nino Come E’ Il Tuo Rapporto Con La Musica?

N: Con La Musica, Col Jazz, Io Per Lezione Di Arbore, Quando Facevamo Il Jazz Nelle Trasmissioni, Ma Io Parlavo, Perche’ L’improvvisazione Verbale, E’ Uguale All’improvvisazione Musicale Che C’e’ Nel Jazz, E Quindi. Sono Jazzista, A Parte Faccio La Musica, Faccio Uno Spettacolo Dove Mi Esibisco, Anche Musicale ; Ho Un Gruppo E Scherzo , Facciomo Il Concerto , Si Chiama Tour 2000/3000

Hai Avuto Modo Di Vedere Un Po’ Il Monferrato?

N: Poco

Con La Promessa Di Tornare Allora?

N: Tutto Quello Che Ho Visto Mi E’ Piaciuto, Io Faccio Le Serate In Giro, Non Mi Fermo; Quello Che Ho Visto E’ Superficiale, Non Mi Fermo Perche’ Domani Ho Gia’ Un Impegno A Mezzogiorno Dovro’ Essere A Milano, Pero’ Quando Posso Divento Turista

La Tua Comicita’ E Il Rapporto Con Le Nuove Generazioni?

N: La Mia Comicita’ E’ Surreale Pero’ E’ Quasi Classica Perche’ E’ Una Comicita’ Che Si Avvicina Quasi Alla Poesia, Perche’ Non Racconto La Societa’, Il Tempo, Io Racconto Le Persone, Non Faccio Satira, Io Rovino I Luoghi Comuni, Le Frasi Fatte; Io Sono Un Vandalo Che Non Ci Sta Alla Normalita’ E Quindi Mi Piace Rovinare.

A me Viene Da Farti Una Domanda In Quest’epoca Di Social, Il Significato Che Senti In Live, Cosa Rappresenta Per Te Il Live? C’e’ Stato Un Cambiamento?

N Il Social Praticamente Viene Verso Chi Fa Il Live, E’ Lui Che Attinge, Non Siamo Noi Che Facciamo Spettacolo Ad Andare, Il Social Fa Vedere, Non E’ Ancora Una Forma Di Spettacolo, Ancora No.

Tu Hai Visto Un Cambiamento Nel Mondo Del Live Da Quando E’ Piu’ Fruibile:

N: No , Secondo Me Chi Fa Spettacolo Lo Fa Prima Per Se. Poi Il Musicista E’ Diverso Dall’attore, L’attore Se Recita Senza Pubblico Che Recita A Fare? Il Musicista Puo’ Suonare Da Solo , Anzi Sta A Casa, Suona Strimpella, Sta Avvantaggiato

Quanto La Musica, In Particolare Il Jazz Ha Influito?.. A Me Viene In Mente Quel Pezzo Sul Violino, Il Violinista; Le Cose Che Facevi Con Renzo Arbore, Il Monofestival..

N: Lui E’un Vero Musicista, Anzi Gli Piace Piu’ Fare Musica Che Fare Televisione; Io Sono Un Arboriano Ma In Realta’ Non So Suonare Nessuno Strumento, Pero’ A Volte Quando Si Improvvisa Come Ho Risposto Prima, Si Fa Jazz

Dopo Nino Frassica È Arrivato Il Momento Di Marcos Valle. Ascoltando I Pareri Del Giovane Pubblico, Pare Non Sia Stato Un Grande Successo. Molti L’hanno Trovato Noioso E Un Po’ Datato. Io Mi Son Sentito Un Po’ Una Mosca Bianca Perché Ho Apprezzato. Musicisti Davvero Interessanti, Per Brani Tra La Fusion E La Bossanova. Brani Indimenticabili Come So Nice Eseguiti In Maniera Eccezionale, Insieme Alla Moglie. Si È Vero Ogni Tanto Traspirava Un’atmosfera Un Po’ Da Crociera, Ma Sarà Il Mio Gusto Per Il Kitsch Però L’ho Trovata Tutto Sommato Gradevole. Sarà Che Dovrò Mestamente Ammettere Che Ho Un Animo Nel Fondo Un Po’ Da Boomer (L’animo Forse, Ma Certo Non I Privilegi).

Grande Successo Invece Per Dj Ralf Che Ha Risvegliato Gli Animi. Certo Per Chi Doveva Dormire Nelle Tende, Le Ore Piccole Si Sono Rivelate Un’arma A Doppio Taglio, Perché Si Sa, Alle 7.30 Del Mattino, Stare Dentro A Una Tenda Ad Agosto, Diventa Impresa Molto Ardua.

Il Giorno Successivo Ci Sono State, Nel Pomeriggio, Cinque Ore Di Fila Nella Zona San Quirico In Mano A Gilles Peterson Che Si È Rivelato, Come In Alcune Edizioni Passate Del Festival, Una Certezza. Con La Sua Selezione Ampia E Tropicale. La Sera, Nella Zona Del Main Stage Si Sono Susseguiti Il Mago Del Gelato E I Favolosi Glass Beams. Questi Ultimi Meritano Di Essere Ricordati. Una Band Molto Interessante, Composta Da Tre Misteriosi Australiani Coperti In Viso Da Una Maschera In Vetro. Una Band Nata Durante La Pandemia Che Sta Avendo Un Discreto Successo In Tutto Il Mondo, Con Un Genere Che Mi Verrebbe Da Indicare Come Una Vera Nuova Forma Di Rock. Non Come Quelle Rivisitazioni Mediocri A Cui Siamo Abituati Qua In Italia, Ma Qualcosa Di Veramente Nuovo. Se C’è Infatti Una Cosa Che Rende Unico Questo Festival, È Che Nella Selezione È Sempre In Grado Di Farci Capire Che Cos’è Davvero Il Presente. Non Si Tratta Di Quei Soliti Eventi Jazz Dove Si Ascoltano I Soliti Standard O Si Ricalcano I Soliti Stili Passati. Ma Viene Mostrato Che Cosa È Il Presente. Il Passato Si, C’era Eccome, Ma Incontrava Il Presente. Così A Tale Proposito Abbiamo Incontrato Anche Napoli Segreta Il Duo Napoletano Di Collezionisti Di Vinili Che Hanno Messo Musica Dalla Mezzanotte. Ho Avuto Il Piacere Di Intervistarli:

Come nasce Napoli Segreta? Che cosa avete raccolto?

ci siamo focalizzati tra il 70 e l’80, anche 75 85 , per quei 10 anni magici, erano una selezione che avevamo fatto proprio in base a un taglio di epoca,perche’ erano accadute tante cose a napoli, c’era stato il terremoto, perche’ c’erano le radio pirata, c’era la nato che aveva una presenza che aveva determinato anche un suono in citta’. E quindi abbiamo scelto poi dopo questo incontro iniziale di proporre delle serate col nome napoli segreta, per cui si suonava solo musica funk, disco napoletana, solo dischi napoletani made in napoli o qualche intruso che comunque avesse a che fare con napoli, anche perche’ inizialmente il funk a napoli e’ nato dalla presenza degli americani, della nato, della portaereo, e quando questi napoletani ascoltavano questa musica la volevano riproporre ma nessuno parlava americano e proprio spontaneamente abbiamo pensato cantiamola in napoletano. Inizialmente abbiamo pernsato prima ad una azione di recupero che ad un dj set vero e proprio.

Avete conosciuto personalmente gli artisti che avete raccolto?

si abbiamo conosciuto vari artisti, ad esempio donatella Viggiano, che e’ una persona che dopo questo episodio e qualche altro episodio passato ha abbandonato la musica, poi abbiamo provato a richiamarla sul palco nel 2018 quando presentammo il vol 1, la facemmo cantare il pezzo Napoli canta e muore, ad un concerto dei fitness forever che si prestarono a rifare in versione loro una sorta di cover. Di altri sono rimasti un po’ meteore, vabbe’Antonio Sorrentino e’ defunto, e’ morto abbastanza giovane e quindi non ce piu , altri sono rimasti sempre nell’oscurita’, qualcuno ha toccato dei punti un poco piu’ alti, ad esempio gli oro band hanno fatto pure delle comparse televisive.

Questo periodo 75 85 , la movida, la scena giovanile com’era? allora noi non l’abbiamo vissuta, pero’ ce la siamo immaginata, infatti il progetto e’ stato proprio questo, e’ stata un azione di recupero ma anche un azione di costruire un immaginario visivo, ad esempio le foto che facemmo all’epoca erano foto che andavano nel porto dove ci stavano i container che invece della scritta cosco c’era la scritta disco, oppure abbiamo fatto altre foto legate ad altri immaginari, che comunque in quell’epoca, o poco prima o poco dopo si stavano sviluppando, ad esempio c’era un parco giochi a Napoli che era uno dei primi in Italia, che si chiama edenlandia dove noi abbiamo fatto delle fotografie. Concentrarci su quell’epoca, aldila’ che e’ la musica che ci piace suonare, e’ un fatto che la citta’ raccontava di se stessa, era percepita in un modo completamente differente da quello che e’ oggi, perche’ oggi con l’overtourism che attanaglia Napoli, con i bed and breakfast che sorgono ogni giorno, questa citta’ e’ presa d’assalto. Ma noi gia’ l’avevamo indicata questa cosa, infatti nel retro copertina di napoli segreta vol. 1 che e’ stato scritto da Gennaro Ascione, parla di questo, napoli e’ sotto assedio tutti ne vogliono un pezzo. Anche dal punto di vista discografico questa. Cosa e’ stata sempre vista come: ok vengo a Napoli e mi prendo un pezzo, perche’ noi abbiamo superato la tradizione, qua non si parla di mandolino, di canzone classica napoletana, qua si parla di uno spaccato che va a rompere la tradizione, questa cosa di napoli sotto assedio e’ importante perche questa compilation e’ stata fatta a Napoli da napoletani, da noi insieme ai Nu genea.

A proposito di nu genea se potete dirci due parole a riguardo?

i Nu genea sono i nostri partner della compilation, abbiamo suonato ultimamente insieme a berlino, il 10 agosto, ci hanno invitato al loro back over, e diciamo che e’ in produzione, in cantina questo terzo volume,loro a riguardo faranno uscire qualche nuovo album pero’ non sono in grado di svelarti cosa accadra’ nel mondo nu genea.

Esiste solo un modo perche’ Napoli resti segreta, non parlarne affatto! Proteggiamola

Il giorno dopo, nella zona dell’ecomuseo c’è stato un susseguirsi di musica come il turbojazz di basta o v/z e layder. Sorprendente, nel main stage, l’artista Greentea peng che non conoscevo bene. È stata una rivelazione, con il suo r&b misto a jazz, dotata di una tecnica incredibile e una presenza sul palco notevole.

il giorno dopo, nella zona dell’ecomuseo c’è stato un susseguirsi di musica come il turbojazz di basta o v/z e lyder. sorprendente, nel main stage, l’artista Greentea peng che non conoscevo bene. è stata una rivelazione, con il suo r&b misto a jazz, dotata di una tecnica incredibile e una presenza sul palco notevole.

Forse però, il concerto che più di tutti mi ha conquistato, è stato quello che si è svolto sabato, ovvero Mulatu Astatke leggendario musicista etiope ottantenne. Una musica, la sua, senza tempo, dove venivano ripercorsi brani tratti dalla sua discografia. Il riconoscibilissimo tema contenuto nel primo disco Mulatu of Ethiopia, è stato emozionante. Mulatu al centro, con le sue calma e saggezza, con lo sguardo sereno di chi ormai non deve nemmeno più pensare a suonare, perché avviene tutto in automatico, e così facendo può trasmetterci direttamente il suo animo.

Dico che Mulatu Astatke è stato il mio preferito, solo perché non ho avuto modo di restare il giorno successivo, quando si sono esibiti gli Ezra collective, una band incredibile che mescola sonorità jazz e black. ma purtroppo a un certo punto bisogna tornare alla vita reale, il cui pregio è quello di annoiarci tanto fino a farci desiderare un nuovo Jazz:Re:Found. Conteremo sicuramente i mesi per attendere il prossimo e siamo certi che con questa carica ritrovata, ci sarà un momento di pace a base di ottima musica, anche il prossimo anno, per quello che sicuramente è uno dei festival più belli in Italia, capace di donarci tante emozioni, anche se spesso troppo severo con i nostri portafogli quando si tratta di bere e mangiare.