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Yosonu: anima e corpo… e barattoli.

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La prima volta che ho sentito un disco di Yosonu ho capito subito che c’era uno di noi dietro il progetto, qualcuno che ha un’idea completamente folle e che decide di metterla in piedi lo stesso. Poi ovviamente l’ho chiamato a suonare.

Giuseppe “drumz” Costa, classe ’80, comincia nella sua Vibo Valentia dalla tastiera, metteva su le basi e ci suonava su, poco stimolante a suo dire, ma ricorda perfettamente il 15 gennaio del ’97, giorno in cui i suoi gli hanno comprato la batteria; ricorda ancora meglio quando nel ’92 ha ascoltato per la prima volta “Black Album” dei Metallica, quando la perfezione dell’heavy metal lo ha completamente risucchiato.

Da lì il passo al punx è breve, gli piacevano le batterie veloci, come se fossero sempre in ritardo.

Comincia a provare in una piccola stanza sopra il negozio dei suoi (santi subito!) che avranno sicuramente gradito gli esercizi col doppio pedale.

I gruppi cambiano (Majorana, Askesis) e il musicista cresce, canta pure, fin quando il nostro si traferisce a Reggio Calabria per studiare architettura (fino a laurearsi, abilitarsi e lavorare come architetto!) e qui i gruppi non si contano più, attraversa quasi tutti i generi musicali e al divertimento si unisce anche il guadagno, finalmente.

Ed eccoci al 2014, la nascita di Yosonu: intuibile il significato, “io suono”, a cui la Y aggiunge un suono “tropicale” volutissimo. Il progetto nasce dall’esigenza di capire cosa avesse da offrire come musicista; batterista e cantante non gli basta più, vuole creare qualcosa di completamente nuovo, mai fatto, attraverso il corpo e una serie di barattoli: quindi inizia un lavoro di sottrazione, eliminando tutte le sovrastrutture e lavorando di sintesi.

Foto di Maurizio Lucchini

Nel 2015 esce il primo album “GiùBOX”, registrato tra l’armadio e il salotto di casa, letteralmente, suonando la musica del corpo e degli oggetti di uso comune usando la metodologia Orff-Schulwerk. Un disco solare, che rispecchiava la felicità del nuovo progetto: Peppe, reduce da una reggae band era spensierato, ma forse nell’ultima traccia troviamo già un’anticipazione del disco successivo. A questo disco segue una ristampa del 2016 di CNI Unite e patrocinata da Legambiente, voluta proprio per l’attenzione data al tema del riuso degli oggetti quotidiani e del riciclo.

Nel 2017 esce il secondo disco “Happy Loser”, sicuramente più scuro del primo nel linguaggio forse proprio per l’antipatia che ormai provava per quel primo lavoro troppo positivo e che ormai non lo rappresentava più; nel disco troviamo un suono industriale, più elettronico, quasi “sintetico”: infatti l’album viene registrato in posti enormi tra silos e barre di metallo. Nel disco trovate ospiti Ozric Tentacles e, non ci posso credere, Paolo Tofani (!), direttamente dagli Area, con cui poi Peppe formerà il duo “Battiti Alti”. Yosonu consiglia di ascoltare il disco di fila, dalla prima traccia all’ultima e viceversa, per rimanere sorpresi come si deve!

Eccoci al terzo ed ultimo album “Namastereo”, uscito a marzo 2020, che troviamo solo in vinile, e vi assicuro che è sorprendente: “ho scritto quest’album tra le 4 e le 8 del mattino, ma forse è il più curato fra tutti i miei lavori. È pop, forse, nel senso che è strettamente popolare, che arriva a tutti, sia per i messaggi dei testi che per la libertà musicale che c’è, al cui sound ho dato il nome di Free-Pop. Per ascoltarlo non ne devi sapere di musica, può anche scivolarti addosso, ma se invece presti l’orecchio con attenzione puoi capire tante cose”. Ed io ascoltandolo capisco tutta l’ossessività e la psichedelia articolata che questi suoni elettro-industrial mi lasciano addosso. Nell’album, tra gli altri ospiti, troviamo un fantastico Enrico Gabrielli in “Cucumanda” ai fiati, un suono preciso in un brano “dispari”, e una splendida Lavinia Mancusi in “Silence”, una voce calda e popolare in un brano siderale e frammentato.

Neanche a dirlo, periodo pessimo per far uscire un album, ma personalmente lo ringrazio perché avevamo bisogno di cose nuove e belle.

Nel frattempo Yosonu va avanti destreggiandosi tra mille altre cose, sonorizzare spettacoli insieme alla compagnia “Spazio Teatro” di Reggio Calabria, come “La ragazza con L’arco” di Anna Calarco e Gaetano Tramontana; ma a teatro,e non solo, lavora anche con laboratori di body percussion e propedeutica musicale, ma sta anche sonorizzando parte di un misteriosissimo cortometraggio di cui può dirci soltanto che ha sonorizzato i movimenti di un topo (e la curiosità cresce…).

Infine, ma ovviamente non meno importante, da giugno 2021 sta portando in giro “Mare Mostrum” insieme al nostro Francesco Villari, che ne anche scritto il testo: “Un ragazzino e il mare. Un ragazzino che diventa uomo. Un uomo che diventa vecchio. Costante, da sempre dal suo orecchio sinistro, l’acufene che è la voce del mare. Un mare che è il suo migliore amico. Un mare la cui risacca scandisce i tempi delle loro reciproche confidenze.” Peppe ci racconta che all’inizio era proprio una cosa punx/urbana, adesso il progetto si è ben strutturato e lo si intuisce dal riscontro che stanno ottenendo.

Cosa succederà da qui a breve per chi fa il nostro lavoro, gli chiedo: “siamo lontani dal concetto di normalità, soprattutto per alcuni settori (musica, scuola, arte); non so cosa succederà, ma posso dirti cosa spero, ovvero che non ci siano più zone rosse e poter lavorare come prima, ma non mi voglio illudere troppo, dopo il secondo lockdown riprendersi è stata durissima, ero giù da morire, fortuna che avevo mia figlia Alice a ricordarmi che valgo e servo a qualcosa, parlarne è stata dura: ignorare la pandemia o quello che è successo e continua a succedere è da stupidi. Adesso spero di poter ascoltare i dischi che gli artisti tengono in serbo da mesi sperando nelle riaperture e finalmente poter vedere dei bei live”.

Ah già, cosa ascolta Yosonu al momento?

“Ascolto tanta roba, intanto un ripasso generale al maestro Battiato, poi Marianna D’Ama, una polistrumentista abruzzese che mi piace molto, video inclusi, Saint Vincent, l’ultimo album è un funky contemporaneo bellissimo e Gojira, perché alla fine sono sempre un metallaro, eh!”.

Qui trovate tutti gli album da ascoltare e, soprattutto, comprare!

N.B. L’immagine di copertina è di Valeria Caudullo.