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Raccomandazioni #2: Piegare la carta, piegarsi l’animo: One Dying Wish – Origami (2020)

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Sono in auto, sedile posteriore, durante un’ accesa discussione su Torino, i suoi viali e suoi temibili “contro-viali” mi addormento. Quando mi risveglio siamo immersi nella nebbia, non si vede nulla se non la panda che stiamo seguendo. Arriviamo a Carmagnola (TO), entriamo in casa, è la casa di una famiglia. Ci sono le foto, tanti letti, stanze di fratelli che sono cresciuti ma rimangono con l’aspetto di quando si era più piccoli. Il giorno dopo a colazione la mamma ci parla di Francesco, i suoi progetti, la scuola. Gli One Dying Wish me li immagino così, riuniti nella saletta in cui fanno concerti domestici, come una famiglia. Dopo un inizio acerbo, tre ragazzi dalla provincia di Torino sono diventati quattro, si sono ri-arrangiati e hanno conosciuto nuova gente e cambiato formazione, tutto ruotando attorno alla saletta. Scrivono, riscrivono, smontano e rimontano e l’1 maggio 2020 esce Origami. Un disco screamo/post-hardcore tra le migliori uscite italiane del 2020, parlando di un ambiente in cui le migliori uscite di sempre sono comunque sconosciute. È difficile portare novità a generi di 30 anni e più, ma è difficile anche fare un disco decente. 

Cos’è un origami? Una costruzione di carta ottenuta facendo delle pieghe precise, e tuttavia è di carta e quindi fragile. Così questo disco, riporta la dedizione nello scriverlo, nel suonarlo ma anche la fragilità di chi lo scrive e di tutti noi. Tutto inizia con suoni tesi, poi arrivano le urla, un colpo di rullante e si lancia. Il primo brano è Il male minore, e me lo sento tutto. Ad una certa età bisogna iniziare a fare delle scelte. Le responsabilità aumentano e delle volte si continua a fare cose ma quando ci si ferma a pensare non ci è più chiaro neanche perché le facciamo. Tra le varie tracce si alternano chitarrone che sostengono la voce, arpeggi e stacchi che riportano la calma, parti di batteria punk hc che ritirano su il ritmo. Nelle rimanenti 5 tracce si trovano riflessioni sull’odio – “perdiamo i denti da latte e ci illudiamo di morder più forte” – amori che finiscono, stare insieme, solitudine e migranti. Qui bisogna fare un inciso, screamo, post-hardcore, emo e simili non sono genere in cui si capisce sempre di cosa parlano i testi, spesso sono narrazioni introspettive, ma tutto mantiene comunque la sua efficacia. Ogni tanto però bisogna riconoscere che un brano che parla della nostra quotidianità ci vuole, anche se non sarà ne il primo ne l’ultimo. Questo fa Mediterraneo, parla di loro e parla di noi – “spettatori non senzienti di una tragedia che diventa normalità, il nostro corpo non galleggia, sprofonda”. Il disco si chiude con un bell’outro-ne in Come origami che ti trasporta fino ai 25 minuti e 23 secondi che lo completano.

Ultima aggiunta non indifferente è il booklet. Come dicevo, spesso in questo genere i testi rievocano atmosfere rarefatte, poetiche ma poco definite, ispirano ma senza riferimenti precisi. Nel booklet di Origami, dopo ogni testo, gli One Dying Wish raccontano il senso delle loro parole, in italiano e inglese. Volontà non trascurabile in questi anni in cui comunicare sembra l’unica cosa che sappiamo fare ma che non riusciamo a fare davvero.Vi lascio con l’ultima frase de Il male minore : “Se ad ogni passo continuo a scegliere il male minore, maggiore è il divario tra chi sono e chi potrei essere”. Quindi cosa fai?

Origami esce per: Vollmer Industries – Upwind – Brigante Records & Productions – Entes Anomicos – Fresh Outbreak Records – TADCA Records – I.CORRUPT.RECORDS – SHOVE records – Seaside Suicide Records – Moon Decay Records – Non Ti Seguo Records