di: Stefano Barone
Il reggaeton è probabilmente la musica più amata del mondo. Nel frattempo, migliaia, forse milioni di persone, la considerano a metà tra uno scherzo di cattivo gusto e una piaga scagliata sulla terra.
(molte di queste persone popolano i miei inutili suggerimenti su Facebook, e credo ascoltino i Dream Theater).
Io stesso non sono per niente un conoscitore né un estimatore del genere, malgrado le tonnellate di dancehall che mi sono sparato in faccia negli ultimi 25 anni. Facendo però parte della schiera dei nerd scoreggioni, mi sono trovato naturalmente a gravitare verso le frange più oscure, sperimentali e contaminate di questa musica così apparentemente solare e sensuale. In giro per il mondo, collettivi latinx hanno preso il reggaeton (insieme ad altri generi latino-americani) e, da ghetto music globale, lo hanno trasformato in una piattaforma di lotta decoloniale queer (cito come esempio il collettivo milanese Sayri), imbastardita da mille influenze, dalla techno più profonda al noise industriale all’hd music.
Manuka Honey si muove dentro uno di questi collettivi – SUZIO, di stanza a Londra. Statunitense trasferitasi in Inghilterra, la nostra è producer, DJ, artista e astrologa professionista, e questa cosa sarebbe sufficiente a uccidere il mio interesse, se non fosse che il suo ultimo EP, “3Eternities Beneath You”, è una manata.
Il tresillo, ritmo riconoscibilissimo al centro di molte musiche latine, viene manipolato, attraverso i 6 pezzi dell’EP, producendo un ventaglio emotivo ampissimo. L’apertura Sinners Dirge comincia come tutt’altro, una specie di claustrofobica deconstructed club piena di hi-hat a mitraglia e strati di campioni, prima di diventare un dembow epico e allo stesso tempo intimista. I Like It, insieme a La Favi e Safety Trance, è l’unico pezzo cantato, un “sad girl reggaeton” dai bassi profondissimi. Per tutto il disco, i ritmi caraibici sono incupiti da una produzione oscura e metallica, chiara derivazione della musica dubstep e grime che la producer ha ascoltato nei suoi anni formativi. Si sente, qui come in molti dischi che raccomando, quell’apertura sperimentale, violenta e “industriale” che ha prodotto una progenie disperata dell’hardcore continuum britannico.
Le mie cose preferite sono probabilmente il ritmo agitato di Te Aviso e la chiusura pensosa di When Oracles Watch, ma l’EP è formato interamente da banger, roba che suonerei ovunque se solo sapessi fare il DJ. Nelle parole della stessa Manuka Honey, il concept del disco si riferisce a una concezione non-occidentale del tempo in cui questo può fermarsi, sospendersi e scorrere in maniera circolare. La musica e il sesso sono visti come forze che possono sospendere il tempo e produrre eternità. Non so se la musica di “3Eternities” mi comunica davvero un senso di sospensione infinita, ma certo è che Manuka Honey riesce a costruire una sensualità minacciosissima – qualità che nella musica cerco spesso invano.
“3Eternities Beneath You” è uscito a Febbraio (lo so, scusate il ritardo) per Club Romantico e potete comprarlo qui.