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Raccomandazioni #46 : Catalyst, screamo hardcore lento per immergerci le orecchie.

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Sono alla Coop, approfitto della spesa per sentire un po’ i consigli del feed di Bandcamp. Mi capita una band screamo/hardcore dal nome Catalyst. Il suggerimento arriva tramite l’americana Larry Records, che ha fatto uscire delle cassettine alla vecchia di Pomona, LP dei Catalyst appunto. La fantastica copertina è probabilmente il chitarrista nel bagno di casa che nudo annota su un taccuino in un delirio di pillole e altra roba attorno a se. Per deformazione professionale un nome del genere non può sfuggire alla mia attenzione e vengo spinto a inserirlo nella lista dei desideri. Bene, realizzo che nonostante sia fine novembre l’uscita ufficiale di questo disco è avvenuta a giugno del 2022. Indago un altro po’ sul profilo della band e viene fuori che due mesi dopo, a settembre, i Catalyst hanno pubblicato uno split a 4 con altre band americane, Dearstreet, Pottersfeild e gli Shortest Life. Due canzoni a testa e passa la paura. Bene, il 2022 finisce e siamo al 9 gennaio 2023. Bandcamp mi notifica “Catalyst just released an album” è l’EP 2023. Ma che cazz Catalyst, uno di voi ha lo studio o cosa? In meno di un anno 23 canzoni, è più della discografia di molte band di questo genere.

Bisogna ammettere che non è tutto oro quello che pubblica, ma ci sono delle cose interessanti. Sarò franco, forse avrei scritto meno brani ma avrei cercato di renderli più unici, ma alla fine ci sta, questo genere che ci piace a noi è tutto uguale e va bene così. Tante band hanno scritto fatto solo 2 canzoni diverse.

Andiamo al punto. I Catalyst vengono da Providence, Rhode Island. Sembrano proprio dei brutti ceffi e suonano una via di mezzo tra screamo e hardcore melodico pesantemente. Il midtempo seguito da quasi tutti i brani è sicuramente la caratteristica della band. Rare accelerazioni le troviamo in Pomona, in un brano di matrice punk hardcore – Government Laced my Check.

Non so se questi tre dischi sono stati scritti ravvicinati come il tempo delle loro pubblicazioni, sicuramente la produzione è migliore rispetto al primo disco, omonimo di dicembre 2021 (si, c’era una quarta uscita ancora prima). Però una microevoluzione tra queste uscite ce la voglio vedere, in particolare emerge nell’EP 2023, in cui certi brani hanno uno strumentale molto vicino al post-metal alla Pelican su cui si innesta una voce urlata a squarciagola. Esempio lampante di questa tendenza è Forget it I’ll figure it out, con cui si apre l’ultimo EP. Il risultato complessivo è un suono grezzo e avvolgente con cui fasciarsi la testa al bisogno.

Nel caso in cui sia possibile, Destroy, dallo split a 4, fa da ballata hardcore che spezza la discografia della band.

Insomma, c’è del bello in mezzo a questi 23 brani emersi nel giro di neanche un anno. Non voglio dirvi altro, fatevi un giro sul loro profilo e dategli un ascolto.