di: Señor Decente
Mi dispiace cari lettori, mi dispiace davvero. Purtroppo, dovrò farvi iniziare l’anno con un disco bello e temibile. Non dipende da me, non l’ho scelto io ma è lui che ha scelto me. Ogni volta che faccio partire il feed di Bandcamp qualche disco mi sceglie e così di mese in mese continua questo dolce accollo che la nostra Direttrice ci ha gentilmente proposto (Scherzo eh! Scherzo!).
Ma andiamo al sodo, per gennaio si parla dei Massa Nera, una delle band che rientra nel circolo di formazioni non italiane con nomi italiani (citati lo scorso mese i giapponesi Sto Cosi Cosi), dettagli (!). I Massa Nera vengono da Linden in New Jersey. Il loro nuovo disco si chiama Derramar | Querer | Borrar, esce per la canadese Zegema Beach Records. Primo long play della band, contiene dodici canzoni in buona parte dal minutaggio sostenuto.
Il disco si apre con An Endless Cycle // I Was More Than the Weight of My Work che in 7 minuti e 27 secondi ci snocciola tutto quello di cui la band è capace. Infatti, in Derramar | Querer | Borrar i Massa Nera spaziano fra tutte le correnti dello screamo e del post-hardcore, non lesinando momenti post-rock-osi e la musica house, si avete capito bene. Dalle parti lente ed arpeggiate alle parti veloci e violente. I temi dell’LP sono la contemporaneità con I suoi mali, la futilità a cui la quotidianità capitalista riduce la vita. Nel primo brano si declina tutto in relazione al lavoro, che schiavizza le nostre vite nel bisogno che abbiamo di esso per tirare avanti senza però lasciarci nulla. “I was more than the weight of my work, the shadow of a dream deferred, the one who feeds you controls you, did I ever have a choice?”
Come nei dischi precedenti, i brani alternano canzoni in inglese ed in spagnolo. La seconda è Hipócrita, testo chiaro e netto. Continua sul finire della prima, con dei motivi che accompagnano tutto il disco in un unico grande concept. Vi dicevo che i Massa Nera prendono a piene mani da tutti gli stili del genere, un estremo è Shapeshift. Il brano è letteralmente un cambiamento di forma. Dopo un minuto e diciassette secondi di puro post-hardcore caotico alla Converge di netto Shapeshift diventa un brano di elettronica da ballare in club con luci stroboscopiche ecc. ecc., ma non sono un esperto, magari mi sbaglio. Passiamo a April 7th e torniamo in riga sullo screamo dei Massa Nera con testo impegnato sempre sul tema del lavoro. Il disco scorre agevole e intenso, se leggete i testi attenti che prendersi male è un attimo. Arriviamo a Tristeza Consume, l’intro sembra un omaggio a The King is Dead dei Raein, versi rapidi a due voci emergono e il brano si è già consumato.
Degno di nota Anchored, che chiude il disco. Un’ intro calma e soffusa cela in realtà forse la parte più intensa del disco, quando la voce inizia a cantare in un attacco di densità emotiva altissima con “Everyday I wake up feeling defeated…”. Brano struggentissimo, parla della depressione e del suicidio. “In my dream I was drowning in the sea Sinking while my lungs collapsed Why can’t I feel at ease? Why is my answer death?”. In un endless cycle, il brano si chiude con i primi accordi del disco.
I Massa Nera ci lasciano con un disco di rara intensità, vi farà tanto bene quanto male.