...

#cinicamenteinteressante è quella notizia che vorresti sentirti raccontare ma preferisci, di gran lunga, leggertela durante l'emissione fisiologica quotidiana. Il gossip,il sarcasmo e quella domanda che ti poni di continuo, sono i personal trainer per quegli addominali che hai sempre modellato col didò.

#03: Risto-crazia

di:

Immagine di copertina di Mirko Iannicelli.

Hey, hey, lasciami entrare

mi chiede per favore

Hey, hey, fuori c’è un cane

che mi vuole fare male

Hey, hey se mi vuoi bene

non stare ad aspettare

sarò il gatto più fedele che tu

abbia conosciuto mai”

Ho impiegato un’ora e quindici minuti della mia vita per firmare un contratto di lavoro. Incredula!
Mi hanno fatto accomodare su una poltrona, massaggiato i piedi, lustrato le scarpe, offerto un aperitivino analcolico e, senza che mi accorgessi di nulla, mi ritrovai dinanzi una donna dai capelli luminosi, sorriso smagliante con intorno un’aura che sembrava stessi parlando con un anima del purgatorio, pronta a smistarmi all’inferno. Invece… con tutta la pazienza del mondo e con accenti che neppure un ostrogota saprebbe decifrarla, mi spiegò tutto! Dai diritti ai doveri personali, regole e sanzioni, dalla maternità alla pensione.
Immaginatevi la mia faccia adesso.

Un’ora e quindici minuti di musiche ecclesiastiche e cherubini con voci bianche che costellavano i miei pensieri a tal punto da non capire un cazzo. Perché in definitiva non saprei spiegarvi niente di quello che mi disse!


Ma cosa ne saprà, di tutto ciò, la nostra cara rider, che girovagava in lungo e largo, per le vie di Roma, per consegnare del cibo fuori orario di coprifuoco?

Perché, come già saprete, Roberto Angiolini nonché cantante, ristoratore, musicista presso Propaganda Live, in balia dall’ansia da puntualità, mandò l’amica, assunta temporaneamente presso il suo ristorante, a consegnare, senza rendersi conto che, sforando l’orario di coprifuoco e soprattutto senza alcun contratto, le forze dell’ordine erano dietro l’angolo a coglierla in flagrante.

Lasciata circolare come un gatto senza microchip o medaglietta riconoscitiva, si sono appropriati della sua lusinghiera schiera di sfoghi che, mannaggia al cazzo, denunciò Roberto Angelini senza troppi se e senza troppi ma.

Grazie a questa supersvista da parte dell’artista, molti giovani stanno ribellandosi per i continui ingaggi senza diritti e tutele, o lavori in nero. Prima della pandemia c’era la fila, adesso si moltiplicano le richieste di personale nel settore della ristorazione. In quattordici mesi sono andati persi circa il doppio dei posti di lavoro e pure il fatturato è degenerato. Molti sperano nella ricrescita e altri creano posti di lavoro con stipendi che coprirebbero le spese per una tintura fai da te.
Ma molti altri, cioè quelli che sperano in una discesa di santi, deragliano la nave dell’occasione abbindolando il datore che, offrendo loro una paga e un contratto decente, con le mani legate assume farabutti che, con il minimo sindacale, ottengono pure il reddito di cittadinanza. 

Adesso mi vien da chiedermi: sarà successa la stessa cosa a Roberto Angelini?
Colgo l’occasione però di congratularmi con Lei per l’umiliazione e la lezione donata al popolo italiano; senza di lei queste nuove promesse culinarie non avrebbero mai avuto considerazione alcuna e, col pepe nel culo, i datori di lavoro assumono con molta più discrezione.

Se hai fama, o fame, dipende dal tuo intestino, internazionale, queste conseguenze incidono molto di più.

Ovviamente non posso che includere a questa meravigliosa esperienza un film che segnò parecchio il mio umore, un giorno di estate, alla rassegna cinematografica Ragusana dove passano molti film indipendenti, del quale ne faccio tesoro per poi rendervi partecipi.

SORRY WE MISSED YOU” di Ken Loach.

Conoscete tutti Ken Loach?

LUI è il classico regista che affronta tematiche all’avanguardia; vuol dimostrare al mondo che ci sono argomenti e tabù che alcuni stentano a sfoggiare. Il suo lato empatico li snuda sulla scena, evidenzia la vita crudele e sensazioni tangibili che, unendosi, fanno vedere il volto reale della vita quotidiana. Come in questo, in tutti i suoi film.

Una famiglia affiatata, unita, compatta, infrangibile. Il padre disoccupato, la madre lavoratrice assidua, impegnata tutto il giorno, un figlio adolescente ribelle e una figlia riconoscente e gentile con tutta la famiglia.

Tutto molto bello, finchè il padre trova lavoro.

Un lavoro da corriere, a provvigioni, più sei puntuale a consegnare più aumenti il budget. Ma è così che inizia a dipendere da un lavoro che non ha profitti, alla quale dedica anima e corpo, trascura la famiglia, non dorme, litiga con la moglie per mansioni dimenticate, e il figlio, per le mancate attenzioni, marina la scuola, ma credo per volere di Loach, non è stranamente attratto dalla droga (un problema in meno, penserete!) , tuttavia dimostra quanto tenesse alla sua capacità artistica e, dati i problemi familiari, si rifugia in essa.
Ma non è del figlio che voglio parlarvi…

Il film riverbera molto sui problemi legati a faccende familiari  dovute ai salari bassi e all’incapacità di sostenere le spese. Perché è questo quello che subiamo. Lavoriamo migliaia di ore per un guadagno umile. Talmente umile che dimentichiamo chi ci sta intorno, trascuriamo noi stessi, sopravviviamo… e se banalmente dovesse succederci qualcosa, le spese mediche supererebbero quelle stipendiali.

Mettiamo in ballo la Svezia, dove la settimana lavorativa ammonta a quattro giorni. Esperimento nato per concepire il lavoro diversamente da come siamo normalmente abituati a vederlo. Lavorare solamente quattro giorni  non solo dà determinazione, organizzazione e sinergia, ma anche fiducia e stima in se stessi.
Come sottolinea William Griffini della CARTER & BENSON: 

HO SEMPRE PENSATO CHE, SE LA VITA TI HA DATO TANTO, SIA IMPORTANTE RICAMBIARE. PER QUESTO NELLE MIE AZIENDE VENGONO PRIMA LE PERSONE DEI PROFITTI. 

LA SETTIMANA CORTA è FRUTTO DI UN PERCORSO FATTO INSIEME AI MIEI COLLABORATORI. UN PERCORSO COMINCIATO TANTI ANNI FA, NEL QUALE ABBIAMO AGITO SU TRE VALORI FONDAMENTALI: LA FIDUCIA, LA RESPONSABILITà E L’AUTONOMIA, CON L’OBIETTIVO DI DARCI RECIPROCAMENTE PIU QUALITÀ NEL LAVORO E NELLA VITA, AGGIUNGENDO UN MAGGIORE EQUILIBRIO.”

E’ così che dovremmo agire tutti, per aver una vita fruttuosa e soprattutto felice.

Ma come ci insegnano in Italia: “ FAI IL LAVORO DEI TUOI SOGNI E NON LAVORERAI UN GIORNO DELLA TUA VITA.”

Peccato però che poi dovrai andare a pane e cipolla.
Ad accompagnarmi nella scrittura: “THE RAT” de “ THE WALKMEN” dall’album BOWS & ARROWS del 2004.  Buon ascolto!