...

Appunti sparsi su qualunque argomento che potresti aver scritto anche tu. Ma, purtroppo per me, li scrivo io e li dedico a chi affronta la vita con un White Russian in mano sognando un mondo migliore. Ma poi ci ripensa perchè tanto, alla fine, il mondo è di chi si fa la foto sorreggendo la Torre di Pisa. E va bene così.

...

Fiaba imperfetta di un mondo quasi perfetto

di:

La stanza era avvolta dal profumo del caffè mentre dalla radio una voce gracchiante spezzava il silenzio.

[…prosegue la prigionia dell’ex zar Nicola. Il Governo provvisorio…]

E intanto fuori continuava a nevicare.

[…ma c’è grande apprensione per rientro in Russia di…]

E intanto il fuoco scoppiettava nel camino.

[… milioni di morti e intere nazioni…]

E intanto l’uomo seduto sulla poltrona rossa si accarezzava la barba con gli occhi socchiusi mentre una pregiata edizione autografata de “I racconti della Zia Pazza” se ne stava aperta a pagina 85 sulle gambe.

– Brutte notizie, capo?

– Come sempre, caro Frollino… e la colpa è dei tuoni.

– Ehm… dei tuoni?

– Sai perché gli Uomini hanno smesso di spaventarsi dopo un tuono? Perché hanno smesso di usare la fantasia per spiegare il Mondo… e sono diventati sempre più cinici e quindi incapaci di provare stupore per le piccole cose… i bambini non pensano alla guerra perché hanno paura dei tuoni, non li sanno spiegare, gli adulti, invece… Ma lasciamo stare, piuttosto, dovevi dirmi qualcosa?

– Si, capo, è arrivato Lui… è di là che aspetta.

– Oh bene! Fallo entrare.

E poco dopo, nella stanza entrò un uomo sulla cinquantina, infagottato in un cappotto grigio di lana e con in testa un berretto con la visiera da operaio. L’uomo seduto sulla poltrona rossa gli andò immediatamente incontro.

– Compagno Il’ič, finalmente!

– Compagno Claus, che piacere!

E i due, da buoni amici, si misero a sedere davanti al camino.

– Ma dimmi, Compagno Il’ič, come è andato il viaggio?

– Estenuante, ma ormai manca poco…

– Certo che però tornare in Russia grazie al Kaiser non deve essere stato facile…

– Vero, Compagno Claus, ma la Rivoluzione la si fa sfruttando ogni singola opportunità che ci viene data…

– Ecco, Compagno Il’ič, proprio di questo ti volevo parlare… La Rivoluzione ha tanti nemici e per vincere avremo bisogno di armi…

– Si, e anche tante.

– Ecco, appunto. Dunque, gli elfi del reparto Ricerca e Sviluppo sono riusciti a ricreare l’arma prodotta dai tappi di sughero che, secoli fa, permise ai giacobini di vincere la Rivoluzione francese e di arrivare sulla Luna e…

– Aspetta Compagno, aspetta… Giacobini? Giacobini sulla Luna? Ma di che stai parlando??

– Oh, è una storia lunga, e prima o poi te la racconterò, ma non oggi. Il punto è che abbiamo finalmente capito come costruirla e, credimi, non esiste arma più potente, i reazionari non avranno scampo e il Partito sarà invincibile.

– Interessante! E quest’arma per quando potrebbe essere pronta?

– Diciamo sei mesi a partire da oggi. 

– Perfetto, Compagno Claus! E se tutto andrà come spero, il Partito si ricorderà del tuo prezioso aiuto. Adesso ti devo lasciare, i treno per Pietrogrado parte fra sei ore, e la strada per Helsinki è lunga. A presto, Compagno!

Appena il Compagno Il’ič se ne andò, l’uomo dalla folta barba bianca, che era stato appellato “Compagno Claus”, premette un bottone rosso e pochi secondi dopo il Primo Aiutante Frollino si presentò e si mise sugli attenti.

– Frollino, ci siamo! Avvisa il Reparto Produzione, da oggi priorità assoluta all’arma dai tappi di sughero.

– Ma, Capo, se blocchiamo tutte le altre produzioni come faremo a Nat…

– Non importa Frollino, quest’anno il Natale sarà diverso.

E Frollino, sempre sugli attenti, si attivò immediatamente inviando in giro per il mondo squadre di piccioni, criceti, procioni e gatti neri affinché recuperassero tutti i tappi di sughero possibili che, con enormi convogli rennici, furono poi inviati alla Fabbrica Polare Elfica dove gli scienziati del sottobosco avevano intanto approntato gli enormi macchinari necessari alla triturazione, macerazione, fermentazione e trasmutazione sub-molecolare, tutti passaggi che avrebbero trasformato i prima innocui tappi di sughero in un’arma tanto potente e inverosimile da non poter essere spiegata. E quando finalmente dopo due mesi i depositi furono ricolmi di tappi di sughero, migliaia di fantastilioni di tappi di sughero, gli elfi operai iniziarono a produrre l’arma dai tappi da sughero, e per tutta l’estate produssero senza sosta e poi continuarono ancora a settembre fino a quando, ai primi di ottobre, tutto fu finalmente pronto.

– Capo, abbiamo raggiunto l’obiettivo. L’arma dai tappi di sughero è pronta nel quantitativo richiesto.

– Bene, Frollino, ottimo lavoro. Organizza la spedizione e assicurati che ogni cellula del Partito la riceva. Io avviserò il Compagno Il’ič.

E così Frollino, sempre efficiente e sugli attenti, si diresse al Reparto Stalle e ordinò al Capostalla Wunorse di approntare tutte le renne, anche quelle in ferie, anche quelle che non avevano ancora superato il corso della scuola di volo o quelle ormai in pensione. E qualche sera dopo, migliaia di renne presero il volo con rotta sud-est, direzione Russia zarista, e consegnarono ad ognuna delle cellule del Partito il loro carico di armi dai tappi di sughero.

– E poi? Cosa è successo poi? Dai nonno, come continua la storia?

– Calma, calma piccola scoiattolina. Nella notte tra il 6 e il 7 novembre, anche se per loro era la notte tra il 24 e il 25 ottobre perché seguivano il vecchio calendario giuliano, i bolscevichi fecero la loro rivoluzione e in poche ora smantellarono il vecchio regime zarista e in poche settimane consolidarono il loro potere. Certo, ci furono tentativi di reazione e restaurazione, le nazioni borghesi di mezzo mondo erano impaurite dai bolscevichi e quindi armarono eserciti e li inviarono contro la giovane Unione Sovietica, ma, grazie alla prodigiosa arma dai tappi di sughero che Babbo Natale aveva fornito loro, i bolscevichi li sconfissero tutti, diffondendo così la loro rivoluzione in tutto il mondo. Erano passati solo cinque anni e già tutta l’Asia e l’Europa, tranne la Gran Bretagna e la Germania, erano governate dal proletariato…

– Uhhh!

– Eh già, piccola scoiattolina, tutto andava per il meglio, ma…

– Ma…?

– … poi il Compagno Lenin…

– Lo zio Il’ič!

– Si, piccolina, il Compagno Il’ič morì all’improvviso.

– E poi e poi??

– E poi il Partito volle premiare Babbo Natale per il grande contributo dato alla causa socialista e lo elesse all’unanimità Segretario e Presidente dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche Continentali. Ma il nemico borghese non stava a guardare e così la Germania e la Gran Bretagna si allearono nell’Unione NazionalLiberalCapitalista e…

– I Nazicapisti!! Li abbiamo studiati al corso di preparazione, nonno!

– Si, piccola, proprio loro; dicevo, i Nazicapisti dichiararono guerra all’URSSC ma l’Armata Rossa, comandata dal prode Generale Frollino, grazie alla potente arma dai tappi di sughero, sconfisse i Nazicapisti e dopo pochi mesi la bandiera rossa sventolava su Berlino e Londra.

– Uhhhh bravo nonno!

– E dopo questi successi, rivoluzioni spontanee in tutta l’Africa, e nel Sudamerica e nella lontana Oceania, addirittura scoppiarono rivolte socialiste tra i pinguini dell’Antartide e tra gli orsi polari del Polo Nord. Dopo solo vent’anni dalla caduta degli zar quasi tutto il mondo viveva ormai sotto la pace socialista e…

– Perché quasi tutto?

– Perché gli Stati Uniti non…

– Chi??

– Ah, hai ragione cara, tu non puoi sapere di cosa parlo. Vedi, quelle che tu oggi conosci con il nome di Landa Desolata un tempo, tanto tempo fa, era una grande e potente nazione chiamata Stati Uniti d’America, ed era governata dagli avvoltoi, dagli sciacalli e dai capitalisti che sottomettevano il popolo grazie all’ignoranza e ai quiz televisivi. Ma un giorno, il Compagno Segretario Babbo Natale decise che era giunto il momento di porre fine a questa vergogna e inviò in quelle lontane terre centinai di migliaia di piccioni diplomati alla Scuola di Partito dei Commissari Politici di Mosca che fecero conoscere a quelle popolazioni oppresse i progressi che il resto del mondo aveva fatto grazie alle idee di Marx, Lenin e Babbo Natale. E così, lentamente, la gente e gli animali iniziarono a lasciare gli Stati Uniti che lentamente si spopolarono fino a quando non rimasero solo gli avvoltoi, gli sciacalli e i capitalisti e questi, guidati solo dalla cupidigia che li contraddistingueva, iniziarono a farsi la guerra tra di loro fino a quando non si estinsero, tra la totale indifferenza del resto del mondo che, col passare degli anni, aveva ormai anche dimenticato il nome degli Stati Uniti.

– Uhh, e poi? Cosa è successo poi?

– Intanto, nel resto del mondo, che era ormai unificato nell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche Mondiali, il progresso e il benessere aumentavano di giorno in giorno, la società era formata da eguali, la medicina finalmente curava tutte le malattie e la morte diventava sempre di più un lontano ricordo dei primitivi tempi passati e la scienza… oh la scienza! Negli anni Cinquanta andammo sulla Luna, dieci anni dopo ci costruimmo sopra la prima colonia e da lì poi, qualche anno dopo, portammo il socialismo su Marte. Che festa quel giorno, piccola mia… Tutto sembrava andare per il meglio, ma…

– Ma…?

– Ma dopo tutti quei decenni di pace e benessere e felicità per tutti stavano iniziando ad avvelenare le persone. Vedi, piccola scoiattolina, poiché tutti avevano tutto, si iniziò a perdere il senso delle cose, si perse la capacità di stupirsi per le piccole cose e tutto iniziò a sembrare vacuo e senza senso; come amava dire sempre Babbo Natale, i problemi nascono quando ci si abitua al tuono ed esso smette di fare paura, smette di stupire. E così tra gli Uomini, prima ci si abituò alla felicità ed essa divenne prima noiosa ed infine la si odiò. Nacquero partiti che chiedevano la disparità salariale, il precariato, altri che invocavano il liberismo più sfrenato, il razzismo e, addirittura, la guerra e la schiavitù.

– Ma nonno, non capisco… perché?

– Perché… perché l’Umanità è fatta di ferite e per progredire essa deve prima danzare sulle proprie macerie, e noi, noi rivoluzionari, pensavamo che l’Uomo fosse finalmente pronto a camminare senza ancora cadere, ma ci sbagliavamo.

– Io… non ho capito la cosa delle macerie e…

– Non importa, piccolina, non importa. La capirai quando sarà il momento e, di solito, il momento arriva sempre quando ormai è troppo tardi.

– E poi? Come continua la storia?

– Nel mondo scoppiarono ovunque rivolte, i controrivoluzionari si fecero sempre più forti, ovunque c’erano manifestazioni inneggianti all’infelicità ed al capitalismo, e alla fine il Segretario Babbo Natale prese l’unica decisione possibile: sciolse l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche Mondiali e con una astronave lui, io, le renne, gli elfi, i procioni, i gatti e pochi altri bolscevichi, lasciammo la Terra alle sue miserie e alle sue guerre civili e andammo su Marte dove, qualche anno dopo, nacque l’Unione Socialista Marziana e…

– E…?

– E poi, piccola mia, non so cos’altro è successo perché dopo sono morto.

– Uh, nonnino! Ti ha fatto male?

– Oh, no, no… è stato come addormentarsi dopo una lunga giornata di lavoro…

E poi, improvvisamente, tutto iniziò a tremare.

– Nonno, nonno, cosa sta succedendo?

– Non ti preoccupare, è il segnale che la mamma è entrata nella fase del travaglio.

– Del…?

– Significa che stai per nascere. Vai, e completa la mia storia. Ciao, piccola scoiattolina.

– Ciao, nonno Frollino.

Immagine di copertina di Mirko Iannicelli.