EDITORIALE

Hope there’s someone

di:

Artwork di Alessandro La Cognata.

Palestina: più di ottomila morti di cui quasi tremila bambini, questo solo nelle ultime tre settimane; se cominciamo a contare dal 1948 arriviamo a 35.000, e per cosa? Per la terra. Terra che a breve, allerta spoiler, non esisterà più se continuiamo così. A fine ottobre in Sicilia ci sono quasi 30 gradi e non piove, sulle Alpi non c’è neve, in centro Italia si nuota invece di camminare… e questo solo per parlare della nostra penisola.

Who’ll take care of me
When I die, will I go

Ma parliamo di bambini, di quelli che spero trovino pace almeno in un’altra dimensione, perché in questa nessuno ha avuto pietà di loro. Bambini che avevano già zero stabilità, che non conoscevano il calore di una casa o di una festa da McDonald’s con happymeal e patatine, di bambini che non hanno mai avuto una possibilità nella vita perché qualcuno aveva già deciso che fossero di troppo, bambini morti sotto le bombe.

Hope there’s someone
Who’ll set my heart free
Nice to hold when I’m tired

Eppure qui nessuno si vergogna di parlare di “bisogno dell’aumento demografico” non facendo nulla per facilitarne lo scopo, anzi aumenta le tasse sui pannolini e mette un premio, ma di magra consolazione, solo se fai almeno due figli, sennò cazzi tuoi.

There’s a ghost on the horizon
When I go to bed

How can I fall asleep at night
How will I rest my head

Mi chiedo solo come faccia certa gente a dormire la notte, io ci riesco poco. Mi costringo a guardare telegiornali che mi spaccano il cuore e non so perché, o forse si, certo che lo so. Sento dentro di me come un “dovere”, non tanto per le minchiate che sparano i politici a destra e a sinistra, letteralmente, ma dovere per le vittime che meritano che qualcuno sappia cosa gli è successo, come stanno morendo, per mano di chi e perché. Provo la stessa cosa quando si tratta dei documentari o dei libri sul nazifascismo: li guardo e li leggo perché è giusto che se loro hanno trovato il coraggio di raccontare ciò che gli è successo allora è mio dovere ascoltarli e leggerli. È il minimo che possa fare, non voglio che rimangano fantasmi per sempre.

Oh I’m scared of the middle place
Between light and nowhere
I don’t want to be the one
Left in there, left in there

Eppure sento che potrebbero rimanere per sempre nel limbo, tra luce e ombra, sorretti da chi come me ne mantiene vivo il ricordo e chi invece vuole dimenticarsene in fretta, per paura di non riuscire più a dormire.

There’s a man on the horizon
Wish that I’d go to bed
If I fall to his feet tonight
Will allow rest my head

Abbiamo visto guerre di ogni tipo, vero? Quante di queste vi sono sembrate giuste? Quelle che avevano a che fare con un Dio? Quelle per il potere o il petrolio? Quelle per stanare armi di distruzioni di massa? Quali? Ho quasi timore di sentire le vostre risposte, perché magari ci credete davvero come quei quattro beoti in tv che giustificano il bombardamento di un ospedale pieno di malati e bambini perché “Israele ha il diritto di difendersi”, e questo vorrebbe dire che io e voi non avremmo più nulla da dirci.

So here’s hoping I will not drown
Or paralyze in light
And godsend I don’t want to go
To the seal’s watershed

E quindi va bene dispiacersi per la morte di Chandler, ho visto milioni di post su facebook, vi capisco perché lo amavo anch’io, però magari fermatevi a pensare anche alla parte sfigata del pianeta ogni tanto, quella che non sa manco cos’è Friends ma che sputa sangue da quattro generazioni per una striscia di terra su cui cerca di sopravvivere.

Hope there’s someone
Who’ll take care of me

When I die, Will I go

Spero che ci sia qualcuno che si prenda cura di loro prima che muoiano, prima che sia troppo tardi e che qualcuno ci scriva una canzone o un film (si lo so, troppo tardi). Magari qualcuno che libererà non solo i loro cuori ma anche i loro confini.

Hope there’s someone
Who’ll set my heart free
Nice to hold when I’m tired
(antony and the johnsons)