EDITORIALE

Mafia e parrini

di:

Artwork di Mirko Iannicelli.

E’ autunno, cadono le foglie e anche i vecchi capi di stato.

Giorgio Napolitano ci ha fatto il favore, un po’ troppo tardi, di lasciare questo mondo per dirigersi (e qui il catechismo servirebbe) verso le braci degli inferi. Parliamo di un capo di stato, nominato per ben due volte, che parla al telefono coi mafiosi e poi dichiara al processo di non ricordare cosa aveva detto (ovviamente assolti tutti) per poi schierarsi contro gli orrori della mafia… e con Berlusconi, ovviamente. E ricordiamoci pure che è il padre di tutte le leggi che “regolano” l’immigrazione essendo il primo ad averne fatta una, orribile, nel ’98 da ministro dell’interno, detta “Turco-Napolitano”, che aprì la porta a quei due criminali di Bossi&Fini per fare campi di “accoglienza” con recinti belli alti per i migranti. E il papa va pure a fargli le preghierine sulla tomba, forse per sfregio visto che Napolitano è considerato l’ultimo comunista italiano, con buona pace dei comunisti italiani veri che si devono rassegnare al potere dei media.

La mafia e li parrini

Si déttiru la manu

Poviru cittadinu

Poviru paisanu

Vabbè, direte voi, il mafioso vero era Messina Denaro che, finalmente, è morto pure lui, da persona coerente, direbbe qualcuno, da vigliacco, dico io. Non sapremo alcune verità che riguardano il nostro paese, e temo che molte di quelle siano legate proprio allo Stato Italiano, motivo di tanta discrezione. Tuttavia i cittadini di Castelvetrano ringraziano e sperano che si possa parlare della loro città anche per le meraviglie da visitare e non solo per la gente di merda che ci ha vissuto. Amen.

E mafia e parrini

Si déttiru la manu

Vabbè, direte voi, però le leggi che regolino l’immigrazione servono – “mica possiamo lasciare le frontiere aperte con la gente che entra e esce come gli pare” – perché questa nazione non è un albergo!”. E invece si; io dico di si, e non penso di essere la sola. Ma dove tu vedi problemi il governo vede soluzioni! Ecco che Piantedosi se ne esce con la tassa per la libertà dei migranti: solo 4938 euro per non stare prigioniero in un CPR in attesa del processo. Insomma, se un poveraccio che attraversa tutta l’Africa, subendo violenze e torture di ogni genere, rischia la vita in un barchino insieme a un numero spropositato di gente per riuscire ad arrivare nelle rive italiche mezzo morto non ha neanche 5000 euro in tasca per pagarsi la libertà, ma che cazzo è venuto a fare in Italia allora?!

La mafia e li parrini

Eternu sancisuca

Poviru cittadinu

Poviru paisanu

Vabbè, direte voi, è questione di punti di vista. Come quel decelebrato a Pontida che urla “cedere Lampedusa all’Africa”. E’ il suo punto di vista, mica gli puoi vietare di esprimersi, e non è nemmeno il solo a pensarla così. Menomale che qualche giornalista che ama fare il suo lavoro è andato a intervistarlo per capirlo meglio questo punto di vista: ebbene, il decelebrato in questione suggerisce di spostare i lampedusani in Sicilia da qualche parte, comprando una migliaio di villette da dargli, e lasciare l’isola al destino dei poveracci che arrivano e non trovano nessuno che li aiuti. Pazzesco! Una soluzione così ovvia e pratica che quasi quasi manco mi metto a elencare le dodicimila obiezioni che mi vengono in mente.

Unu isa la cruci

L’autru punta e spara

Unu minaccia ‘nfernu

L’autru la lupara

Vabbè, voi direte, la libertà di pensiero è questa. E allora dico che bisogna riformulare il concetto, qualcuno si prenda la briga di dipanare questa matassa per favore, perché non se ne può più di trovare complottisti dietro ogni angolo solo perché non capiscono le leggi della fisica! Ma non solo, abbiamo anche illustri generali – non voglio fare il nome perché mi si infetta il pc – che ci spigano (in un libro, attenzione, che ha venduto oltre 93 mila copie) perché gli omosessuali sono malati e in che modo la pelle nera sia da considerarsi sbagliata e inferiore. Vomito.

Chi semu surdi o muti

Rumpemu sti catini

Sicilia voli gloria

Né mafia e né parrini

Vabbè, dico io, non bastano i terremoti in giro per il mondo ad estinguerci, a casa mia si dice che “l’erba tinta nun mori mai”, ovvero come sopravvivrebbero le blatte a un disastro nucleare, così farebbero i mafiosi (e i preti): le grandi alleanze non muoiono mai.

E mafia e parrini

Si déttiru la manu

(Rosa Balistreri, Otello Profazio, Ignazio Buttitta)