EDITORIALE

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Artwork di Alessandro La Cognata

Somewhere over the rainbow

di:

Artwork di Alessandro La Cognata.

Cari lettori, siamo arrivati al 2024 ma l’entusiasmo lo abbiamo lasciato ad aspettare a casa. Tra un brindisi e l’altro, almeno io, mi sono chiesta quanto c’è da festeggiare veramente. Passa un altro anno e siamo ancora qui, con oltre 170 conflitti, che chiamarle guerre pare brutto, in tutto il mondo. E mi voglio fermare qui perché a fare l’elenco di tutte le disgrazie che affollano il pianeta ci si mette una vita, e sinceramente avrei voluto iniziare il nuovo anno con almeno una buona notizia. A trovare una da qualche parte.

Way up high
And the dreams that you dream of
Once in a lullaby, oh

Soprattutto in questo periodo di “feste”, con milioni di film in tv che parlano di amore e speranza, tsè, per scovare una sola buona novella ci vuole un miracolo. Ma uno di quelli buoni. Se parliamo di politica nazionale mi metto le mani ai capelli, non sono capaci a fare una legge che abbia un senso, anzi il senso lo si vede, vogliono che facciate figli, tanti figli, 4 sarebbe perfetto. Fate contenta la Meloni e mettetevi a procreare così non pagate l’asilo.

Somewhere over the rainbow
Bluebirds fly
And the dreams that you dream of
Dreams really do come true-ooh-ooh
Someday I’ll wish upon a star
Wake up where the clouds are far behind me
Where trouble melts like lemon drops
High above the chimney tops that’s where
You’ll find me, oh

A voler essere complottisti si direbbe che la Giorgia si voglia preparare a una qualche guerra fra 15/20 anni e che, quindi, le servono i vostri figli. Ma noi non siamo complottisti, ci vediamo bene soprattutto quando ce la mettono in quel posto. Sia mai che si manifesti per un salario minimo che abbia senso o per concedere dei diritti a chi non li ha mai avuti. No, non è roba da italiani. Quelli sono i francesi, a noi piace manifestare se due mastre a scuola fanno dire cucù al posti di gesù. Solo roba seria gli italiani.

Somewhere over the rainbow
Bluebirds fly
And the dream that you dare to
Oh why, oh why can’t I? I

E allora si, anche io ho un sogno e vorrei vederlo realizzato. Come dicevo a chi qualche settimana fa mi parlava di “democrazia diretta” scambiando il termine per “inculata collettiva”, di politica è bello parlare, ma è molto meglio farla: scendere in piazza e prendersi i propri diritti, di questo parlo. Ma ogni volta in quelle piazze siamo così pochi che nessuno ci sente, anche chi proprio di quei diritti ha estremamente bisogno.

Someday I’ll wish upon a star
Wake up where the clouds are far behind me
Where trouble melts like lemon drops
High above the chimney top that’s where you’ll find m
e

Quindi si, sogno di vedervi tutti accanto a me in quella piazza dove urlare i propri bisogni e le proprie richieste, per non sentirci più soli con i nostri problemi. Sarò egoista, ma questo è quello che mi auguro per il 2024, per me e per voi.

Oh, somewhere over the rainbow way up high
And the dream that you dare to
Why, oh why can’t I? I
(Judi)