EDITORIALE

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

di:


questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.

Il mese di giugno non ci ha certo lasciati indifferenti. Tra “finti” colpi di stato russi e continui massacri in Ucraina non si contano più i morti, ma se proprio dovessimo farlo ne vedremmo circa quarantamila da una parte e circa duecentosessantamila dall’altra, a chi indovina in premio una matrioska ripiena di caviale e polonio. Non che se i morti fossero stati meno avrebbe fatto meno schifo: continuiamo ad essere osservatori della guerra Israele-Palestina e non ci fanno neanche impressione i numeri dei morti che ogni giorno salgono da entrambi le parti. Ogni giorno.


Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.

Esattamente come non fanno più storia le vicende delle barchette nel Mediterraneo che affondano solitarie a pochi metri dalla costa, una volta in Italia, una volta in Grecia, l’importante è che non vengano qui a rubarci il lavoro per carità. Lavoro che poi non c’è a prescindere, s’intende. E già, nel “bel paese” pare assumano solo camerieri e lavapiatti ma solo sotto i 30 anni: dove sta tutto ‘sto ben di dio da proteggere non l’ho proprio capito. A ben vedere gli ospedali senza personale e le scuole senza insegnanti aspettano un intervento statale che non arriverà, “se ti serve qualcosa urgentemente vattene da un privato – ti dicono – che fai prima”. Bella idea zio, e paghi tu?! Sarà colpa dei migranti anche questa mi sa.


Per tutti la morte ha uno sguardo.

D’altronde siamo il paese che non si ferma un minuto se un uomo finisce in galera senza prove per 23 anni (che si accontenti, no? Gli avevano dato l’ergastolo e se l’è cavata con poco) ma si ferma una settimana se muore uno come Berlusconi con più di 30 processi per vari reati ma solo una condanna. Certo è morto, con buona pace per chi aspettava il miracolo del terzo giorno e adesso lui non conta più nulla… ti piacerebbe! E no, perché la sua eredità “vive in noi” direbbero i suoi figli che si stanno spartendo il malloppone insanguinato, “vive in noi” direbbero i suoi adepti politici che stanno litigando per chi deve portare la bandiera del partito sul petto, “vive in noi” direbbero i tanti “io non l’ho votato ma era un grande uomo che si è fatto da solo”. Si è fatto, si è fatto, su questo non c’è dubbio, anzi si è anche fatto diverse ragazzette che oggi vediamo in tv o plastificate nel partito delle libertà. Diciamo che si è divertito, dai, il tutto solo a scapito nostro. E adesso, gli sarà passato il vizio?


Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
(Cesare Pavese)

Artwork di Alessandro La Cognata.