EDITORIALE

Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci guardi.

di:

Artwork di Mirko Iannicelli.

Cari lettori, l’estate volge al termine e tracciamo un bilancio di questi due mesi. Due caldi mesi. E non solo per gli incendi che hanno ancora una volta devastato il nostro territorio (personalmente vi scrivo dalla Sicilia che ha registrato il 70% dei roghi); qui vorrei aprire una parentesi sui piromani ma mi vengono in mente solo cattive parole, per carità giustificate, ma dopo aver visto la cattiva reazione di Morgan a un sollecito musicale penso che sono una persona migliore di così e preferisco usare un linguaggio appropriato. Sicuramente non me ne uscirei come lui con offese omofobe, perché non c’entrano nulla, esattamente come Morgan su un palco. Non c’entra più nulla. Da “metallo non metallo” ad oggi il declino è evidente. Direi di seppellire il musicista e uccidere la macchietta televisiva.

A seconda del tipo di sguardo sotto il quale vogliamo vivere, potremmo essere suddivisi in quattro categorie. La prima categoria desidera lo sguardo di un numero infinito di occhi anonimi […]

E’ stata l’estate degli opposti, caldo al sud piogge al nord, poi piogge al sud e caldo al nord, devastazioni di fuoco e di tempeste. Molti si sono girati dall’altra parte perché avevano solo due settimane di ferie e non potevano certo perdersele a indignarsi sull’internet, né certamente protestare per la mancanza di aiuti alle popolazioni colpite. C’è un tempo per ogni cosa, dice sempre mia madre, ed evidentemente se fa troppo caldo non è tempo di nulla.

La seconda categoria è composta da quelli che per vivere hanno bisogno dello sguardo di molti occhi a loro conosciuti […]

D’altro canto è stata l’estate in cui abbiamo scoperto che se vai all’estero e non paghi il conto arriva la Meloni a saldare, ma se sei a casa senza reddito puoi mangiarti le scarpe. Ah no, puoi seguire un corso di formazione per un lavoro che non esiste, sorry. E non fate finta che la cosa vi interessi più di tanto, se avete già un lavoro dentro di voi c’è quella piccola voce che vi dice che in fondo “questa” è gente che non vuole lavorare, perché se cerchi bene un lavoro a due euro l’ora lo trovi, e con 12 euro al giorno mangi pasta e patate e vivi in monolocale senza frigo, insomma si può fare… a meno che tu non abbia dei figli, troppi figli, ed è un po’ colpa tua allora.

C’è poi la terza categoria, la categoria di quelli che hanno bisogno di essere davanti agli occhi della persona amata […]

E’ stata l’estate dove la parola “stupro” è stata detta più volte al telegiornale, ma mai ripetuta da un politico che conti qualcosa al governo. E allora diciamolo noi quello che va detto, come se fossimo al governo: ci impegneremo a portare la cultura del rispetto nelle scuole, sin dalle classi primarie, per far si che gesti aberranti come questo non avvengano mai più”. Ma de che. La verità è che è più importante difendere il crocifisso in classe che parlare di educazione sessuale, figuriamoci parlare di rispetto di genere. Utopia.

Infine è stata l’estate delle perdite, abbiamo perso l’Italiano vero e Kundera, ma soprattuto abbiamo perso Michela Murgia, una donna che non aveva paura di battersi per le sue opinioni e la giustizia sociale, e questo dovrebbe bastare per darle un posto nella wall of fame della gente migliore sulla terra, soprattutto adesso visto che ultimamente è una categoria in perdita. Ma siamo i soliti sognatori, quelli che sperano in una scuola migliore, un governo migliore, un’Italia migliore, ma alla fine si ritrovano con un pugno di mosche in mano; e allora ci ritroviamo ad aspettare l’estate (tutto l’anno) per goderci solo la prima settimana di caldo e odiare i seguenti 53 giorni di afa. Poi, per fortuna, arriva l’autunno.

E c’è infine una quarta categoria, la più rara, quella di coloro che vivono sotto lo sguardo immaginario di persone assenti. Sono i sognatori.(Milan Kundera)