EDITORIALE

Sale la nebbia sui prati bianchi come un cipresso nei camposanti, un campanile che non sembra vero segna il confine fra la terra e il cielo

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E dunque comincia un nuovo anno, abbiamo lasciato alle spalle il 2021 con il suo carico di sfighe infinite e ci rivolgiamo carichi di “positività” al 2022… e non uso parole a caso. Già, perché se per caso avete preso il covid nonostante abbiate fatto 3 vaccini e abbiate disinfettato le mani direttamente con la candeggina è evidente che qualcosa è andato storto. A chi diamo la colpa stavolta? Immigrati? Beh, nonostante il tema sia sempre caldo e piace tanto all’uomo/donna medio da bar dello stadio, questo spiegherebbe un ondata a picco su Lampedusa e Pozzallo, invece la questione è proprio internazionale. Tutti uniti e positivi! Sarebbe uno slogan pazzesco per un nuovo movimento politico, e scommetto che a breve ne uscirà uno proprio con queste caratteristiche. Chiamatemi Cassandra, c’azzecco sempre.

Ma tu che vai, ma tu rimani
Vedrai la neve se ne andrà domani
Rifioriranno le gioie passate
Col vento caldo di un’altra estate

Parliamo di cose belle? Parliamo di cose belle. Dopo troppo tempo finalmente Patrick Zaki è stato scarcerato! Eureka, si potrebbe dire, se non che il processo sia ancora in corso e il rischio che torni in galera non è troppo lontano. Nel frattempo la pratica per farlo diventare cittadino italiano e godere di qualche vantaggio (almeno qui potremmo essere utili) e posteggiata su qualche scrivania a Roma a prendere muffa. Logico.

Anche la luce sembra morire
Nell’ombra incerta di un divenire
Dove anche l’alba diventa sera
E i volti sembrano teschi di cera

Parliamo di grandi perdite. Una su tutte Lina Wertmuller, arrivarci a 97 anni come lei, qua c’è gente che a 27 non ha neanche idea di cosa sia il Cinema. Ricordo perfettamente un discussione con un cretino nato negli anni ’90 mentre si parlava di film storici, degli anni ’40 e ’50, che con uno sguardo insignificante mi diceva “ah no, io i film in bianco e nero non li guardo, sanno di vecchio e mi annoio subito”. Boom! No, non l’ho ucciso, mi sono limitata a passargli una mano di carta igienica in faccia.

Ma tu che vai, ma tu rimani
Vedrai la neve se ne andrà domani
Rifioriranno le gioie passate
Col vento caldo di un’altra estate

Parliamo del futuro. Ma si, parliamo di questo 2022 che si apre con un capodanno senza botti, non nel senso reale, quelli ci sono stati pure troppo, voglio dire senza feste, senza grandi promesse, senza grandi “buoni propositi”, solo uno: fateci lavorare, vogliamo respirare, insomma si, vivere. Il settore culturale è in ginocchio e quello del turismo annaspa, proprio come noi sotto due mascherine in fila per il tampone. Rifioriranno le gioie passate, ma veramente?

Anche la luce sembra morire
Nell’ombra incerta di un divenire
Dove anche l’alba diventa sera
E i volti sembrano teschi di cera

Gli ultimi giorni dell’anno sono sempre quelli che mi deprimono di più, una volta lavoravamo e ci pensavamo poco, anzi era una buona occasione per avere cachet più alti e ubriacarsi senza rimorsi; dal 2020 invece guardo fuori dalla finestra col bicchiere in mano e penso a cosa ci aspetta domani, e la playlist che ho messo non aiuta, lo so, ma tant’è. I giovani, il futuro, la speranza: personalmente non ripongo fiducia in nessuna di queste cose, ma ci siete voi che lo fate al posto mio, e spero che basti.

Ma tu che stai, perché rimani?
Un altro inverno tornerà domani
Cadrà altra neve a consolare i campi
Cadrà altra neve sui camposanti

(Inverno, Faber)