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Livori quotidiani, quelli classici. Solo che dalla routine quotidiana noi ne parliamo in termini social-musicali. Si, tutti fenomeni di costume più o meno italici ma soprattutto tratti dai usi e costumi dei social che provocano allergie, fastidi, singulti, movimenti peristaltici, etc. Ma si parla anche di tutte quelle musiche che fatichiamo ad accettare o non abbiamo più l’età per ritenere speciali: una scena che scena non è mai stata da qualche parte remota o nella città in cui si fatica a vivere. Figurati quella indipendente, che è tipo il mainstream ma con meno zeri nei cachet!
Riflessioni poco ponderate (si, il controsenso certo, ovvio), scritte a raffica durante insonnie da weekend, farmaci per il reflusso/gastrite inerenti il mondo della musica italico, i (mal)costumi dei social che sembrano l’avanspettacolo da tv locale di tanti anni fa.
Mi correggo: il cabaret è meglio di questa farsa imprenditoriale moderna, che va bene eh, ma vi state portando i coglioni con le pari opportunità che vogliono i poppettari (o polpettari secondo la terminologia catanese)dal basso che vogliono essere manipolati, ma compiacendosi.
Vabbè, ne leggete uno al mese dei LIVORI QUOTIDIANI.
Se non gradite questa rubrica all’interno di questa - suppongo - rispettabile webzine, lamentatevi con il caporedattore.
Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, istituzioni, luoghi ed episodi sono frutto dell’immaginazione dell’autore e non sono da considerarsi reali. Qualsiasi somiglianza con fatti, scenari, organizzazioni o persone, viventi o defunte, veri o immaginari, è del tutto casuale.

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Livore 11.2023 – TURBO RAGE EDITION

di:

PART I

Cosa dire se non scagliarsi contro tutto e tutti come ultimo gesto di disperazione finale? 

La quesitone palestinese non ha bisogno di grandi discussioni, Israele aggredisce quei territori da secoli, ma quei compagni in ritardo (cit) che si lamentavano della aggressività della Nato ora sono a favore del nostro governo di destra che ha mancato l’occasione di firmare una risoluzione ONU che chiedeva solo una tregua per bloccare lo sterminio di civili – da ambo le parti – che sconquassa il medio oriente al momento?

Come fate? Cioè siete solidali con la nana malefica a causa dello zoticone del suo ex ma tacete sulle cose serie?

Scagliarsi contro tutto e tutti, non penso che resti altro. È vergognoso questo paese, i suoi abitanti, la mentalità stupida, arrogante, tipicamente fascista, di chi non sa e vuole comandare.

Io non mi sento Italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Oggi fa molto più purtroppo Giorgio.

Sarò un socialista utopico giustizialista (che stride, ma credetemi bisogna lottare un minimo per l’equalità) ma così no. Così la Nature Of Reconstruction è troppo evidente.

SI, la natura della ricostruzione, apparteniamo a una specie che è solidale fra i suoi simili solo dopo un grande evento/trauma, vedi La Seconda Guerra Mondiale. Ma se il male, il male che esiste non quello delle fantasie religiose o di Star Wars, che poi a ben guardare è decisamente più calzante come esempio, è all’opera e tuo fratello muore non lasciarlo al palo, alza le tue chiappe dalla sedia da cui ti esibisci su tik tok per avere ragalie e danari per comprarti altri consensi. 

Between the nameless and the icons

The manholes and the pylons

This is where I belong

Under the sidewalk and the power lines

Behind the window and the window blinds

There’s no room for right or wrong

Now I’m standing on the third floor

I can’t make decisions anymore

I can’t remember how I used to function

They’re filling in the trench in the street

The tar smells bittersweet

Which is the nature of reconstruction

They’re smoothing over twenty years of cracks

As they build more right into their backs

I used to know if this was right or wrong

I’m looking out from the inside

All I want is a place to hide

All I know is that I don’t belong

il link è qui, il brano ha più 20 anni ma mi sembra più attuale che mai.

>>> The New Year – Reconstruction

Tutto quello che so è che non appartengo. Come fai ad appartenere alla cosiddetta società civile che lascia al palo i più deboli? Come fai a tollerare i soprusi? Come si fa a non scendere in piazza e protestare per i salari da fame, gli stipendi dimezzati dai debiti mentre in questo paese quattro stronzi non vogliono uscire qualche centinaio di euro per aiutare lo stato ad agire per chi ha di meno?.

L’italiano medio andrebbe pestato. Si violenza, non è più questione di rieducazione.

Perché come dice un amico mio “io tifo guerriglia”. Sporcarsi le mani è inesorabile anche se non auspicabile.

E tu a chi appartieni?

Si dice spesso così nella città di merda da cui provengo.

Devo scrivere altro mentre attendiamo un altro natale ipocrita e finto?

A me il natale piace, quel poco di famiglia che rimane unita, il drink di S.Stefano con gli amici, le fantasie di avere una famiglia tua, le tovaglie rosse che rimpiangerò quando mia madre non ci sarà più, il tempo che avanza, le buone intenzioni che dovrebbero avvolgere tutti noi mentre le mettiamo in atto.

Vergogna stronza o stronzo, dai sono buono e non uso il plurale maschile visto che fate i drammi per le minchiate mentre vi tolgono tutto il resto.

Le minchiate mentre tutto il resto te lo tolgono.

Mentre va sempre peggio.

Ancora una volta: Socialismo o barbarie.

Tutto quello che so è che non appartengo.

Ci sentiamo a Natale con il prossimo livore, a bilancio di un anno di merda in cui auguro il meglio a tutti che tanto lo so che state già passando il peggio mentre cercate di darvi un tono e sentirvi migliori, mentre siete quei barbari che pensate di non essere.

PART II 

Esce un brano dei Beatles, neanche nuovo – che si sa le demo/bootleg popolano la rete e tutti ascoltano tutto e vedono e sanno tutto prima delle versioni ufficiali. Oggi per esempio hanno spoilerato il finale di Loki.

Oggi è il turno degli esperti italioti di musica, gente nota, gente non nota che crede di essere nota che neanche capisce la differenza tra un prodotto restaurato e, diciamo così, “enhanced” ed una produzione. Però millantano di essere produttori che hanno spopolato all’estero.

Ok.

MA se sei produttore la capisci la differenza tra un qualcosa di registrato e sistemato (fondamentalmente si tratta di riequalizzare il riequalizzabile aiutandosi con gli artifici della tecnologia moderna) e un nuovo prodotto.

Eppure il noto produttore non ne capisce la differenza dicendo che è qualcosa che è stato prodotto come una cover band degli Oasis.

Io non capisco, era già materiale registrato che poi con ausilio di ai e altre fantasticherie è stato scomposto e riassemblato, ma il brano era stato scritto da Lennon & co.

Per carità ti possono pure far cacare i Beatles, ma se ti vanti che sei produttore e ti spacchii di quello che fai dovresti ammettere semplicemente che non ti piace l’operazione fatta, che era meglio l’originale seppur coi limiti di fruibilità. Ha senso, tutto sommato il purismo può aver senso, ma vantarsi di essere internescional pazzeschi e poi non comprendi la differenza tra restauro (seppur 3.0) e una produzione è come uno che disegna un’auto e non capisce che il disegno dovrà vedersela con gli ingegneri. Oppure un architetto che disegna un ponte bellissimo, ma certo ci vorrà sempre un ingegnere che lo realizza quel cazzo di ponte.

Ecco prendete un geometra vittima esistenzialista e che più che produrre scrive post Facebook e capirete perché anche lui è entrato di diritto nei livori.

Ritardo post adolescenziale, forse calo di dopamina o come ha appena scritto un amico su facebook “gente che non ha un cazzo da dire”.

L’autunno è qui, la terza guerra mondiale incombe (senza non c’è speranza di fondare il socialismo utopico che vediamo in Star Trek) e penso che dell’opinionismo degli sfigati su facebook ne ho le palle piene, ma se stacco di seguire facebook e i social, in genere, addio i livori.

D’altronde se non ci fosse il malcostume che motivo avrei di scrivere?

Immagine di copertina di Mirko Iannicelli.