...

Livori quotidiani, quelli classici. Solo che dalla routine quotidiana noi ne parliamo in termini social-musicali. Si, tutti fenomeni di costume più o meno italici ma soprattutto tratti dai usi e costumi dei social che provocano allergie, fastidi, singulti, movimenti peristaltici, etc. Ma si parla anche di tutte quelle musiche che fatichiamo ad accettare o non abbiamo più l’età per ritenere speciali: una scena che scena non è mai stata da qualche parte remota o nella città in cui si fatica a vivere. Figurati quella indipendente, che è tipo il mainstream ma con meno zeri nei cachet!
Riflessioni poco ponderate (si, il controsenso certo, ovvio), scritte a raffica durante insonnie da weekend, farmaci per il reflusso/gastrite inerenti il mondo della musica italico, i (mal)costumi dei social che sembrano l’avanspettacolo da tv locale di tanti anni fa.
Mi correggo: il cabaret è meglio di questa farsa imprenditoriale moderna, che va bene eh, ma vi state portando i coglioni con le pari opportunità che vogliono i poppettari (o polpettari secondo la terminologia catanese)dal basso che vogliono essere manipolati, ma compiacendosi.
Vabbè, ne leggete uno al mese dei LIVORI QUOTIDIANI.
Se non gradite questa rubrica all’interno di questa - suppongo - rispettabile webzine, lamentatevi con il caporedattore.
Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, istituzioni, luoghi ed episodi sono frutto dell’immaginazione dell’autore e non sono da considerarsi reali. Qualsiasi somiglianza con fatti, scenari, organizzazioni o persone, viventi o defunte, veri o immaginari, è del tutto casuale.

...

Livore d’Inverno ovvero l’inferno tra i disturbi del sonno e la perdita dei gloriosi propositi.

di:

Sono sopravvissuto a Sanremo, S.Agata e al carnevale. Rispolvero pensieri livorosi frutto di insonnia di Gennaio. 

L’insonnia, quella che ti colpisce quando non dovrebbe. Il problema non è scrivere, il problema è che manca chi legge.

Disturbi del sonno ovvero ipersonnia, quando devi stare sveglio e hai l’insonnia quando vorresti dormire, allucinazioni ipnagogiche e così via.

Pazienza, il confine tra la notte e il giorno o, come il periodo in cui viene scritto questo livore, cioè tra gennaio e febbraio e la speranza di marzo visto come futuro lontanissimo, è la metafora stessa della transizione. Periodi di stasi, dopo aver concluso percorsi a cui rivolgere la stessa domanda ovvero se ne sia valsa la pena, un po’ come i costrutti paratattici che utilizzo (a volte anche in maniera impropria) che non prevedono una proposizione principale. E’ un flusso continuo di pensieri transazionali che non giungono da nessuna parte, è il desiderio di voler fare la differenza ma senza possedere le abilità per farla o meglio, nell’avere perso l’idea di essere capaci, perché tanto sai che questa differenza, questo vano sforzo, sarà solo come la lacrima nella pioggia del lavoro in pelle che aspetta Deckard alla fine di Blade Runner.

Una donna si è ammazzata perché probabilmente ha scritto un post fasullo il cui messaggio era discretamente positivo ma a qualche star del web non è andato a genio. Esseri umani esecrabili non si pongono il problema della questione, perché se menti allora te la sei andata a cercare la gogna mediatica. Quindi merito di morire? E se avesse avuto ragione? E se il post non fosse stato fasullo o fake, come preferiscono dire gli ignoranti nonostante non abbiano la capacità di parlare l’idioma d’oltremanica?

Io rimango allibito giorno dopo giorno dalla cattiveria della nostra specie, così come quando i fascisti guardano star trek e non capiscono che è ambientato in una società post bellica dove viene abolito denaro (concetto ribadito più volte nella serie e nei film) e lo “struggle” dell’umanità è la mera ricerca del miglioramento.

La destra, i conservatori, gente che è al governo e non sa neanche fare la “o” col bicchiere, come si dice dalle mie parti, con il rumore di fondo che alimenta, ovvero gli influencer e la loro cattiva condotta, mentre il paese va a rotoli per mancanza di senso civico da parte, appunto, di questi idioti al potere votati da idioti ancora più manipolabili, che l’unica cosa che pensano è come avere di più rispetto al prossimo.

Fronte della gioventù comunista? Amici, fronte della gioventù ai miei tempi voleva dire altro, erano i fasci, il nemico. C’è qualcosa che non mi quadra semanticamente.

O è l’ultimo pezzo del puzzle, l’ultima mossa per cancellare pure il ricordo di ciò che è stato e cambiare definitivamente il significato alle cose? Probabile, machiavellico, quasi complottista, ma sicuramente strategico.

La manipolazione ci vuole, altrimenti George Lucas non avrebbe potuto creare un personaggio come Palpatine e darci qualcosa da odiare seppur cinematograficamente.

Per instaurare un impero devi far vacillare l’idea della cosa pubblica, della gestione condivisa.

Condivisione, spesso parola bistrattata, oramai consacrata la mera esposizione di contenuto digitale nell’eterna gara del ricercare attenzioni su sé stessi. Coazione a ripetere.

Devo vedere Sick of Myself, al più presto, nonostante la paura che mi farà stare male perché narra dei miei stessi dubbi, dubbi sull’efficacia che possa avere il buon senso nelle nostre vite in un mondo in cui l’unico cruccio è sentirsi più importanti degli altri. Altro che miglioramento delle nostre vite, Gene, il presente sta diventando l’esatto opposto.

Genocidio, c’è un genocidio in atto ma non se ne parla. L’ondata d’odio che scatenerà nei prossimi decenni suppongo sarà incalcolabile. Se la cercano, ma sono anni senza fine (e non è una citazione a Simmak) di odio incalcolabile e inarrestabile.

Il mestiere dell’arte, forse meglio abbandonarlo. Il turismo mordi e fuggi, fare la gara con gli altri su instagram a chi ha più foto con dietro dei monumenti, ridotti oramai non a monumenti ma a dozzinale sfondo per dire “ehi viaggio più di te, guarda quanto sono felice più di te”.

Io più di te.

Anche tra anarchici e compagni io che mi metto a spiegare la differenza tra socialismo e comunismo e la diversa concezione della gestione dei mezzi produzioni nei due diversi sistemi a chi si professa comunista e manco lo sa, mentre potrei tacere. 

Parole nel vento, nessuno vuole evolversi, l’evoluzione porta con sé il concetto di perdita, come nella transizione da uno stato all’altro. Fare musica: perché? Scrivere su questa webzine: perché?

Per fare quello che fanno i miei colleghi su qualsiasi webzine? Esplorare la realtà e cercare altri interrogativi? No, sentirsi qualcuno, giustificare la propria esistenza. Mese dopo mese sempre il solito problema.

Nessuna soluzione, solo l’attesa della fine.

Se hai ragioni per amare qualcuno vuol dire che non lo ami veramente.

Così dice Zizek. 

Ultimamente ascolto conferenze di Foucalt, Chomsky, et similia. YouTube ancora non le censura.

Qualcuno altro lo fa? L’algoritmo mi allontana dai miei simili, mi propone perpetui suggerimenti di amicizia di ciò che dovrei avere visto il mio status single di maschio cis bianco non incel: accoppiati, produci, paga le tasse.

Ieri era il blue Monday, ma come diceva il meme di Monday non c’era nulla, sei solo schiavo di un sistema che ti rende schiavo nel minuto in cui ti fa pensare che libertà sia lavorare per ¾ della tua giornata solo per pagare le bollette, sfamarti e avere un tetto sopra la testa.

Ma tanto puoi colorarti i capelli e sentirti speciale e libero.

Puoi indossare plastica come l’altro lavoro in pelle in Blade Runner per poi mostrare sui social network quanto sei speciale e libera.

TI fregano facendoti pensare di essere libero nell’essere schiavo, ma ti fregano ancora di più quando non riesci a capire manco la differenza e tu, che la differenza la capisci, vieni pure deriso, cyberbullizzato perché devi accettare il sistema.

E se non accetti il sistema sei sbagliato tu. Vai dallo psicologo ti rimetterà in linea, prendi il Tavor, assumi Xanax, inebriati di Serenase.

Il Valium non lo cito che è fuori moda come Giovanni Lindo. Penso che in queste ore stiano provando allegramente in qualche casolare (mi piace pensare) visto che a febbraio i CCCP si riuniscono. Forse sono felice di non andare, sarei potuto uscire più triste dalla visione del mondo che non c’è più anche se la reunion di una band valida è quello che infonde a tutti gloriosi propositi.

Fatturare produrre reddito, essere fieri di farlo.

Che differenza c’è tra un boss della malavita che sposa una curatrice d’arte e compra arte e qualcuno che si sente pseudo artista ma che non va ai concerti e ti mette gli auricolari facendoti ascoltare i suoi monologhi musicati con in sottofondo le basi fatte dalla AI? Puoi avere una buona pronuncia ma oddio che schifo quei suoni, almeno usa AIVA e impara a programmarla come si deve, schiappa.

Il terrore del rimanere soli senza avere attenzioni.

“Svegliarsi tardi la mattina criticare, il grande vuoto, la sinistra che non c’è, farsi di  yoga e qualche droga supplicare di esser popolari”

La tua amica mi ha insegnato come annodare la sciarpa al collo in maniera esteticamente per me gradevole, qualcosa la si impara ancora. Il suo tipo invece mi ha infilato degli auricolari nei lobi e mi ha costretto ad ascoltare i suoi reading, bella voce ok, ma zero espressività e musica banale scaricata da you tube. Ma non ti vergogni? Non sei un creativo, è solo spacchio a buon mercato e tu, essere gentile, perché gliela dai? Non vale niente come artista, figurati come essere umano.

 Dimenticavo: la visione egoistica e arraffona.

Io dappertutto, io meglio di te, suono con te perché parlo di me.

Una donna è morta per una bugia a fin di bene, io mi sento sovrappeso e inadeguato, ah ma se avessi tanti soldi, allora sì che gliela farei vedere, potrei essere il Kingpin della situazione.

Gloriosi propositi ma dalle mezze misure.

Mancanza di scopo, nessuno crede veramente in qualcosa, supportiamo ciò che ci piace o chi ci piace solo per cercare di trarne vantaggio personale o mettere una pezza su alcune lacune emotive strutturali.

Il mio odio è incondizionato, provo un leggero piacere, leggero eh, solo quando riconosco qualcuno onesto.

Tutto ciò che non sia di moda è diventato fallimentare e chiudo citando una frase che non è mai stata pronunciata né da Dostoevskij né da Bulgakov, ma vi ricordate l’aggettivo machiavellico che ho usato qualche riga più in sù? Esattamente come Machiavelli non disse Il fine giustifica i mezzi, Dostoevskij non ha mai detto che:

La tolleranza arriverà ad un tale livello che alle persone intelligenti sarà vietato fare qualsiasi riflessione per non offendere gli imbecilli.

Può anche non averla detta nessuno di loro due ma adoro questa frase, mi inebria come i like per chi ha bisogno di attenzioni continue.

Vorrei ricominciare ad amare, come dice Zizek eh, anche irrazionalmente, ma perlomeno con motivazioni sincere.

Bruna correggi questa bozza poi salva ed esci, aspetto che l’amarezza della vita si ricarichi e scrivo un altro livore in cui si parla dell’ignoranza e la crudeltà della nostra specie.

L’individuo è morto, come dio, e anche io mi sento uno zombie senza scopo.

Mi stupisco di come tutto lentamente perda sapore.

Colonna sonora:

Beatles – Across The Universe

Sounds of laughter shades of life are ringing

Through my open ears inciting and inviting me

Limitless undying love which shines around me like a million suns

It calls me on and on across the universe

Jai guru deva, om

Nothing’s gonna change my world

Nothing’s gonna change my world

Nothing’s gonna change my world

Nothing’s gonna change my world

E fanculo Sanremo e i quartieri popolari e la vostra rivalsa ascoltando hip hop che poi manco hip hop è. W le cosce di Annalisa, fanculo la Rai, i regimi e quei pezzi di merda degli Israeliani. Fa cagare la musica di Sanremo e fa cagare tutto quello che ci ruota intorno. Avete voglia di leccare il culo, siete come carta igienica leccate lì. 

Ergersi contro il sistema per migliorare il mondo in cui vivi è un conto, certo perché un conto è essere anarchici o appartenere alle Brigate Rosse, un altro è il culto dell’uomo potente che soverchia gli altri. Non lo capite? Ve lo dicevo io che siete ritardati. 

Buon misero San Valentino, idioti.