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Livori quotidiani, quelli classici. Solo che dalla routine quotidiana noi ne parliamo in termini social-musicali. Si, tutti fenomeni di costume più o meno italici ma soprattutto tratti dai usi e costumi dei social che provocano allergie, fastidi, singulti, movimenti peristaltici, etc. Ma si parla anche di tutte quelle musiche che fatichiamo ad accettare o non abbiamo più l’età per ritenere speciali: una scena che scena non è mai stata da qualche parte remota o nella città in cui si fatica a vivere. Figurati quella indipendente, che è tipo il mainstream ma con meno zeri nei cachet!
Riflessioni poco ponderate (si, il controsenso certo, ovvio), scritte a raffica durante insonnie da weekend, farmaci per il reflusso/gastrite inerenti il mondo della musica italico, i (mal)costumi dei social che sembrano l’avanspettacolo da tv locale di tanti anni fa.
Mi correggo: il cabaret è meglio di questa farsa imprenditoriale moderna, che va bene eh, ma vi state portando i coglioni con le pari opportunità che vogliono i poppettari (o polpettari secondo la terminologia catanese)dal basso che vogliono essere manipolati, ma compiacendosi.
Vabbè, ne leggete uno al mese dei LIVORI QUOTIDIANI.
Se non gradite questa rubrica all’interno di questa - suppongo - rispettabile webzine, lamentatevi con il caporedattore.
Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, istituzioni, luoghi ed episodi sono frutto dell’immaginazione dell’autore e non sono da considerarsi reali. Qualsiasi somiglianza con fatti, scenari, organizzazioni o persone, viventi o defunte, veri o immaginari, è del tutto casuale.

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Livore senza numero d’estate 2023

di:

Ho visto delle bellissime vetrine di botteghe vuote. 

Nessuno vuole più cercare qualcosa nell’altro e ricercare la reciprocità, si mira solo a conquistare per compiacersi, mera soddisfazione personale. Vetrine stupende ma inutili.

Wow, che mondo bellissimo che volete. NO, dico, è veramente bello ed entusiasmante, peccato che non serva a niente. Serve solo a farsi leccare il proprio ego che in fin dei conti non vale manco nulla.

Grazie Sara per i concetti preziosi che mi hanno dato l’incipit per questa paginetta estiva. Riusciremo a prendere il gelato insieme quest’estate, fosse l’ultima cosa che si farà prima dell’arrivo della bella stagione: l’autunno.

Livore minore notturno della notte tra il trenta giugno e il primo di luglio. 

NB: FOTO RUBATA DA PAGINA FB CHE HO TROVATO IN HOME  TRA LE SPONSORIZZATE.

(avrei voluto citarla ma non ricordo più il nome)

Ore 4.11 a.m. prima settimana di luglio, interno notte, caldo, tanto.

Zanzare e una festa poco distante in cui passano solo tamarrate al volume che si può reputare giusto solo se si fosse presenti lì, invece – metti che se sei a casa –  ti desta dal tuo giusto sonno. Sei a letto e non riprendi a ronfare perché tra il bzzz bzzz della maledetta zanzara e gigi dag che arriva diretto da una fonte distante qualche centinaio di metri, beh, qualcosa ti angoscia. Apri i social: ti becchi le sponsorizzate dei concerti tribute al teatro greco di Taormina subito e poi i molti (troppi) post basati sull’ostentazione di qualsiasi cosa sia inerente l’esistenza altrui/dei tuoi contatti. Cerchi qualcuno online per rompergli i coglioni, tutti offline. 

Pure i culi scarseggiano oramai. Proveresti pure a interagire con gli sconosciuti o ad andare su pagine disparate dedicate alla musica, che magari si scopre qualcosa di nuovo. Magari.

Niente da fare, nessuno vivo, chi non va alle serate disco tunz alla plaja già dorme, pensi ad ascoltare Sleep di Richter ma ti accorgi che gli auricolari  sono ben lontani dal letto. Accendi il condizionatore e ti copri col lenzuolo per non farti pungere da quell’unica singola zanzara di merda che vuole saziarsi del tuo sangue.

Anche l’ipad è lontano, pensi che questo sia il momento ideale per completare il tuo prossimo articolo per The Clerks – blogzine. Ma non ti alzi e pensi che sei l’unico a conoscere il nome dell’inventore dell’aria condizionata mentre tutti intorno fanno rumore affannati come sono a dare un senso alla loro esistenza con il lavoro e spaccandosi al fine settimana per allontanarsi da sé stessi.

Scrolli ancora, i post dei vecchi, i post sul cibo, i post dei brillanti o perlomeno quelli che si sentono tali. È talmente tutto così poco stimolante che  ti passa pure la voglia di farti una sega.

Potresti farti un panino? Dai, spuntino notturno? Nah.

Netflix? Sembrano tutte uguali quelle cazzo di serie. Domani realizzi che è sabato e almeno il 90 per cento dei tuoi contatti posterà storie del mare su ig.

È finita l’epoca degli orizzonti storti. Un tuo amico al massimo posterà le foto dei tizi che fanno le foto del culo in posa alla loro tizia.

Molti dei tuoi contatti saranno al lido della stazione, lì a Catania, luogo che ormai sostituisce il bar come luogo brancatiano per eccellenza di riunione vacua. 

Ci saranno le granite immortalate dalle  foto scattate con la funzione ritratto, la sfocatura rende meglio la cremosità.

Posi il telefono, osservi la tua libreria e ti chiedi se non sei già morto e sei stato scaraventato senza accorgerti in quell’inferno che temevi: un mondo di idioti, superficiali e (molto) poco colti.

È come diceva quello lì: “non bastano tranquillanti o terapie, ci vuole un’altra vita“.

Che peccato, ne ho solo una, me ne meritavo almeno due, mentre sono convinto che altri non se ne meritavano neanche mezza.

Oh sì, caro lettore stai pensando che giudico, ma non è così in realtà, stupido,, è solo esprimere un’opinione in maniera determinata.

E tu, non caro lettore, sei felice?

Dai fagliela un’altra foto a quello spritz colorato, metafora della bulimia diabetica della tua vita.

O è il peggiore degli inferni o sono in trincea in una guerra che non posso vincere.

Seguono frasi inesistenti ma potentissime come citazioni da sfoggiare in spiaggia, possibilmente mentre si sorseggia una ipa artigianale di microbirrificio turco giapponese ad impatto zero.

Ve le regalo, fatene un uso sapiente per favore, maledetti.

Se non sei anticonformista stai solo buttando la tua vita.

Chi più spende meno si spacchìa.

C’è qualcosa di particolarmente affascinante nell’estate: la possibilità di bruciarsi la pelle, le illusioni e le speranze tutte insieme.

Gli amori estivi sono come le gelatine: sembrano solidi e deliziosi, ma si sciolgono rapidamente lasciando solo un disastro appiccicoso.

Gli amori infranti sono come gli iceberg estivi: sembrano belli e invitanti, ma nascondono una massa di delusioni sott’acqua.

L’estate è il periodo dell’anno in cui il trucco più importante diventa il trucco per nascondere il sudore e le lacrime.

Le mode estive sono come gli iceberg: vanno e vengono, ma alla fine solo quelli davvero scarsi resistono.[QUESTA OVVIAMENTE È LA MIA PREFERITA]

L’estate è il momento perfetto per indossare la maschera del sorriso e fingersi felici, anche se dentro stai morendo di caldo.

Gli amori estivi sono come le promesse politiche: sembrano fantastici all’inizio, ma alla fine ti lasciano solo con un senso di profonda delusione.

L’estate è il periodo in cui le persone si mostrano in tutta la loro magnifica superficialità, come se il sole splendendo sulle loro capocchie potesse risplendere anche sul loro intelletto.

Gli amori estivi sono come le boccate di aria condizionata: ti fanno sentire bene per un momento, ma alla fine ti rendi conto che sono solo una breve pausa dalla realtà.

L’estate è la stagione in cui le persone cercano disperatamente di sembrare più attraenti, ma finiscono solo per sembrare più sudati e disordinati.
Sapete qual è il miglior modo per rinfrescarsi in estate? Non cercare l’amore, troverete solo CULI in fiamme e temperature alte.

Immagine di copertina di Mirko Iannicelli.