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Livori quotidiani, quelli classici. Solo che dalla routine quotidiana noi ne parliamo in termini social-musicali. Si, tutti fenomeni di costume più o meno italici ma soprattutto tratti dai usi e costumi dei social che provocano allergie, fastidi, singulti, movimenti peristaltici, etc. Ma si parla anche di tutte quelle musiche che fatichiamo ad accettare o non abbiamo più l’età per ritenere speciali: una scena che scena non è mai stata da qualche parte remota o nella città in cui si fatica a vivere. Figurati quella indipendente, che è tipo il mainstream ma con meno zeri nei cachet!
Riflessioni poco ponderate (si, il controsenso certo, ovvio), scritte a raffica durante insonnie da weekend, farmaci per il reflusso/gastrite inerenti il mondo della musica italico, i (mal)costumi dei social che sembrano l’avanspettacolo da tv locale di tanti anni fa.
Mi correggo: il cabaret è meglio di questa farsa imprenditoriale moderna, che va bene eh, ma vi state portando i coglioni con le pari opportunità che vogliono i poppettari (o polpettari secondo la terminologia catanese)dal basso che vogliono essere manipolati, ma compiacendosi.
Vabbè, ne leggete uno al mese dei LIVORI QUOTIDIANI.
Se non gradite questa rubrica all’interno di questa - suppongo - rispettabile webzine, lamentatevi con il caporedattore.
Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, istituzioni, luoghi ed episodi sono frutto dell’immaginazione dell’autore e non sono da considerarsi reali. Qualsiasi somiglianza con fatti, scenari, organizzazioni o persone, viventi o defunte, veri o immaginari, è del tutto casuale.

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Livori 01.2024

di:

Ma quanto si deve essere deficienti per scrivere robe tipo:

Ogni anno ci auguriamo ciclicamente cose che non arrivano. Ho smesso di chiedere al futuro desideri che sono sempre rimasti inascoltati.

Chi mi legge sa delle mie ossessioni verso il ritardo mentale che ogni giorno le persone ostentano sui social come se invece volessero sentirsi speciali e dare un’idea di sé stessi che non sia quella degli ignoranti mal scolarizzati che invece sono.

Ovviamente mi espongo a critiche perché oggi dobbiamo accettarne tutti.

Si, vanno accettati tutti ma con le dovute eccezioni: se il tuo atteggiamento è ignorante e nocivo (vedi i terrapiattisti e i complottisti in genere) per il prossimo o per motivi religiosi condanni a morte i tuoi simili perché non ti vuoi sottoporre a trasfusioni di sangue, beh meriti il peggio.

Non c’è granché da discutere, gli idioti sono la parte della popolazione che fa sì che quella piccola percentuale che detiene potere e risorse sfrutti la maggior parte della popolazione. Non è un problema di coscienza di classe, è un problema di scarsa intelligenza, perché i social sono il nuovo reality – per coloro che non hanno gli strumenti per interpretare correttamente la realtà – per sentirsi speciali.

Ma lasciamo perdere il mio classismo inverso e la mia voglia di vivere (o piuttosto il desiderio di morire) in un mondo migliore e torniamo a ‘sti deficienti che chiedono al futuro.

Ma PRCMDN, ma veramente dopo i 40 anni ribadisci che Babbo Natale non esiste e fai pure un post simile cioè dove ti lamenti che il futuro non ti da nulla? Come se fosse un dispenser automatico di felicità? Tutto questo per mettere una didascalia al tuo cazzo di abito con le paillettes (o come cazzo si scrive) che andavano alla grande per questo capodanno?

Il decadimento cellulare, ricorda, non perdona nessuno. Nemo immortalis.

Eppure gli pare di essere immortali.

Ma soprattutto hai una manciata di follower perché ogni tanto esponi qualche nudité; ma cosa cazzo mi rappresenti?

Sei un/una deficient* (si scusate amici livorosi non uso ‘sta roba per parità ma per far capire che se usassi solo il maschile plurale correttamente sarei riduttivo e, no, zero misoginia: solo cronaca del malessere da social) che vuole solo adepti per giustificare la propria misera esistenza del cazzo.

I bilanci di fine anno vanno messi lì, esattamente lì, assieme a petardi, miniciccioli, raudi e svedesi varie.

I bilanci fateli tra voi e la vostra immagine riflessa allo specchio, non sui social, che… vi sentite così interessanti da avere qualcosa da dire?

Ma poi cosa? Che pure le AI dicono cose migliori di voi.

Vi faccio un esempio:

Utente facebook: “Mi sono accorta che qualcosa è cambiato, che non decido tutto io. Che la vita si organizza e si incasina da sola. Che ci sorprende, che ci spiazza, che decide lei più di quanto decidiamo noi. E che nel frattempo, proviamo a giocare con le carte che abbiamo in mano, e a fare il meglio che possiamo. A volte anche il peggio.

Non continuo il copia incolla perché mi sento male e spero anche che la tizia non la prenda a male, ma ci tengo a precisare che  il mio obiettivo non è denigrare bensì far riflettere sui pessimi usi e costumi che utilizziamo e quindi migliorare: la mia è una challenge for a civilized society.

Se il mondo fa cagare è perché chi parla male pensa male e vive male

NB: se non sai cogliere questa citazione sei un o una ignorante. Si, lo sei, no way.

Interpello Chat Gpt e gli chiedo di scrivere un testo sensato sugli auspici di buon anno facendo bilanci, eccetera: “Nel salutare il 2024, riflettiamo sui giorni passati con gratitudine e impegno. Che le lezioni apprese ci guidino verso un anno nuovo ricco di crescita, felicità e successi. Buon anno!“.

Gliel’ho chiesto più volte, mi ha sempre risposto facendo degli auguri e non delle riflessioni idiote e stupide.

Preferisco le macchine? No, assolutamente, preferisco gli umani che si impegnano ad utilizzare il loro potenziale piuttosto che postare foto in décolleté mentre digitano minchiate.

Applausi? No, bisognerebbe iniziare a capire l’importanza dei fischi come canta un mio amico.

Perché sono così arrabbiato? Sono rilassatissimo quando scrivo queste cose, a me rilassa annotare le défaillance umane e metterle in mostra, dice che se provi vergogna delle tue azioni sei pronto per il cambiamento o comunque cresci. Errare è umano, solo che l’errore serve ad apprendere non a sviluppare una nociva coazione a ripetere.

Ed è stato imbarazzante anche Mattarella, si ok l’attacco di Hamas, ma la vogliamo spendere una parola per il massacro di civili in atto in Palestina? La risposta non è adeguata, è sproporzionata e le vittime civili stanno pagando lo scotto di chi da decenni cerca di conquistare quella regione di questo pianeta.

Abbattere i confini, governo planetario, socialismo, fine del capitalismo. Ogni mese un livore contro il capitalismo e le conseguenze nefaste che riflette sulle nostre vite.

Hasta la Victoria compagni, un giorno questo mondo cesserà di esistere, adesso torno a inveire contro un tizio che dice che le lobby sono di sinistra e non di destra.

Fasci, fasci ovunque, e non va bene ma fatemi vedere ‘sti fasci appesi. A testa in giù magari.

Buon 2024!

Immagine di copertina di Mirko Iannicelli.