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Occhi aperti e testa sulle spalle? No: occhi socchiusi e testa tra le nuvole

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Come il consiglio dello zio ubriaco dopo pranzo.
Come il consiglio dell’amico dello zio ubriaco dopo pranzo.
Come il consiglio ubriaco di uno zio ubriaco circondato da amici ubriachi.
Questo governo dà consigli che fanno solo venir voglia di bere. Per dimenticare.

“Occhi aperti e testa sulle spalle”? No: occhi chiusi e testa tra le nuvole.

Ci siamo, è di nuovo settembre. È passato un anno dalla pubblicazione dell’articolo che avevo scritto “Settembre Moonagedaydream: il Capodanno degli stronzi”, quando scrivevo: “sfogliando l’ampio ventaglio di sfumature che il significato della parola stronzo può contemplare, mi prendo il lusso di sceglierne una che non è né negativa né positiva: è malandrina. Scelgo lo stronzo con la sfumatura da simpatica canaglia, da inguaribile romantico, da sognatore incallito. Lo stronzo quello puro, quello genuino, quello che è stronzo soprattutto verso se stesso. Ecco, specificato il senso di questo stronzo, mi prendo il lusso di dire che settembre è il Capodanno degli Stronzi. E lo dico senza polemica e senza intenzione di offendere, a questo punto dovrebbe essere chiaro. A scanso di equivoci, aggiungo che la prima stronza sono io: sono una stronza di settembre. Una stronzembrina”.

Beh sì, quello dell’anno scorso fu un settembre surreale, che si era confuso con un sogno a occhi aperti, di cui ovviamente mi sentii in dovere di parlare, per raccontare Bowie e per parlare anche a me. Un settembre in cui, oltre a investire tanta energia nel lasciarmi andare all’ennesimo sogno a occhi aperti, mi ritrovai anche a descrivere quello che stava succedendo nella realtà nuda e cruda, quella in cui eravamo in attesa delle elezioni che avrebbero visto l’ascesa dell’attuale governo.
E quindi oggi siamo ai resoconti: come è andato l’anno da stronzi?
Che dire, io tecnicamente, metaforicamente, forse anche letteralmente, ho bevuto.
Cioè dopo aver stappato lo spumante per brindare alla stronzaggine -soprattutto la mia- mi sono goduta ogni sorso da stronza. Pure quelli che mi sono andati di traverso.

E posso dire di essere soddisfatta. Parlare di Bowie è diventato finalmente il libro che sognavo di scrivere. Ho corso quella mezza maratona. Ho dormito pochissimo. Ho mangiato bene e molto male. Ho pagato. Ho offerto. Ho accettato offerte. Ho condiviso e coltivato.

Sento di poter dire che ho avuto la testa tra le nuvole e gli occhi socchiusi. Non aperti: socchiusi. Con gli occhi socchiusi metti a fuoco l’equilibrio tra il sogno e la realtà, quello che vuoi e quello che pensi di volere, quello che sai e quello che non serve sapere, insomma tra sogno e realtà. Se no che Moonageday dream sarebbe. Tutto lineare, per una povera stronza di settembre.

Eppure, stando alle ultime dichiarazioni, avere gli occhi socchiusi e la testa tra le nuvole porta a morte certa. Sì, perché gli occhi vanno tenuti aperti e la testa va tenuta ben salda sulle spalle.

“Occhi aperti e testa sulle spalle” è quello che ci è stato consigliato di fare, riguardo l’annosa questione: quest’uomo mi stuprerà o non mi stuprerà? L’uomo che ho lasciato, mi accoltellerà sotto casa? Quante volte devo denunciare un abuso prima di essere ammazzata, magari bruciata, magari sfregiata con l’acido? “Occhi aperti e testa sulle spalle”, pare sia la risposta.

Cioè la risposta di una presidente del Consiglio, è quella che ci davano da bambini prima di concederci l’uscita pomeridiana: non prendere freddo, non sudare, non accettare caramelle dagli estranei. Ma forse il paragone è anche troppo benevolo, perché quel tipo di frasi erano anche amorevoli nella loro semplcità. Qui forse siamo più verso qualcosa che somiglia a quella fase di stordimento post prandiale, quando al terzo limoncello e dopo un litro e mezzo di vino, lo zio con le guance rosse biascica qualcosa sulla rovina dei tempi moderni, l’autenticità delle cose del passato, “eh, ai tempi miei” eh, quando c’ero io” anzi “eh, quando c’era LVi”. No?

Secondo Giorgia Meloni la risposta sensata alla sequela di femminicidi che non si arrestano, stupri di gruppo e donne abusate, non sostenute e uccise, è essere attente a quello che facciamo. Come se non lo sapesse anche lei, che le donne che denunciano sono pure quelle che vengono uccise. Come se bere fosse il crimine e non approfittare di una donna ubriaca. Lo sa. Ma dire “occhi aperti e testa sulle spalle” con l’espressione aggressiva, mento basso, occhi puntati in alto, labbra mezze serrate e frase fatta e qualunquista in punta di lingua, funziona bene per creare quel clima di terrore tanto utile a far sentire forte chi deve decidere; utile a rafforzare quel senso patriarcale che ti ricorda che qualunque cosa accada, qualunque cosa ti facciano, è sempre e comunque colpa tua, di te in quanto donna.

La risposta del governo a un disastro sociale è: fate attenzione, donne.

Ecco perché avvertivo un sano terrore l’anno scorso, quando appunto scrivevo che “peggio di un fascista al potere, è l’ipotesi che quel fascista rappresenti anche il primo caso di premier donna in Italia. Avere una premier donna poteva essere una cosa buona e invece…”

E invece eccoci qui. E se appunto l’anno scorso chiudevo l’articolo dicendo che il potere degli stronzi è continuare a illudersi “che tutto possa iniziare di nuovo da qualche parte, in un altro modo o nello stesso, ma con occhi diversi. Il desiderio di dare uno sguardo, prima ai colori e alle impressioni e poi ai fatti concreti” non posso evitare di pensare che il colore predominante che vedo oggi è il nero. E non è affatto una buona impressione.

Immagine di copertina generata con Dall-E ai