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Come dice il titolo questi sono i consigli di un impostore. Cioè di uno che parla di cose senza averne titolo (come d'altronde fanno tutti i cinefili). Gli scritti che seguono sono pure e pessime opinioni personali, spesso molto offensive. ricordo inoltre che questo è e resta uno scritto umoristico/satirico/cazzeggiante, senza pretese di spirito universale. Se doveste sentirvi offesi (facendo la figura dei fessi) l'uscita è da quella parte (quella indicata dal dito medio)! Have fun!.

I film sono scelti in base al puro gusto di chi scrive. Nessuna coerenza temporale o di argomento. Così è (se vi pare o se non vi pare).

Army of the dead – 2021 – regia di Zack Snyder

di:

ATTENZIONE SPOILERS. NON LEGGETE SE VOLETE VEDERE IL FILM!

Stavolta ero un po’ in dubbio sul “cosa”.
Ma sul “chi” sarebbe stato oggetto delle mie inutili elucubrazioni ero certo.
Zack Snyder. Proprio lui. Quello che ha riportato in voga lo SLOOOW MOOOU (e di questo, comunque, gliene siamo grati. Al di là dell’uso smodato che se ne fa ora.).
Mi è capitato di vedere poco tempo fa la famigerata “SNYDER’S CUT” DI “Justice League” (senza, fra l’altro, aver mai visto la versione criticatissima). Durante la visione il mio “sensodistronzo” pizzicava fortissimo. Del tipo “ed anche ‘sto mese il film con cui divertirmi ce l’ho!”.

Cosa c’è di più bello di un’atomica al mattino!!!

Poi, all’improvviso, è spuntato sto trailer pieno di zombi. Ovunque. Di continuo. Del tipo che Netflix lo aveva fatto pure disegnare a mano nei cessi delle stazioni. Con il nome di Zaccketto scritto bello grande. E che fai? Non lo guardi un ennesimo film di zombi fatto da Snyder?
Si, perché, chiariamolo subito, a me Snyder non dispiace come regista. “300” (nonostante le vaccate storiche, ma quelle c’erano già nel fumetto) ha rivoluzionato il cinema a suo modo, “Watchmen” è un gran bel film (ed in entrambi i casi, al di là di quello che dicono in molti, entrambi i film rimangono fedeli allo spirito dei fumetti adeguandoli ad una visione più moderna), e persino il criticatissimo “Sucker Punch” ha un suo perché notevole (precorrendo l’acclamatissimo “Inception” nel gioco delle scatole cinesi narrative. Però non si po’ ddì che Nolan è da cinefili mentre Snyder è da cinofili (almeno per “quellichenecapiscono”).
Dico pure di più. Da purista romeriano, il remake di “Dawn of the dead” l’ho trovato dignitoso. Non strepitoso, ma dignitoso. Nonostante gli ovvi tentativi di spettacolarizzazione per accontentare il pubblico moderno.

Salve, sono Dave Bautista e mi hanno messo gli occhiali per farmi sembrare meno enorme.

Quindi, tutto sommato, una quindicina di euro di fiducia a Snyder, nonostante le martellate agli zebedei provocate dai film dell’universo DC Comic, gliele potevo pure concedere.
Nonostante il trailer gridasse fortissimo “NON GUARDARLOOOOOO. NON FARLOOOOO. NOOOOOO. GUARDA QUANTE VACCATE GIA’ NEL TRAILEEER. TE NE PENTIRAIIII!”. Tipo un Padre Maronno in gran spolvero.

Quindi l’ho guardato.

“Fantasmi da marte” in trasferta a Las Vegas. Pullman organizzato.

E se, con “Justice League”, gran parte dei commenti che mi venivano in mente erano perculatori ed ironico-sarcastici, guardando “Army of the dead” m’è salito proprio il nervoso. Sarà che agli zombi ci tengo, sarà che ho un limite massimo di cazzate (che non sono le trovate narrative, quelle mi divertono, vedi “Z nation” per restare in tema) che posso sopportare, ma arrivato a metà film la voglia di dare tre o quattro padellate a Zack era enorme.

Lasciando perdere fin da subito i debiti con altri film, che sono, tutto sommato evidenti ma anche “dichiarati” nella narrazione. Su tutti il sempiterno ed intoccabile John Carpenter ed il miglior film di sempre “Fuga da new york”.

NB – la cosa appena scritta non è discutibile (o brucerete all’inferno dei peccatori a testa in giù). Ma anche, ovviamente “Fantasmi da marte”. Non sono le citazioni il problema. È altro che non funziona.

“Scusa, hai detto CARPENTER?”

Come ci ha insegnato l’altro grande maestro G.A.Romero, si può (anzi si deve) parlare di temi seri con un film di zombi. Farlo in maniera efficace, che sopravvive al passare del tempo. Che assurge a metafora e non scade come i film “D’autore”. Oppure, come altre mille pellicole c’hanno dimostrato, puoi fare un film divertente, basato sul puro entertainment, come fatto da “Il ritorno dei morti viventi” o “Zombieland”.
Film caciaroni, colorati, sanguinolenti. Nei casi come questi non ti frega più nulla delle banalità della trama, della mancanza di colpi di scena, o della scontatezza degli stessi. “Siamo qui per divertirci”, dici al tuo cervello, “indi non rompere il cazzo!”

In fondo gli elementi per un bel filmetto divertente c’erano tutti. Zombie a non finire, un eroe tuttofare come Dave Bautista (che ogni tanto tira fuori belle prestazioni, come in “Guardiani della galassia”) e LAS VEGAS!! LAS VEGAAAAAS! ELVIS ZOMBI!!!!!!

“Lo sapevo che era viv… cioè più o meno …”

Invece Snyder, come sempre più spesso vedo capitare di recente nel cinema, esagera. Mischiando duemila generi e duemila sottotrame, forzatamente incollate. Però con la sputazza. Tanto che il film crolla di minuto in minuto da vari lati e progressivamente.

Zack cerca di infilare in un solo film gli zombi, l’area51 e la critica alle armi sperimentali, l’heist movie, la critica sociale per il trattamento dei migranti alle frontiere USA, l’evoluzione della specie zombi (cercando di riprendere il discorso romeriano, ma fallendo miseramente), il bromance movie, la storia d’amore, la storia dei veterani, il rapporto padre/figlia, la questione morale sull’abbattimento degli infetti, la critica alla società capitalistica. Riuscendo a non concludere nulla. Cerca di passare da “La terra dei morti viventi” al già citato “Zombieland”, fallendo miseramente le connessioni.
Troppa roba. Davvero troppa roba. Buttata lì a casaccio.

“Sorry Dave, ma il personaggio più figo lo faccio io!”

Il film cerca di ripescare un po’ tutto ciò che s’è visto in passato nel filone zombie (videogiochi compresi. La citazione di “Deadrising” è una delle più palesi). Prendendo purtroppo anche gli episodi pessimi e fallimentari (narrativamente e zombescamente parlando) come “The walking dead”, meglio conosciuto come “la telenovela travestita da telefilm zombie”.

“Beh” dice uno “probabilmente se l’è cavata con i personaggi ed il cast”. Mammagari! Anche qui tutto pieno di note dolenti. Le banalità che si sarebbero potute perdonare in caso il film avesse avuto una narrazione horror o quantomeno d’azione irritano tantissimo. A partire proprio dalla scelta dei personaggi. Tutto trito. Tutto telefonato. Con l’immancabile tough girl, che ha davvero frantumato le palle, e che guarda caso è l’unica che intuisce, e poi vede, che lo scagnozzo del riccone cattivo è un traditore. Però si fa infinocchiare con un trucco da 700 lire. Poi morirà lottando come una tigre ma non riuscendo a dire al volo ai compagni di quanto è stronzo lo stronzo.
I veterani che si ritrovano (con storie d’amore represse), figlie forti ed indipendenti che però fanno cazzate nei momenti clou per poi avere il coraggio di uccidere per amore.
Una serie di personaggi pessimi e stereotipati (con a farla da padrone i nuovi stereotipi femminili, ma va beh, per un’altra decina d’anni ce li dovremo sorbire. Si salva soltanto il bellissimo personaggio dell’elicotterista) che trovano la loro degna conclusione nel colpo di scena finale che è talmente scontato che te l’eri pensato a metà film.

C’è qualche scena bella. Come i titoli di testa (ispiratissimi ad un film che abbiamo già citato troppo. Mo’ basta). Qualche intuizione carina. Tantissimi slow motion, ovviamente, spesso in maniera anche autoironica. Ma in generale il film è deludente sotto tutti gli aspetti. Come film di zombie. Come heist movie. Come film d’azione. Come film con intenzioni umoristiche. Annoia un bel po’.

“chissà se CAPCOM s’incazza?”

Finito il film senti il bisogno di vedere qualcosa che merita.
Quindi, “sarò vecchio, sarò passato ma” mi sono rivisto “Zombi” (semicit.).