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Demolire ogni istituzione – MSPAINT

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Il frutto non cade mai lontano dall’albero ed è vero anche per questa Raccomandazione. Ho cercato di trovare qualcosa di diverso di cui parlare, alla fine penso di averlo trovato ma ad un’ analisi approfondita non è troppo lontano dall’albero della roba che mi piace raccomandare. Allo stesso tempo bisogna considerare che i frutti contengono i semi, semi dovuti dalla fecondazione dell’ovulo da parte del polline. Il polline delle volte è dello stesso albero, dello stesso fiore addirittura (musica pallosa), ma altre volte viene da altri alberi. Trasportato dal vento, il polline ha portato con se dei suoni diversi e contribuirà a rendere i semi del frutto diversi dal solito. Ho finito con la roba del frutto, tranquilli.

Tutto questo per dire che se passate da Hattiesburg in Mississippi vi consiglio di controllare se suonano i MSPAINT. I MSPAINT sono un gruppo hardcore nei fatti, ma lo hanno digerito e risputato. Partiamo dalla formazione, da quello che manca anzi. Dei quattro membri nessuno suona la chitarra, abbiamo un basso che satura le frequenze in modo che il senso di vuoto non ti colga mai durante l’ascolto, pieno e grosso. Abbiamo un sintetizzatore, da cui scaturiscono le melodie e i suoni accattivanti, catchy, del suono dei MSPAINT. La batteria è limpida e precisa, senza sbrodolare, ha il polso della situazione. Poi abbiamo la voce, la vena hardcore del gruppo viene fuori tutta qui. Dritta in faccia, tra l’urlato, quasi abbaiato e la scansione rap. Il risultato finale è qualcosa tra il hip hop, il post-punk e synth-industrial (ovvero devi ascoltare il disco, la musica non si spiega).

Post-American è il primo LP della band, brano dopo decostruisce ogni istituzione/concetto della nostra modernità lasciandoci con le macerie del post-apocalisse. Information apre il disco. Base drum&bass, tutto in faccia: i media sono cloroformio, fai attenzione e guardati alle spalle. Una delle hit del disco è Think it through, si apre con una strumentale che sembra presa a piene mani da Catastrophist dei Tortoise, forse è una mia deformazione. il ritornello ti martella la testa con il suo “Think it through” (pensaci bene), non sei solo un pensiero nella mente di dio. A metà del disco troviamo il singolo estratto Delete it e anche qua ritornello invadente da ricordare “I, I, I, I just wanna feel it, not delete it, Something realer and distinguished”. Decapitated reality tra urla e ritmo martellante ricorda le origini dei membri della band, un mix di parti hardcore punk e aperture al synth. Le corporazioni e le industrie con il loro spreco e consumo, le prigioni, tutto viene distrutto dai testi dei MSPAINT. E alla fine della distruzione i fiori crescono dal cemento delle macerie, chiudendo il disco con Flowers from concrete.
Schiaffi, bei suoni e ritmo, penso basti per motivarvi.