...
...

Hardcore 4 Gaza Initiative: We teach life, sir!

di:

La musica, come l’arte in generale, ha incontrato la politica e la società più volte nella sua storia. Nella musica dal rock in poi forse l’esempio più eclatante è il punk, nella musica popolare in realtà poi è pieno di canti di protesta. Altre volte la musica si isola, musica per la musica, musica per svagare e per non pensare. É giusto anche questo, ma non oggi. Oggi, ora c’è bisogno di stare con i piedi, e le orecchie, per terra.

Non credo di dover spiegare nulla, sappiamo che nelle terre bagnate dal fiume Giordano da troppe decine di anni si consuma un conflitto che ha visto l’ennesima accelerazione all’inizio di ottobre 2023. Da quella data più di 1.000 israeliani sono morti e più di 27.000 palestinesi. Ogni morte vale e le popolazioni tristemente subiscono le decisioni di chi pretende di governare, ma se i numeri contano qualcosa allora c’è una popolazione che da quasi un secolo è rinchiusa in una Striscia di territorio, limitata, sfruttata, vittima di pulizia etnica e genocidio, occupazione illegale. La popolazione palestinese sta subendo l’ennesimo massacro ad opera di Israele, che ha risposto ad un atto terroristico con ancora più terrorismo e violenza. Questo perché anche gli Stati possono fare terrorismo e uno dei peggiori, essendo legittimato dalle altre nazioni.

Su questo conflitto si inserisce la raccomandazione di febbraio, sta volta non si tratta di una uscita musicale semplicemente bella ma di un atto di supporto dovuto. Il 18 gennaio 2024 è stata pubblicata la compilation Homeland Denied ad opera della Hardcore 4 Gaza Initiative. Un opera mastodontica di 121 canzoni che raccoglie molti brani inediti, registrazioni dal vivo, cover (eterna Nazi Punks Fuck Off dei Dead Kennedys), remix e qualche brano già pubblicato. I contributi provengono dall’intero globo terrestre in un enorme abbraccio alla popolazione palestinese, in particolare a bambine e bambini a cui è principalmente rivolta questa compilation. I fondi raccolti sono destinati a MECA (Middle East Children’s Alliance), infatti la popolazione di Gaza è costituita per circa metà da minori, che quindi subiscono maggiormente il massacro.

Nei 121 brani si trova molto hardcore in senso stretto, duro, impostato (Racetraitor, Twiching Tongues, Malignant, Eyeteeth …). Un buon contributo viene da gruppi punk hardcore e punk rock (Punitive Damage, Shooting Daggers, XIAO, No Plan …). Un aiuto piccolo ma di pregio, sono di parte lo sapete, viene anche dall’ambito screamo con i brani di Karnabahar (gruppo internazionale con membri da Turchia, Argentina, Paesi Bassi), Coma Regalia (Indiana, USA), Naedr (Singapore) e dai Piri Reis (Malesia). Dei Piri Reis vi ho già parlato tempo fa e voglio lasciarvi con il loro contributo When life hand you grenade, un brano emoviolence urlato con la voce della cantante Amira che sul finale lascia spazio alla poesia dell’attivista e poetessa Rafeef Ziadah:
Today, my body was a TV’d massacre
And let me just tell you, there’s nothing your UN resolutions have ever done about this.
And no sound-bite, no sound-bite I come up with, no matter how good my English gets, no sound-bite, no sound-bite, no sound-bite, no sound-bite will bring them back to life.
No sound-bite will fix this.
We teach life, sir!
We teach life, sir!
We Palestinians wake up every morning to teach the rest of the world life, sir!

Chiudo con le stesse rivendicazioni riportate da Harcore 4 Gaza Initiative:

END THE OCCUPATION – END APARTHEID. ORGANIZE – PROTEST – BLOCKADE: FIGHT BACK. UNTIL TOTAL LIBERATION.