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So long …Partner: one-man-band screamo/folk e la frustrazione contro il mondo che abbiamo creato, serve altro?

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I lettori informati sapranno già che negli ultimi 5 anni è emersa la quinta ondata dell’emo, soprattutto a trazione americana. Per quanto lo spirito punk di certe band abbia sempre reso le canzoni sporche e le registrazioni con qualità altalenanti, in questa quinta ondata la miscela è ricaduta sullo sporco dell’elettronica lofi e cheaptune. Progetti come The civil war in France, Your arms are my cocoon, Mis sueños son de tu adios sono i “più emersi” probabilmente. Fanno tutti parte dello screamo da cameretta (Bedroom skramz), nati e cresciuti da un computer su cui abbozzare a musica e le urla di chi aveva bisogno di urlare, sono di fatto progetti solisti. Da questa nuova scia emerge forse il progetto più strumentale del filone bedroom: So long …Partner.

Sebbene iniziato come un side-project dei Linwood (Nashville), gli eventi hanno portato Robbie a focalizzarsi interamente su di esso. Ispirato dal cantautorato, ascoltatore dei Pogues come anche dei Party Hats, l’album di debutto And you are just an Amber Speck of Grain si compone di strumentali profondamente folk con cantato e urla di provenienza emo/screamo. Per intenderci, le batterie elettroniche sono ricoperte da banjo, chitarre, mandolino, tamburelli e shaker e in apertura di tutto l’album un flauto. Robbie si è sbizzarrito ad inserire qualsiasi suono amasse e potesse rientrare nella dinamica delle canzoni.

I testi, come le sonorità, rispecchiano però il crollo emotivo, il risentimento generale, che ha attraversato la vita di chi le ha scritte. Frustrazione personale che passa dal lavoro alla musica, risentimento per il mondo in cui viviamo, per come funzionano le cose. Con le parole di Robbie: “La gente pensa che esprimersi sia liberatorio ma è anche una tassa: nel capitalismo essere se stessi e esprimersi costa soldi e risorse, e di solito richiede qualche sacrificio”. Nella canzone di apertura Wolves + Sheep è chiaro già il tema generale, ci sono persone che approfittano di altre a questo mondo “ci sono lupi e pecore, ci sono forti e deboli, ma i lupi ci nutrono col veleno mentre aspettiamo che muoiano”. In Kevin your’re such a disease si parla di casa, affitto e il doverlo pagare a vita. E potrei continuare all’infinito citando altre parti delle canzone. Questo è il mondo in cui viviamo.

In tutti i brani multipli della stessa voce si accompagnano, si sostengono, urlano e mentre cantano, si scontrano. Brani come Wolves + Sheep, Hoedown phase, Puships in the park.., danno un idea della furia dinamica che si sprigiona da questo disco. Una sola persona immersa in una miriade di linee strumentali tra il folk e lo screamo.