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Vieni qua che ti ripigli, Green LP dei moshimoshi

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L’estate è un ricordo, è fine settembre e non possiamo farci niente. Nulla ci vieta però di prendere una boccata carica di positività per affrontare le giornate che si accorciano. Cercando di non cadere nel pozzo delle band americane, da cui spesso il vostro Señor attinge per raccomandare dischi, serve comunque allontanarsi un po’ ma non troppo. La Finlandia aveva già offerto in passato materiale raccomandabile con gli Alas, che per altro saranno in tour con gli italiani Maremarcio per quattro a Milano, Fano, Roma e terminando al festival Alle foglie pt. 3 a Parma. Non bisogna faticare troppo per spostarsi nella capitale, ad Helsinki, ed accogliere a braccia aperte il Green LP uscito quest’anno ad opera dei moshimoshi sotto l’ala protettiva della All That Plazz.

foto di @vainjan

Cosa c’è in questo disco? Beh la cosa positiva è che inizia con Sleeping Under a Green Leaf, fatto quasi tutto dalla chitarra che non capisco se arpeggia o ti abbraccia, o forse entrambe. Un grande aiuto ad accettare la fine delle ferie. Suono caldo, richiami mid-west emo, due urlette per pochi secondi e via. Sin dal loro inizio avvenuto a cavallo della pandemia, i moshimoshi miscelano varie tendenze nello shaker della loro musica e il cocktail che ne risulta possiede una voce dirompente, di petto e senza compromessi. Un urlo sincero. A seconda delle necessità corde e batteria effettuano delle contorsioni che strizzano poco velatamente l’occhio al math rock e alle nuove tendenze emotive matematiche che abbiamo anche in Italia con rappresentanti i Leita e gli Stegosauro, ma questa è un’ altra storia. Arpeggioni avvolgenti dicevamo all’inizio, ma quando le chitarre devono tirare tirano senza problemi aumentando la potenza delle parti di voce. Pregio o difetto, a seconda dei gusti, è che l’impasto di queste sonorità lascia comunque i brani orecchiabili.

Difficile a credersi per il genere, ma questo Green LP è un vero LP. Dodici brani di pura miscela moshimoshi come una montagna russa sale piano e scende veloce e ogni tanto ti fa respirare. Sammalet è uno dei momenti relax del disco, fa da respiro tra l’arzigogolata The Great Battle Between the Frog and the Yellow Rabbit e la 100 metri ad ostacoli Mess Like Me. Nel suo minuto e mezzo I Have Never Seen You Like This Before è una dinamicissima corsa a staffetta con il testimone passato tra le varie parti del brano e ti consegna un bel finale netto così non puoi che voler arrivare fino in fondo al disco. Well, This is Where We Part Ways, sembra che la montagna russa sia finita, il tuo investimento di tempo è giunto alla fine, l’adrenalina ti procura una sensazione piacevole lungo le vene e scorri piano sui binari. Ma l’aria improvvisamente si fa densa sul finire del terzo minuto e come non ci si lascia senza salutarsi, delle ultime urla col sorriso ti dicono che hai ascoltato un disco che potrebbe aiutarti quando ne hai bisogno.