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Benvenuti alla rubrica Design Foam!
Oltre il mainstream c'è il vasto mondo del design Indipendente. Nella nostra rubrica parleremo di questo e delle nuove tendenze del Design, una definizione dai vastissimi sottintesi. Parleremo di quello che c'è, di quello che verrà e di un futuro che è già stato immaginato attraverso il lavoro visionario e innovatore di progettisti capaci di prevedere e anticipare alcuni dei futuri traguardi del design e della tecnologia.

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Tiny House: in viaggio verso una vita sostenibile o su cosa significa ridimensionare il sogno

di:

“In fondo, mi piacerebbe avere la mia terra e costruirci una casa”.


Chi tra voi almeno una volta nella sua vita non ci ha pensato alzi la mano.
E’ in corso una grande sfida per l’architettura contemporanea. Con il cambiamento climatico in atto, la crescita della popolazione mondiale e la carenza di risorse, architetti e designer devono immaginare un nuovo concetto di casa all’insegna di innovazione tecnologia ed eco-sostenibilità.


Mentre l’economia globale diventa incerta, anche i proprietari di case stanno diventando più creativi per permettersi spazi residenziali essenziali. Il “Tiny House Movement” (movimento delle piccole case) ha preso ormai piede in tutto il mondo, incoraggiando la costruzione di case di appena 14 metri quadrati. Dimore di residenti di tutte le età, le minuscole case si sono evolute e stanno diventando una soluzione sempre più popolare per resistere alla tempesta economica in atto.
Nonostante la loro apparente semplicità, le piccole cabine sono sempre state una gradita sfida progettuale per i designer in cui dimensioni, matericità e abitabilità devono essere risolte per sfruttare al massimo spazi minimi. Forse l’esercizio più famoso nella progettazione di cabine, fù quello di Le Corbusier, con il suo “Cabanon” di 16 m2, un contenitore di idee in cui l’architetto svizzero ha esplorato il “modulor” – una comprensione della fondamentalità della scala umana. Nel successivo mezzo secolo, molti importanti architetti si sono cimentati nella progettazione di cabine sia sperimentalmente che a livello primitivo con l’idea di un piccolo rifugio in armonia all’interno di un contesto naturale.


Il “Tiny House Movement” è praticamente esploso negli ultimi anni. Quello che inizialmente poteva sembrare una scelta modaiola e un po’ hipster, dal sapore Thoreauviano è diventato per molti una filosofia di vita, un vero e proprio movimento sociale.
Inizialmente concepito negli Stati Uniti, il fenomeno, è divampato e si è successivamente espanso in Australia dove è emerso un movimento che sostiene la vita in piccole case come una risposta importante alla crisi dell’accessibilità degli alloggi. Infine è approdato anche in Europa passando da Germania, Francia e Belgio e ora sta iniziando timidamente anche in Italia a muovere i suoi primi passi, ancora sopraffatto da regolamenti e leggi che si spera presto vengano adattati e rivisti in base alle nuove sfide abitative che ci aspettano.
Le minuscole case contemporanee sono un fenomeno relativamente recente, iniziato negli Stati Uniti già negli anni ‘70 con i primi rimorchi Airstream, e ora rivendicato da alcuni come una panacea per l’insostenibilità su più fronti delle abitazioni tradizionali.

Piccole case possono essere affittate o possedute. Puoi scegliere una mini casa su ruote o la piccola casa può essere costruita su fondamenta. La maggior parte di queste case sono strutture indipendenti, alcune sono parcheggiate su un terreno, altre sono parcheggiate in un lotto di proprietà. Alcune sono progettate e costruite dal proprietario stesso, mentre altre vengono acquistate, adattate da rimorchi o costruite con kit prefabbricati. Le case minuscole sono disponibili in tutte le forme e dimensioni ma tutte consentono una vita più semplice in uno spazio più piccolo ed efficiente.


Già dall’inizio del secolo, un numero crescente di persone ha iniziato a mettere in discussione il consumo cospicuo e l’uso eccessivo di risorse rappresentati da case suburbane eccessivamente grandi e dai costi economici e sociali del pendolarismo. Più recentemente, i movimenti sociali basati su principi come la semplicità volontaria, il minimalismo, il decluttering e il vivere lento sono cresciuti in popolarità.
Secondo alcuni sondaggi le persone che hanno aderito a questo movimento in via di espansione, hanno detto molto sui loro principi, sulle loro motivazioni e aspirazioni insomma una faccenda che riguarda i valori delle persone, una manifestazione di valori controculturali più che una preferenza per un tipo specifico di abitazione.


Semplificazione, libertà, sostenibilità questi i valori che caratterizzano le persone che fanno la scelta di abitare nelle piccole case. Non si tratta solo di riordinare la tua casa e il tuo spazio, ma anche di riordinare i tuoi obblighi, la tua vita sociale e il tuo stress. La vita minuscola riguarda la libertà finanziaria e consentirti il lusso del tempo per fare ciò che ti piace.

Le tre motivazioni principali che spingono verso questa scelta sono:

  1. avere accesso ad alloggi a prezzi accessibili
  2. raggiungere un certo grado di libertà economica
  3. vivere in modo eco-sostenibile.

Per coloro che non hanno provato la vita in una casa minuscola, o hanno già vissuto in miniappartamenti può sembrare scoraggiante. Perché qualcuno dovrebbe scegliere di vivere in un piccolo spazio? Più grande è meglio, giusto? Forse no.


Fino a un paio di anni fa la letteratura accademica sulle minuscole case – sulle loro caratteristiche (dimensioni, design, costo, ecc.) come abitazioni e sulla loro costituzione come parte di un più ampio movimento sociale scarseggiava, ma ora si può già attingere a una serie di dati di sondaggi e interviste condotti sia oltreoceano che in Europa e sui social media.

A partire dal 2018, le case minuscole sono state uno degli argomenti più ricercati su ArchDaily, con una crescita del 75% rispetto all’anno precedente e prime nella nostra lista di tendenze che avranno un impatto sull’architettura dal 2019 in avanti. Designer ed architetti devono affrontare una serie di domande, tra cui se le minuscole case possono fornire alloggi eco-consapevoli e convenienti come risposta a una riduzione dell’offerta abitativa. Il movimento è anche intrinsecamente legato al cambiamento di atteggiamento nei confronti del privilegio, della ricchezza e del materialismo. La tendenza verso la “vita minuscola” sta crescendo sia negli ambienti urbani che rurali, e il dibattito sulle piccole case continua perché le definizioni del movimento sono diverse e spesso legate ai mercati immobiliari locali.
Negli ultimi dieci anni, il “Tiny house Movement” ha continuato a guadagnare popolarità sostenuto da Facebook, YouTube e Instagram. Google Trends indica che il livello di interesse non mostra segni di cedimento, anzi non fa che crescere.
E in Italia? Il noto architetto Renzo Piano ha realizzato delle micro case ancora più piccole: 2,4 metri quadri di superficie e 3,2 di altezza in legno di tiglio e alluminio. Le ha chiamate ” Diogene”, come il celebre filosofo greco che per fuggire dal modo di vivere convenzionale, decise di abitare in una botte.

Renzo Piano, Diogene, 2013

Ma senza scomodare architetti da fama mondiale date una occhiata all’unico (per ora) costruttore di piccole case in Italia: https://svminihouse.it/

E se siete interessati ad approfondire sul web potrete trovare interviste e testimonianze dirette, centinaia di articoli, libri di Architettura e interior Decoration, feed Instagram, show televisivi, festival ed eventi in tutto il mondo e tante altre fonti a cui attingere per capire cosa sta succedendo e come sta cambiando il concetto di abitabilità per la nostra specie.

Ecco alcuni link utili:

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